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Libertà di panorama sì o no. L’UE voterà il prossimo 9 luglio

Selfie a Londra Selfie a Londra

Brutte notizie per i fotografi professionisti, dilettanti e compulsivi. Il Parlamento Europeo il prossimo 9 luglio potrebbe vietare la pubblicazione di fotografie o video che inquadrino opere d’arte o di architettura contemporanea collocate in spazi pubblici. Sarebbe una mossa in difesa del copyright che obbligherebbe chiunque voglia utilizzare tale immagini a fini commerciali a chiedere un’autorizzazione (onerosa?) preventiva agli autori o a “chi agisce in nome loro”.

Selfie a Londra
Selfie a Londra

Persino una fotografia pubblicata su Facebook con qualche monumento di sfondo potrebbe essere un problema. Il testo che il Parlamento Europeo voterà potrebbe in effetti tradursi come un divieto alla foto panoramica, come ha affermato Julia Reda, leader del partito dei Pirati tedesco, che invece proponeva la liberalizzazione delle vedute delle città. Infatti lo skyline di una città dovrebbe essere un bene comune, come ha sottolineato su Repubblica anche Massimo Stefanutti, avvocato specializzato in diritto d’immagine.

Al momento in Europa non esiste ancora una legge unica sul diritto d’autore. Se in Inghilterra infatti ognuno è libero di fotografare monumenti e dipinti e di usare come meglio crede quelle fotografie, in Francia vige il divieto di pubblicare foto della Tour Eiffel di notte. Mentre in Italia ancora non abbiamo una normativa.

Tour Eiffel
Tour Eiffel

Sono però preoccupati i titolari di Wikimedia che ogni anno organizza la campagna fotografica Wiki Loves Monuments. Questa norma, se approvata, potrebbe per loro tradursi nell’obbligo a dover spedire centinaia di richieste di autorizzazioni a comuni, privati e soprintendenze per permettere di fotografare i monumenti. E in un futuro, se anche gli altri paesi europei si adeguassero a tale norma Wikimedia sarà costretta a cancellare migliaia di fotografie scattate grazie alla libertà di panorama.

Forse la soluzione, spiega l’architetto Mario Cuciella, sarebbe non tanto il divieto alla pubblicazione della fotografia, quanto la messa a punto di regole specifiche contro la “diffamazione visuale”. “Il problema c’è se l’opera viene fotografata e riprodotta in uno modo che ne mortifica la qualità. Come pubblicare un Van Gogh coi colori sbagliati” – afferma Cuciella su Repubblica.

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