Print Friendly and PDF

Il Giovane Salvator Rosa a Sorrento. Gli inizi di un grande maestro del ‘600 europeo

S.Rosa,Marina,-Napoli,-collezione_privata_LR
S. Rosa – Marina

Di quella sua “nuova vaghissima maniera di far paesi e marine, non più certo vedutasi fino allora per l’Italia” parlava, ammirato, negli anni Settanta del Seicento, il fiorentino Filippo Baldinucci, autore di una celebre biografia dell’artista napoletano.

Il 7 novembre al Museo Correale di Sorrento inaugura “Il Giovane Salvator Rosa. Gli inizi di un grande Maestro del ‘600 europeo”. Una mostra per i quattrocento anni della nascita dell’eclettico artista napoletano che fu pittore ma anche un apprezzato poeta e incisore.

S.-Rosa,-Paesaggio-con-derelitti,
S. Rosa – Paesaggio con derelitti

Grande innovatore della pittura di veduta, la fama di Salvator Rosa è legata alla rappresentazione di paesaggi e marine caratterizzati da una natura aspra e selvaggia. La mostra pone particolare attenzione agli inizi del suo percorso artistico, svoltisi negli anni Trenta del Seicento tra Napoli, sua città natale, e Roma. Il Museo Correale fa da cornice ad una piccola quanto preziosa selezione di circa venti olii su tela, provenienti da collezioni private e da cinque collezioni museali italiane (Museo di Capodimonte, Museo di San Martino, Museo Correale, Museo Filangieri, Galleria Corsini), alcuni mai esposti al pubblico.

Tra le opere in mostra merita nota la Marina con pescatori, custodita proprio nel museo sorrentino, forse la sua opera più precoce ad oggi conosciuta ed emblematica della fase giovanile del pittore. Una innovativa sezione di disegni documenta parallelamente lo stile grafico di Rosa, uno dei grandi disegnatori del Barocco italiano, illustrandone l’eredità e lo scambio dialettico con quei maestri coevi fondamentali per comprenderne il linguaggio: Ribera, Falcone, i due fratelli Fracanzano, Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro.

S. Rosa, Allegoria del Tempo bambino, New York, collezione privata_LR
S. Rosa – Allegoria del Tempo bambino

Salvator Rosa

Grande innovatore della pittura di veduta ed eccellente pittore di battaglie, nel solco della tradizione del maestro Aniello Falcone, Rosa sperimentò anche i soggetti cari al caposcuola napoletano Jusepe de Ribera, come i Filosofi, le singole figure di Apostoli, il martirio di San Bartolomeo o dei mitologici Prometeo e Tizio, nonché la pittura a soggetto Bambocciante (scene di banditi, esterni di osterie), per poi preferire la pittura allegorico-filosofica e di storia, quella che egli riteneva più idonea a rappresentare il suo genio.

I posteri lo ricordano anche per le celebri ‘stregonerie’, per la produzione di satire poetiche e di un nutrito corpus di disegni. Il mito di Salvator Rosa, alimentato dal fraintendimento delle sue idee politiche, fu grande nell’Europa del Sei e Settecento ed egli ottenne anche il riconoscimento di precursore del concetto del sublime.

S. Rosa, Studi di tre teste, Barcellona, collezione privata_LR
S. Rosa – Studi di tre teste

Nacque nel 1615 all’Arenella, allora villaggio fuori porta, oggi popoloso quartiere di Napoli. I suoi inizi artistici, seguiti agli studi condotti presso i padri Somaschi, lo videro al fianco dei cognati Cesare e Francesco Fracanzano, a loro volta perfettamente introdotti nel giro di Ribera, come ai seguaci di Aniello Falcone.
Il rapporto con Micco Spadaro fu, in effetti, fondante anche per comprendere le motivazioni del viaggio a Roma, dove Rosa si recò la prima volta a metà degli anni Trenta, per tornarvi più stabilmente sul crinale di quello stesso decennio. Nell’autunno del 1640 egli era già a Firenze, dove fu attivo per un decennio, al principio scandito dal successo sulla scena locale, conquistata dalla sua favella facile, dalle capacità istrioniche, dalla manica larga, e poi da amicizie profonde e sincere, testimoniate nel ricco epistolario. Egli ritornò a Roma nel 1649, avendo un’era di altri grandi successi professionali, ma anche di difficilissimi momenti personali, dovuti al carattere complesso e collimati nelle inimicizie di prelati della Santa Inquisizione, che gli costarono, indirettamente, la perdita dell’adorato figlio Rosalvo nella terribile peste napoletana del 1656.

Morì nella città dei papi nel marzo del 1673.

INFORMAZIONI UTILI

Il Giovane Salvator Rosa. Gli inizi di un grande Maestro del ‘600 europeo

Museo Correale di Sorrento

7 Novembre 2015 – 31 gennaio 2016

Commenta con Facebook

leave a reply

*