A Tarquinia il 3 e il 4 ottobre 2015 si ripopola e prende vita la Civita di Tarquinia, sede di una delle più importanti e potenti città degli Etruschi, l’antica Tarchna, definita da Vincenzo Cardarelli “…un mistero naturale e paesistico, una grossa macchinazione della fantasia religiosa e politica degli Etruschi….” (Villa Tarantola, 1948).
Nell’ambito dell’iniziativa del Comune (Assessorato alla Cultura) “Tarquinia a Porte Aperte”, che da ormai vent’anni (1995) ne fa conoscere al pubblico il denso mondo culturale, si aprirà al pubblico anche il sito della città antica. Questa occasione di visita si pone inoltre in concomitanza con la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo (4 ottobre).
A cura dell’Università degli Studi di Milano e della Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale, in tre postazioni fisse dislocate sul pianoro della Civita (90 ettari) esperti delle associazioni locali e dell’Università accoglieranno il pubblico dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00, iniziando le visite ogni ora.
Gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “V. Cardarelli” di Tarquinia accompagneranno i visitatori illustreranno le emergenze visibili con uno sguardo sul territorio e la cultura degli Etruschi. Gli studenti saranno affiancati dai membri dell’Associazione Fontana Antica.
Nella postazione al santuario dell’Ara della Regina si potrà ammirare il più grande tempio degli Etruschi attraverso le sue numerose fasi di vita, a partire dagli inizi del VI secolo a.C. I maestri costruttori hanno ingrandito la sommità del pianoro con un imponente basamento su cui si sono avvicendati almeno quattro grandi momenti architettonici. Fa parte delle fasi più antiche un pregevole muro policromo di contenimento e recinzione e delle più recenti la grande terrazza adibita a luogo di memoria. Nella storia del monumento si inseriscono i famosi Cavalli Alati e le terrecotte superstiti che fanno parte del frontone del Tempio III risalente all’inizio del IV secolo a.C.
Nella postazione della Porta Romanelli si potrà apprezzare il circuito delle mura. La maestosa porta, che prende il nome dal famoso archeologo Pietro Romanelli che scavò il Pianoro nella prima metà del secolo scorso, danno conto del rapporto dell’antica città etrusca con il fertile territorio retrostante. Una volta entrati lo spazio si chiude subito con uno stretto passaggio fiancheggiato da alte murature che portano in città, proprio dove si uniscono il Pian della Regina e il Pian di Civita.
Si tratta di un punto nodale dove si percepisce la sapiente regia urbanistica che dotò di mura la città laddove era necessario, anche per terrazzare e assicurare la fragile stabilità dei versanti, lasciando invece alla conformazione naturale la delimitazione della città verso il mare.