A Trezzo sull’Adda in provincia di Milano inizia la seconda fase del Milano Expo 2015 – International contemporary art, un evento d’arte contemporanea nel contesto dell’Expo 2015.
Dal 31 agosto al 31 ottobre, sotto la supervisione dello storico dell’arte Giorgio Grasso, collaboratore di Vittorio Sgarbi e di Bosmat Niron, si terrà l’esposizione delle opere di più di quattrocento artisti provenienti da tutto il mondo.
In questo contesto, nella magnifica cornice della centrale idroelettrica “Taccani” per l’occasione adibita ad enorme spazio espositivo, saranno presenti quattro opere fotografiche di Claudia Cavallo.
Nella espressione fotografica della giovane artista viterbese – 28 anni, autodidatta – c’è il dettaglio e, assieme ad esso, il soggetto, che è quasi sempre costituito da un oggetto. In questo melange traspare un invito alla riflessione, posto con un incipit diretto agli occhi dello spettatore: il soggetto è immerso nel territorio naturale, tornando ad essere protagonista dell’ambiente circostante, così com’è, senza ricorrere ad eccessive forme di astrattismo o a contorni effimeri e sfuggenti. Linee nette, colori vivi e originali, senza stravolgimenti, permettono una concreta stimolazione emozionale dello spettatore che con l’immaginazione penetra la natura, non la osserva.
“Non c’è niente di inutile in natura; neppure la stessa inutilità; niente s’è intromesso in questo universo che non abbia posto adatto”. Con questi occhi Michel De Montaigne osservava la natura, come un tempio. Ne elogiava il suo complesso meccanismo, il suo continuo divenire, il suo virtuoso ciclo perpetuo.
Intaccato, intonso, funzionale. Niente s’è intromesso in essa e ciò che lo ha fatto trova una sua precisa posizione, un “posto adatto”. Così l’uomo che da essa stessa prende vita, in essa torna a rivivere ammirandola, prendendone parte, cercando rinnovamento spirituale. Osservando il dettaglio e facendolo proprio, astraendolo dal suo contesto naturale per rifletterci su. Quale migliore arte, se non quella fotografica, riesce in questo? A catturare l’istante, a fermare il dinamismo, inquadrarlo ed offrire riflessione? La giovane fotografa Claudia Cavallo ha deciso di rendere questo processo la base della sua indagine espressiva ed artistica.
Eppure non si tratta di immortalare con uno scatto la maestosità di una quercia secolare, ma di qualcosa di più, che vada a costruire attentamente un percorso espressivo, che non affidi gli scatti e le sensazioni al caso.
La sfera (dalla serie “Rifletti, da riflessione nasce l’ispirazione”, 2012. Nel 2014, selezionata dalla “Commissione DiVag” ed inserita nel catalogo della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma. Sempre nello stesso anno pubblicata sul volume storico”Mecenati del Contemporaneo”, una particolare pubblicazione, in edizione limitata a 1000 copie numerate), il manichino (nella serie “Trama”, del 2014), gli specchi, le maschere.
Talmente un obiettivo importante, per l’artista viterbese, quello di proseguire il suo viaggio introspettivo tra l’occhio umano e la natura da volerlo celebrare ed approfondire con l’ultima serie, in continua evoluzione, di opere fotografiche “dipinte con la luce”: “Dettagli”.
Una tela squarciata, in un chiaro riferimento a Lucio Fontana, apre un pertugio asimmetrico in cui va ad infilarsi l’occhio, l’unica possibilità per sfuggire ad un’involontaria cecità, circondati da immagini ed informazioni quotidianamente, che ci permette di vedere ma non sempre di cogliere ed osservare attentamente; sullo sfondo di questa apertura alla natura vi è il paesaggio, il soggetto fermo che passa, però, non più per una visione ampia ma diviene dettaglio del (det)taglio. Una sorta di zoom sentimentale che richiama la nostra attenzione su ciò che sta attorno.
Laddove ci sarà un microcosmo da esplorare, nella velocità siderale dei nostri tempi, ci sarà la Nikon della giovane Claudia Cavallo.
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