La 22esima edizione di Artissima sta per aprire i battenti per il quarto anno consecutivo sotto la direzione artistica di Sarah Cosulich e ancora una volta presso l’Oval di Torino, spazio che nel 2006 ha ospitato i Giochi Olimpici Invernali.
Con 207 gallerie partecipanti e provenienti da 31 Paesi, Artissima si configura come una delle poche fiere italiane di respiro internazionale che riesce ogni anno a rinnovarsi, a giocare d’anticipo – come nel caso del Premio illy Present Future assegnato nel 2014 all’artista Rachel Rose – ma specialmente a dare spazio ai più giovani.
Dal blog Ketchup Drool curato dalla giovanissima Lucrezia Calabrò Visconti, passando per esperienze come Per4m, con il quale quest’anno si rinnova l’appuntamento di arte performativa. Una fiera d’arte contemporeanea che, pur tenendo costantemente puntato l’obiettivo su Torino – la sezione In Mostra ne è l’esempio – riesce a espandere la sua influenza al di fuori dei confini nazionali. Sin dal 1994 Artissima è propulsore per un mercato, quello del collezionismo e delle gallerie, dai trend convenzionalmente mutevoli.
Oltre che sugli ospiti, per i quali quest’anno Maurizio Vetrugno ha trasformato la Vip Lounge in Opium Den, sala dalla reminiscenze orientali, l’attenzione sembra puntata sulle New Entries di questa stagione, le nuove gallerie attive nel panorama artistico internazionale da meno di cinque anni.
Sale quindi l’eccitazione, ammette Pieter Dobbelsteen, direttore dalla Cinnamon Gallery di Rotterdam perché “Artissima è la nostra prima importante partecipazione internazionale. In termini di vendite ci si aspetta sempre il massimo e per questo stiamo arrivando a Torino propositivi, aperti a nuove conoscenze, pronti a rinforzare legami e soprattutto a lasciarci ispirare”.
Un progetto permeato da rievocazioni scandinave quello che la sua galleria presenterà nel proprio stand. “I lavori di Theis Wendt and Lars Morell sono stati selezionati perché entrambe le artiste muovono dalla nozione di illusione, creando un’intensa sovrapposizione di temi”.
Le oltre 2.000 opere che Artissima 2015 presenterà al pubblico si legano alla partecipazione di più di 50 curatori e direttori di musei coinvolti da ogni parte del mondo. Ed è Joseph Allen Shea, direttore dell’Allen Gallery di Parigi a dichiarare che “essere circondati da gente che si rispetti e con la quale allo stesso tempo ci si possa confrontare è una delle condizioni migliori per una fiera d’arte contemporanea”.
Il profilo mondiale che caratterizza l’evento riesce a produrre un senso di identificazione sia per gallerie come la Piero Atchugarry, che vanta un direttore di origini italo-uruguaiane, sia per gallerie come la Cinnamon che ricercano alti standard qualitativi: “Qual è la reputazione dei collezionisti che prendono parte? Quanto internazionalizzata si dimostra la fiera? Si è aperti a nuovi esperimenti? Artissima ha sicuramente una grande reputazione in questo senso perché sa rispondere a tali domande.”
Non ci resta quindi che attendere con ansia tutto quello che questa 22esima edizione di Artissima ha da offrirci, compresi i tanto agognati white truffles con i quali Joseph Allen Shea ironicamente ci confessa di voler concludere le sue vendite.