“Una freddura alla Oscar Wilde” commenta accanto a me Gabriele Mazzotta, storico editore milanese, fondatore della fondazione omonima. Gillo Dorfles sta concludendo la presentazione del suo ultimo libro “Gli artisti che ho incontrato” quando gli viene posta la fatidica domanda: “Che ne pensa di Jeff Koons?” Risposta di un fantastico 105enne, amico di Severini, Duchamp, Picasso, …: “E’ interessante il fatto che si diletti di queste cose.” Sbam. Applauso. Bye bye Jeff.
Questo è Dorfles. Punto. Questo è il suo nuovo libro, o meglio l’ennesimo volume che lo vede protagonista. Ci tiene a precisare in prima persona che “non è da considerare come una delle opere critiche”. Un “mattone” alto 10 centimetri arancione brillante, colore preferito da Gillo (la proposta “blu” è stata immediatamente scartata per manifesta “istituzionalità”), che raccoglie centinaia di articoli – spesso inediti e sconosciuti – del critico, scrittore, pittore, filosofo, … nell’arco della “breve” carriera di 85 anni. Passi e passaggi di notevole importanza storica.
Praticamente tutto il Novecento passato al setaccio dall’occhio, la penna e il pennello di Dorfles. Dal 1930 al 2015: 850 pagine più 7 di indice dei titoli, una miriade di artisti, amici, compagni, maestri storici che vanno da Kandinsky, Klee e Matisse ai più “giovani” Baj, Bonalumi (conosciuto grazie all’intermediazione del dentista che lo consigliò tra una seduta e l’altra), Castellani, Cy Twombly, fino alle presenze contemporanee dei giorni nostri. Avanguardie, Movimenti, Correnti, Arte Informale, Concettuale, Povera, Transavanguardia, … tutto quello che è ed è stata l’arte del XX secolo raccontata in prima persona da uno dei giganti della critica d’arte di ogni tempo.
Finalmente una grande “enciclopedia” che racchiuda in una volta la vasta produzione critica di Gillo: intuizione, chiarezza e partecipazione, miscelate nella stesso calamaio mentale e materiale, con le quali ha saputo penetrare nella personalità di ogni singolo artista. Indagatore totale, anticipatore geniale. “E’ sempre arrivato prima degli altri” racconta il curatore del libro Luigi Sansone. Mentre tutti narravano il Novecento italiano della Sarfatti, Dorfles trattava l’aeropittura futurista di Balla, Depero e Dottori. Lo spirito di Dorfles è quello di precedere i tempi. Fu tra i primi a scrivere degli astrattisti milanesi e comaschi di metà anni Trenta quando imperversava il figurativo. Recepì, comprese e scoprì i vari Bonalumi, Castellani (entrambi sconosciuti prima del pennino di Dorfles), Scarpitta, Manzoni e l’amico storico Lucio Fontana a cavallo tra i Cinquanta e i Sessanta. Tanto per citare i nostri più apprezzati e quotati artisti a livello internazionale tutt’oggi. Scrisse di loro articoli fondamentali, imprescindibili per una completa conoscenza storico-critica di essi.
Nel libro c’è tutto e di più. Testi didattici, informativi e teorici: tre aspetti non facile da mettere insieme. C’è il suo peculiare e vincente eclettismo. C’è “l’estetica” e ci sono “le persone”. “L’estetica non esiste senza il fare dell’arte“. “Le persone valgono più dell’artista”. Gillo Docet. Il kitsch oggi? “Siamo in un Paradiso di kitsch“. “Ogni epoca ha la sua non-arte, questo è un periodo carico di kitsch”. Gli fa eco Mazzotta alzandosi in sala: “Berlusconi è un esempio mondiale di kitsch“. Sbam. Ciao ciao Silvio.
Gillo Dorfles: gli artisti che incontrato (Skira, 2015). Un’antologia d’autore completa. Omessi solo gli articoli sulla Biennale di Venezia, già raccolti e rilegati da Scheiwiller, e quelli del Corriere. Per il resto un libro “mostruoso” come l’ha definito Dorfles stesso.
INFORMAZIONI UTILI
Gillo Dorfles. Gli artisti che ho incontrato
Collana: Skira Paperbacks
Editore: Skira
Argomento: Anteprime, Saggi, Skira Paperbacks
Lingua: italiano
Anno: 2015
ISBN: 885722978
Dimensioni: 14 x 21 cm
Pagine: 864
Rilegatura: Cartonato