Domenica 18 ottobre 2015, la FAI Marathon di Milano con il tema “il cuore di Milano e l’identità di una città nella ricerca del Bene comune” ha proposto un itinerario aperto, riuscendo ad aggiudicarsi il primato di delegazione migliore di Italia. Le nove tappe scelte sono state aperte esclusivamente per la giornata e, ciò, ha reso ancora più speciale la maratona. Tra queste però ve ne è una che rimane sempre aperta: Il giardino della Guastalla. Quella “chicca” tra la Biblioteca Sormani e l’Ospedale Maggiore Policlinico.
Se potesse parlare racconterebbe la storia di Milano, riferendo la gioia dei ragazzi dell’ultimo giorno di scuola che lo trasformano in un capo di battaglia ricoperto di farina e l’emozione provocata dal primo bacio su una panchina o per la laurea tanto attesa. Pur essendo un luogo con un alto tasso di frequentazione, sono pochi coloro che realmente conoscono la storia del giardino.
LA STORIA DEI GIARDINO DELLA GUASTALLA
Nel 1555 la Contessa della Guastalla (Reggio Emilia), Paola Ludovica Torelli, ha acquistato il territorio oggi occupato dai giardini da un famoso medico milanese Matteo delle Quattro Marie vendendo la propria contea a Don Ferrante Gonzaga.
Qui costruì il “Collegio della Guastalla” che ospitava ventiquattro giovani ragazze, tra i 10 e i 22 anni, appartenenti a famiglie nobili decadute. Lo scopo del collegio era dare vitto, alloggio, educazione e una dote in modo tale che le giovani donne non prendessero i voti contro voglia né, ancor peggio, si prostituissero.
Il giardino è fondamentale perché svolge una triplice funzione: relax, educazione e sostentamento. Quest’ultima avveniva grazie agli orti coltivati nel parco, agli alberi da frutta e dalle numerose specie di pesci allevati nella peschiera barocca.
La peschiera è stata costruita nel Seicento, sostituendo un laghetto artificiale che fu sotterrato per motivi igenici. E’ costituita da una balaustra in granito bianco e successivamente è stata aggiunta una ringhiera in ferro battuto.
La seconda funzione – l’educazione – è la più particolare. La Contessa diceva: «le fanciulle sono come le viti novelle, che se si appoggiano a pali ritti crescono ritte, se a torti, vengono torte e difettose». Riteneva che la bellezza stessa fosse educativa e quindi che le fanciulle dovessero vivere immerse in essa.
Per questo nella costruzione, è stata messa una cura particolare, sia dal punto di vista botanico che architettonico. Il parco è costituito da 183 alberi tra i quali si segnalano la catalpa bignonioides walt, detta anche l’albero dei sigari e il bosso, un piccolo arbusto dalla chioma facilmente modellabile che testimonia il fatto che “la Guastalla” sia un giardino all’italiana che si basa su una particolare corrente filosofica secondo la quale l’uomo domina la natura.
La Catalpa Bignonoides Walt è stata importata in Italia dall’America meridionale per scopi decorativi, dato il suo tronco possente che contorcendosi su se stesso par essere una scultura vegetale. Gli Indiani d’America lo chiamarono l’albero dei sigari per il particole frutto simile ad un fagiolino. Mentre il nome più tecnico di catalpa bignonioides walt è stato dato perché assomiglia alle piante del genere Bignonia.
Dal punto di vista architettonico, oltre alla peschiera barocca seicentesca, si segnalano in posizione più defilata l’edicola di Maria Maddalena e il Tempietto Neoclassico.
L’Edicola di Maria Maddalena costituisce un altro elemento tipico dei giardini all’italiana, utilizzato per richiamare le caratteristiche della grotta. All’interno vi è la statua in terracotta di Maria Maddalena assistita dagli angeli che rappresenta un modello da seguire per tutte le fanciulle del collegio. La Santa, dopo la morte di Gesù, aveva infatti deciso di intraprendere una vita modesta da eremita. Questo monumento era un elemento asimmetrico fino al ‘700.
Il tempietto Neoclassico, costruito dall’architetto Cagnola, poggia su sei colonne ioniche. Al suo interno vi è la rappresentazione di una Ninfa che controbilancia l’edicola rendendo simmetrico il giardino.
Nel 1937 il Comune di Milano ha deciso di espropriare il collegio a Monza. Nel 1938 sono stati aperti al pubblico in seguito ad un importante restauro ad opera dell’architetto Gerla che ha sostituito il muro di cinta con una recinzione che mettesse in comunicazione l’interno e l’esterno.
INFORMAZIONI UTILI
Giardini della Guastalla Giardino Pubblico Via Francesco Sforza, 25, 20122 Milano MI