Dopo Roma e Taormina Damien Rice ha concluso la trance italiana del suo tour europeo a Villafranca di Verona. Un pubblico di fan affezionati lo ha accolto nella cornice, sempre suggestiva, del Castello Scaligero.
My Favourite Faded Fantasy è il suo ultimo album, dopo 8 anni dal precedente: 9. Il cantautore irlandese venuto alla ribalta nel 2002 grazie a The Blower’s Daughter -brano inserito nella colonna sonora di Closer, di Mike Nichols– è tornato con un disco dopo una lunga pausa ed è nuovamente un capolavoro, struggente e totale.
Come descrivere un talento come quello di Damien Rice? Difficile a parole, in effetti.
Richard Rodgers una volta per descrivere il talento di Barbra Streisand così l’ha descritto: «Nobody is talented enough to get laughs, to bring tears, to sing with the depth of a fine cello or the lift of a climbing bird». Per Damien Rice possiamo prendere in prestito, travalicando stili e generi, queste parole ché alla perfezione si adattano a descriverne il dono musicale che, come una grazia divina, lo accompagna da anni.
Nei suoi album, costruite su arrangiamenti romantici e struggenti, ingannevoli ballate si rincorrono in barbare confessioni. Accordi dolenti accompagnano la sua voce, ora live e come un soffio e ora straziata, dalla gelosia, dal risentimento, dal dubbio.
Damien Rice apre la serata con Delicate e non manca di proseguire canzoni dei primi album: Coconut Skins, Woman Like a Man. Poi introduce The Box e Long Long Way, dall’ultimo album: My Favourite Faded Fantasy. Per Long Long Way si accompagna con un harmonium prima di imbracciare nuovamente la chitarra. Dal pubblico una ragazza lancia un vocalizzo e lui chiede: canti? Certo, dice lei. Sali!, la invita lui. Per poi chiedersi se, forse, non sia stato un errore invitare sul palco quella ragazza biondereccia dall’aria un po’ alticcia. Assieme cantano Volcano. Lei è “allegra” tendente all’ubriaca marcia, ma almeno non è stonata, lui riesce a guidare la performance a buon fine.
Da My Favourite Faded Fantasy ancora The Greatest Bastard (forse la più bella dell’album, letteralmente incantevole) e conclude con It Takes A Lot To Know A Man, campionando sul palco chitarra, campanelli, clarino, batteria e voce Damien costruisce un arrangiamento potente dal nulla. Pubblico a bocca aperta,
Cannonball, 9 Crimes e The Blower’s Daughter i pezzi forti tenuti da parte per il bis.
I fan più affezionati finito il concerto lo attendono fuori dal castello, ormai sanno che è tradizione un after show. Come già a Taormina e Roma, Damien di notte risbuca e sedendosi per terra, in uno spiazzo antistante allo Scaligero, con la fidata chitarra canta i brani tralasciati durante il concerto –I Don’t Want To Change You, Rootless Tree, Trusty and True– parla con i fan, suona e duetta con loro. Le poche gocce non li hanno scoraggiati.
Sono le due di notte quando Damien Rice saluta e se ne va, dopo aver cantato nuovamente Delicate -apertura e chiusura- lasciando i fan che lo salutano con un profondo senso di gratitudine per aver condiviso con loro, in una notte d’estate quel suo talento che suona, più che speciale, come magico.
Scaletta
01- Delicate
02- Coconut Skins
03- Woman Like A Man
04- The Box
05- Long Long Way
06- Volcano
07- Amie
08- My Favourite Faded Fantasy
09- Elephant
10- I Remember
11- The Greatest Bastard
12- The Professor & La Fille Danse
13- It Takes A Lot To Know A Man
14- Cannonball
15- 9 Crimes
16- The Blower’s Daughter
Aftershow
01- I Don’t Want To Change You
02- Hallelujah
03- Rootless Tree
04- By My Husband (by two fans)
05- Cold Water (with a fan)
06- Colour Me In
07- Trusty and True
08- Older Chests
09- Delicate