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Shakespeare Lives in 2016, il tour mondiale

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Presentato ieri, 29 ottobre, il programma ufficiale del tour mondiale dedicato al padre della drammaturgia moderna

Il 2016 sarà un anno importante per la storia della drammaturgia europea che celebrerà il quarto centenario della morte di William Shakespeare. Per l’occasione, il British Council e il marchio GREAT Britain hanno reso pubblico, in concomitanza con la fine di Expo, il programma ufficiale di SHAKESPEARE LIVES IN 2016.

Il tour mondiale alla scoperta del drammaturgo più famoso al mondo toccherà oltre 140 Paesi, con innovative produzioni teatrali, film, mostre, letture pubbliche e risorse dedicate al mondo della scuola e all’istruzione nel suo complesso.

Un mega evento carico di aspettative tanto quanto lo è la drammaturgia shakespeariana che resiste alle rivoluzioni del tempo grazie a quella sua capacità di condurre ogni uomo, in un viaggio dall’amore alla morte, alla scoperta della sua parte più intima e fragile.

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Esplorato in lungo e in largo dalla cinematografia fin dai suoi albori, Shakespeare, nel nuovo millennio, trova una nuova anima. Ce lo racconta Michael Almereyda, che ambienta il celebre monologo “essere o non essere” in un blockbuster nella New York del 2000. Ecco che Ethan Hawke, moderno Amleto, cinefilo accanito e appassionato di videogames, si perde nel labirintico percorso fatto di videocassette a noleggio e insegne “Action” quando il suo fantasma si rivela sul televisore in versione Jocker. Un film che riflette sul post-moderno con uno sguardo non banale e ricco di citazioni.

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Cambia le regole anche Julie Taymor che, nel 2010, gira “The Tempest”. Seppur la pellicola mantenga l’ambientazione originale dell’ultima delle opere Shakesperiane, sovverte le regole del genere e trasforma il mago Prospero in una donna. Grazie alla strabiliante interpretazione di Helen Mirren il film viene scelto per chiudere la 64ª mostra del cinema di Venezia senza però arrivare mai nelle sale italiane.

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Si spingono ancora più oltre i fratelli Taviani con “Cesare deve morire” che nel 2012, spalanca le porte del Carcere di Rebibbia al grande pubblico aggiudicandosi l’Orso d’oro al Festival di Berlino. Scegliendo la strada del work in progress e utilizzando coraggiosamente il bianco e nero, danno una seconda chance ai detenuti dell’istituto penitenziario romano. 

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Così dalla messa in scena del dramma vecchio quattro secoli, questi uomini, isolati dalla società per i crimini commessi, rivivono attraverso la cultura le loro personali tragedie, per trarne, chissà, un insegnamento che va oltre a ciò che la macchina da presa è in grado di cogliere.

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www.shakespearelives.org

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