Nei primi due giorni di dicembre Wannenes presenta quattro aste: “Gioielli” il 1 dicembre con due sessioni alle 15.00 e alle 20.30, “Tappeti e Tessuti Antichi” il 2 dicembre alle 10.30, e infine, i “Dipinti Antichi e del XIX secolo” a partire dalle 15.00 sempre del 2 dicembre.
L’asta dei gioielli offre un catalogo ampio e variegato, valorizzato dagli esempi di alta gioielleria come Cartier, Van Cleef & Arpels, Boucheron, Bulgari che sono stati, e continuano ad essere i punti di riferimento a livello internazionale del Fine Jewelry.
È da segnalare una spilla in platino di Cartier del 1910 a due gocce intrecciate in diamanti taglio vecchio del peso stimato di carati 3,00 (lotto 466, stima 15.000 – 20.000 euro), come una importante collana di Boucheron del 1950 circa, a maglie ovali traforate trattenuti da motivi a fiocco, decoro a milligrano, diamanti taglio brillante del peso stimato di carati 10,00, punzone francese del platino e firma ‘Boucheron Paris’ (lotto 476, stima 25.000 – 35.000 euro).
Di particolare eleganza è una spilla anni ’50 in oro, rubini e diamanti a forma di spiga di grano di Van Cleef & Arpels (lotto 407 stima 18.000 – 28.000 euro), così come affascinante resta la sperimentale sac de soir di Bulgari anni ’60 in oro con monete romane e brillante (lotto 387, stima 32.000 – 42.000 euro).
Di una grazia essenziale è, poi, una collana in oro bianco, rubini e diamanti del 1940 circa, con motivo centrale con un diamante taglio cuore del peso stimato di carati 2,20, quattro diamanti taglio goccia del peso complessivo stimato di carati 2,00, collana in diamanti taglio vecchio del peso complessivo stimato di carati 4,00, rubini taglio rotondo per un peso complessivo stimato di carati 7,00 (lotto 347, stima 10.000 – 20.000 euro).
Infine due anelli di assoluto fascino sono quello in argento e oro di fine Ottocento con uno zaffiro di 11,83 carati e certificato GRS (lotto 313 stima 17.000 – 25.000 euro), e un solitario in oro bianco e diamante di taglio smeraldo del peso stimato di carati 4.30 (lotto 500, stima 22.000 – 32.000 euro).
Per quanto riguarda il catalogo dei tappeti e dei tessuti antichi, il primo di David Sorgato come responsabile del dipartimento, è sicuramente molto interessante un frammento di arazzo fiammingo realizzato a Bruxelles nel 1660 circa, usato come sopraporta, ordito in lana, con la trama in seta con fili d’argento e oro laminato (lotto 620 stima 2.500 – 2.800 euro), così assai rara è la coppia di Aubusson a motivo bizarre, con fiori, foglie e conchiglie su fondo nero.
Si tratta di una piccola produzione della fine dell’Ottocento, e se ne conoscono pochi al mondo: andrà sottolineato l’estrema rarità di due esemplari identici e in perfetto stato di conservazione, un evento abbastanza straordinario nella storia del commercio antiquario. Nate dal gusto dominante in Europa a partire dal Seicento per la chinoserie, e legate alla volontà di promuovere delle produzioni locali che potessero far concorrenza ai prodotti importati dall’Oriente questi tessuti e sete bizarre si usavano per gli abiti, per le tende, per i tappeti.
Il termine bizarre in realtà, non veniva usato, e le sete esotiche si definivano le orientali…solo nel 1947 lo storico Vilhelm Sloman doveva coniare il temine che descrive questo insolito stile naturalistico fatto di fiori, frutti e foglie che poggiano su conchiglie o piedistalli, disposti in ordine sparso, in estrema libertà, in uno schema tutto teso a rompere le regole del sistema compositivo simmetrico (lotto 626, stima 8.500 – 9.500 euro).
Tra i tappeti molto significativo appare un Seikhur dell’area di Kuba (Nord Caucaso) del 1900 circa, con il classico e ricercato decoro a croce di Sant’Andrea (lotto 719, stima 2.500 – 3.500 euro), mentre decisamente elegante è un esemplare cinese realizzato a Pechino nel XX secolo con decoro buddhista e un insolito e piacevole medaglione centrale ricco di disegni benaugurali: un insieme di animali‚ fiori‚ un albero‚ delle montagne appuntite e un lago (lotto 734, stima 2.500 – 3.500 euro).
Protagonista assoluto dell’asta di dipinti antichi è la grande Vocazione di San Pietro e Andrea di Luca Giordano del 1690 (di misure museali, si parla infatti di 240 x 379 cm), dove l’artista, stemperato il naturalismo caravaggesco in colorismi di impronta veneta, guarda alla maturità romana di Raffaello per delineare un nuovo e originale vocabolario espressivo (lotto 964, stima 60.000 – 80.000 euro). Da segnalare poi la Santa Cecilia del pisano Luigi Garzi (1638-1721): è un artista che si forma e lavora nella Città Eterna. Dopo un apprendistato presso “Salomon Boccali pittor di paesi”, frequenta l’atelier di Andrea Sacchi e indirizza i suoi studi verso il classicismo di Raffaello, Domenichino e Nicolas Poussin, non dimenticando l’accademia classicista bolognese, in particolare Giovanni Lanfranco (lotto 916, stima 4.000 – 6.000).
Di grande piacevolezza sono due giocose Allegorie di putti, levigate e gentili del talentuoso torinese Vittorio Amadeus Rapous, dove si riflettono le suggestioni di Francesco De Mura e Corrado Giaquinto, inviati alla corte sabauda da Filippo Juvarra (lotto 975 stima 6.000 – 8.000 euro). Infine, La morte appare a un banchetto di Domenico Carpinoni, databile al terzo-quarto decennio del XVII secolo, è una intrigante tela dal complesso excursus attributivo e dalla difficile interpretazione iconologica, ma che si impone per la sua graffiante forza grottesca di impronta caravaggesca, aggiungendo una connotazione ironicamente tetra al ‘definitivo’ tema del memento mori (lotto 995, stima 3.000 – 5.000 euro).
Per i dipinti del XIX secolo, sarà da mettere in evidenza il vibrante acquarello raffigurante il Vesuvio visto da Posillipo di Salomon Corrodi, dove l’artista svizzero sfoggia il suo naturale talento nel riprodurre con limpida luminosità ogni passaggio cromatico, come si può notare nelle lingue di luce che accarezzano le acque turchine del Golfo, che paiono scandire la quinta scenica tra le coste, il Vesuvio sullo sfondo e le barche sul mare (lotto 1060, stima 7.000 – 9.000 euro). D’identica intonazione romantica appare infine la veduta di Paestum di Antonio Pitloo, dove la suggestione del Grand Tour sembra alimentarsi del compiacimento descrittivo tipico della tradizione fiamminga (lotto 1055, stima 10.000 – 15.000).
WANNENES
Aste 1/2 dicembre 2015
Palazzo del Melograno
Piazza Campetto 2, Genova
Cataloghi e info: www.wannenesgroup.com