Tony Bennett e Lady Gaga sono passati anche dall’Italia con il loro show tutto a suon di grandi classici, il Cheek to Cheek tour.
Ospiti del prestigioso Umbria Jazz, accolti da qualche polemica, ma anche con grande entusiasmo da fan vecchi e nuovi.L’incontro tra Gaga e Bennett risale al 2011 quando la diva di Bad Romance ha duettato sulle note di The Lady Is a Tramp in Duets II, album di duetti del leggendario crooner americano.
Da quell’incontro è nato un grande amore professionale che ha portato alla pubblicazione di Cheek to Cheek: annunciato per gennaio 2014, rimandato a marzo e finalmente uscito il 23 settembre.
Cheek to Cheek è un album di duetti jazz in cui Tony Bennet e Lady Gaga si divertono a interpretare i grandi classici del Great American Songbook: da Ev’ry Time We Say Goodbye a Nature Boy passando per Let’s Face the Music and Dance fino a It Don’t Mean a Thing (If It Ain’t Got That Swing).
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Gaga si dà al Jazz! È bastato questo annuncio per far storcere il naso agli appassionati. Certo “I’ve been singing jazz since I was 13 years old” ha detto Lady Gaga, e se lo dice lei ci crediamo.
In Cheek to Cheek in effetti di Jazz non ve ne è poi molto, arrangiamenti di maniera e abbastanza dimenticabili si inseguono per una collezione di evergreen interpretati con gran mestiere da questa strana coppia.
Visto il buon successo del progetto i due hanno ben pensato di avventurarsi in un tour mondiale, partito da Las Vegas il 30 dicembre 2014 dopo 27 date è arrivato anche a Perugia, lo scorso 15 luglio.
L’Arena Santa Giulia, gremita di pubblico (oltre 5000 spettatori), ha accolto Tony Bennett e Lady Gaga per una serata all’insegna dei grandi classici e un po’ di kitsch: Stefani Germanotta non risparmia trasparenze e lustrini.Il primo singolo scelto per lanciare Cheek to Cheek è stato Anything goes di Cole Porter, dall’omonimo musical del 1934; già nel repertorio di Tony Bennett viene dai due ripresentata in una versione di ispirazione più swing che jazz. E proprio Anything goes è stato il brano d’apertura dello show.
La scaletta prosegue con la canzone che dà il titolo allo show e al disco –Cheek to Cheek– e con They all laughed, scritta dai Gershwin per Shall we dance.
Tony Bennett regala una versione swing di O sole mio, in onore ovviamente del nostro Bel Paese.
E poi le canzoni di Cole Porter, Irving Berlin, George Gershwin, Duke Ellington, Jerome Kern… Tutti presenti nella setlist.
Lady Gaga ricorda al pubblico che è il centenario della nascita di Billy Strayhorn, braccio destro di Ellington, e in suo onore canta Lush life: ottima interpretazione e grande pathos.Gaga è una diva e, anche accantonati -momentaneamente- gli eccessi e i lunghi monologhi della sua carriera solista, non ci si può proprio aspettare da parte sua la sobrietà come biglietto da visita. Per lei innumerevoli cambi d’abito, cofana bionda e grande verve.
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Gli occhi sono tutti su di lei per performance come Bang Bang (non esattamente un classico del Jazz, ma tant’è) e La Vie En Rose per la quale sfoggia un vestito rosa confetto con fiocco abnorme: un omaggio a Marilyn (Gli uomini preferiscono le bionde) e a Madonna (Material Girl), o forse una loro parodia. Per Bang Bang invece un completo nero da lesbo imprenditrice anni ’80.
In molti si sono stupiti della voce di Gaga, ma i suoi fan già lo sapevano. Che chi faccia pop debba essere afono come Britney o Madonna è un pregiudizio duro a morire.
Si chiude con The lady is a tramp e con It don’t mean a thing. Per gli standard di Umbria Jazz pubblico di età inferiore alla media, i fan di Gaga hanno attraversato l’Italia pur di vedere la loro stella.
Confusi in platea c’erano anche i tre de Il Volo, venuti invece, molto probabilmente, per Tony Bennett.
La grande alchimia tra Tony Bennett e Lady Gaga dona allo show un’energia unica e il pericolo di un karoke per ricchi è scampato.
Gaga gioca con il suo Pigmalione (per quel che riguarda almeno il mondo dei grandi classici): ammicca, si nasconde dietro un boa, faccine, moine. Lui sta al gioco, 89 anni e lo spirito di un ragazzino, con la voce ferma di un uomo di gran classe.
Tony Bennett e Lady Gaga si divertono, lui si conferma una roccia e una leggenda della musica americana e lei una grande diva pronta a giocare alla pop-star, alla femme fatale e a qualsiasi ruolo le venga in mente (vedremo cosa combinerà nella nuova stagione di American Horror Story – AHS Hotel). Tony e Gaga novelli Sandra e Raimondo.