Un aspetto poco noto del mondo classico – la rappresentazione della natura nei suoi vari aspetti, l’azione dell’uomo sulla realtà naturale e sull’ambiente – una mostra a Milano che ne indaga le ricerche più avanzate nell’ambito: MITO e NATURA si incontrano a Palazzo Reale: più di duecento opere d’arte greca, magnogreca e romana, più di duecento oggetti che ci raccontano come e in quanti modi si sia sviluppata nella società antica la rappresentazione di ciò che ci circonda. Capolavori provenienti da musei italiani e internazionali – fra cui il Museo Archeologico di Atene, il Kunsthistoriches Museum di Vienna, il British Museum di Londra e il Louvre di Parigi – con l’intento di mettere in luce l’influenza della natura sulla civiltà occidentale e sulle sue origini.
Vasi dipinti, terrecotte votive, statue, affreschi e oggetti di lusso come argenterie e monili aurei sono ordinati cronologicamente (dal VIII sec. a.C. al II sec. d.C) e per temi in 6 sezioni nelle sale neoclassiche tirate a lucido da un allestimento ricercatissimo, con un’attenzione maggiore sulla produzione artistica magnogreca e in generale dell’Italia meridionale, a quella ellenistica e romana.
Un focus particolare viene dedicato ai reperti archeologici di area vesuviana con una selezione di capolavori di pittura parietale pompeiana.
Spiega Gemma Sena Chiesa, curatrice dell’esposizione:
La nostra percezione dell’antico è paradossalmente ancora oggi fortemente condizionata dalla visione neoclassica formatasi alla fine del Settecento: è per molti, in sostanza, un mondo di sculture (bianche) come gli Elgin marbles e di graziosi motivi decorativi pittorici come quelli, popolarissimi, che ornavano le pareti della riscoperta Pompei.
Ma nel grande deposito figurativo giunto fino a noi dall’antichità classica c’è molto di più e di diverso: i sentieri dell’antico si diramano in molte direzioni e le ricerche e le riflessioni degli ultimi decenni hanno fortemente approfondito le nostre conoscenze sui molteplici aspetti della classicità.“Mito e Natura. Dalla Grecia a Pompei” vuole essere un insolito percorso intorno ad un tema centrale, ma pochissimo indagato specificamente, del mondo antico: la rappresentazione figurata dell’ambiente che ci circonda. Un tema ben noto alla riflessione filosofica greca e al sapere naturalistico ellenistico, ma molto meno preso in considerazione per quanto riguarda la storia delle immagini che si snoda per più di sette secoli dalla Grecia a Roma.
Il percorso espositivo, dall’età arcaica a quella romana, rappresenta l’antefatto della riscoperta del paesaggio da parte di Giotto e dell’interpretazione del mondo naturale da parte di Leonardo da Vinci.
Ce lo racconta bene sempre Sena Chiesa:
Le opere in mostra − di carattere molto vario così da consentire, per quanto possibile, una visione articolata della rappresentazione della natura nella storia figurativa del mondo antico − sono state raggruppate non in modo strettamente cronologico, ma per grandi temi. Tuttavia i due itinerari, tematico e storico, in gran parte coincidono.
Dal momento che i capolavori dei grandi maestri delle scuole pittoriche greche, che conosciamo dalle fonti, sono per noi irrimediabilmente perduti, saranno principalmente i grandiosi vasi dipinti greci e magnogreci (questa splendida testimonianza dell’arte antica salvatasi perché deposta nelle tombe) ad accompagnarci nella prima parte del cammino espositivo. Nella seconda si potrà rivivere la cultura figurativa ellenistico-romana specialmente attraverso gli affreschi, in particolare quelli che ornavano le case di Pompei (anch’essi occasionalmente giunti fino a noi perché sepolti dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.).
Sarà così possibile contemplare l’antico attraverso quanto ci è rimasto di originale e non attraverso elaborazioni posteriori. Accanto alla documentazione ceramica e pittorica, sculture, preziosi oggetti in oro, argento e vetro, ci consentiranno di cogliere la varietà delle suggestioni ispirate alla natura nel mondo classico.
Le prime raffigurazioni di età arcaica (nella sezione Lo spazio della natura) rappresentano una natura selvaggia: rocce, alberi, caverne ma soprattutto frequenti scene marine come nel caso del famoso naufragio, dipinto in maniera grandiosa e inquietante, del vaso della fine del VIII secolo a.C. dal Museo di Ischia decorato con una famosa scena di naufragio dipinta in maniera grandiosa e inquietante.
Il mare e la sua fauna sono celebrati anche più tardi su monete tarantine di V secolo e nelle celebri pitture funerarie di Paestum e continueranno ad apparire su grandi vasi a figure rosse della Magna Grecia di V e IV secolo a.C. Caratteristici i cosiddetti piatti da pesce provenienti dall’Apulia (odierna Puglia), con realistiche rappresentazioni di diverse specie, tutte ben riconoscibili e ancora oggi presenti nell’Adriatico. Ben presto nell’arco del tempo il rapporto dell’uomo con l’ambiente si sviluppa in senso simbolico (la natura come segno e metafora) come dimostra l’eccezionale lastra funeraria detta del Tuffatore dal Museo di Paestum. Emerge inoltre il valore metaforico di singole piante o animali (palma, alloro, ulivo) in specie nella ceramografia greca e magnogreca de V e IV secolo a.C.
L’arte figurativa elabora le storie di Dioniso legate al vino, quelle di Demetra legate al grano e all’alternarsi delle stagione nonché di Trittolemo, l’essere divino che ha insegnato all’uomo a seminare. Tra le opere della sezione La natura coltivata dono degli dei, la statua di Trittolemo dal Museo di Santa Maria Capua Vetere e le lastre votive (pinakes) di Locri, splendidi esempi di bassorilievi in terracotta di V e IV secolo a.C. rappresentano magnifiche raffigurazioni delle divinità della vite e del grano.
La mostra prosegue nella sezione Il giardino incantato raccontando come di diffonda il gusto per una rappresentazione decorativa di una natura esuberante che evoca giardini magici riferiti alla vita beata dopo la morte e alla rinascita in un mondo incantato. La natura è raffigurata in maniera più ornamentale che realistica e in composizioni di grande eleganza. I motivi naturalistici presenti sui vasi a figure rosse del IV secolo a.C. (eccezionali in mostra gli esemplari della collezione Intesa Sanpaolo e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli) si tramandano fino ad epoca romana su vasi, dipinti, elementi architettonici e d’arredo, su argenterie e su rilievi marmorei come il notissimo Rilievo Grimani prestato dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, con pecora e i suoi cuccioli in un ricco ambiente naturale.
In mostra sarà anche esposto il celebratissimo “Vaso blu” (I sec. d.C.) da Pompei ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, un prezioso reperto lavorato nella stupefacente tecnica del vetro-cammeo, con scene di amorini vendemmianti in bianco su fondo blu. L’opera, ottenuta eccezionalmente per l’esposizione, ritornerà a Napoli dotata di una nuova vetrina antisismica e antisfondamento grazie al supporto di Fondazione Bracco.
Le opere della quinta sezione della mostra Il paesaggio documentano come con l’affinarsi delle conoscenze naturalistiche, il paesaggio dipinto faccia il suo ingresso nell’arte di età ellenistica. Sia nella corte macedone che ad Alessandria, la raffinata produzione artistica è caratterizzata da scene paesistiche come sfondo di cacce regali e da storie mitiche, nonché da rappresentazioni di paesaggi campagne idilliache con alberi, rovine, pastori.
Il gusto per il paesaggio giunge a Roma, dall’inizio del I secolo a.C., con importanti testimonianze nelle decorazioni delle abitazioni non solo dell’aristocrazia ma anche della ricca borghesia di età imperiale. Un esempio sono le storie di Ulisse dei Musei Vaticani affreschi con grandiose scene mitiche sullo sfondo di ampi paesaggi di rocce, piante, animali ed anche le pitture provenienti dalle case pompeiane con scene mitologiche ora al Museo Archeologico di Napoli.
Nell’ultima sezione (Il verde reale e il verde dipinto) sono radunati spettacolari esemplari di pittura illusionistica di giardini che specialmente nel I secolo d.C. decoravano le domus romane, per decorarle e per amplificarne gli spazi. In mostra saranno affiancati ad oggetti d’arredo, come piccole sculture e puteali che ornavano gli spazi verdi ed erano riprodotti nelle pitture. Molti anche gli affreschi notissimi o meno noti (molti restaurati per l’occasione) che, assieme ad alcune celebri pitture con scene di ville e paesaggi marini, documentano il tono lussuoso delle dimore campane.
INFORMAZIONI UTILI
Mito e natura. Dalla Grecia a Pompei.
Palazzo Reale, Milano – Piazza Duomo 12
31 luglio 2015 – 10 gennaio 2016
mostra a cura di Gemma Sena Chiesa e Angela Pontrandolfo
orari
lunedì 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica
9.30-19.30
giovedì e sabato 9.30-22.30
il servizio di biglietteria chiude un’ora e mezza
prima della chiusura
ingresso
intero 12 euro
ridotto 10 euro: giovani fino a 18 anni, disabili,
militari, forze dell’ordine non in servizio,
insegnanti con tessera ministeriale o documento
attestante lo stato in servizio (no carta
identità)
info e prenotazioni
02 92800821