16 ottobre 2016: segnatevi questa data. Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato riapre dopo il completamento dell’avveniristico ampliamento a forma di navicella spaziale dell’architetto d’origine indonesiana di stanza a Rotterdam Maurice Nio e la ristrutturazione dell’edificio originario progettato dall’architetto razionalista Italo Gamberini.
L’istituzione, inaugurata nel 1988, — la prima in Italia con una sede costruita ex novo per esporre, collezionare, conservare, documentare e diffondere le ricerche artistiche più avanzate — si appresta a diventare un punto di riferimento internazionale per la sperimentazione dei molteplici linguaggi artistici contemporanei. La missione del Centro Pecci sarà, infatti, quella di indagare tutte le discipline della cultura contemporanea, toccando anche cinema, musica, perfoming arts, architettura, design, moda e letteratura. Un luogo non solo espositivo ma il più versatile e trasformabile possibile dove transdisciplinare, multiforme, multidisciplinare e multimediale saranno le parole chiave.
Nel corso della sua storia quasi trentennale, il Centro Pecci ha realizzato e promosso oltre 260 progetti espositivi con una programmazione fortemente orientata all’innovazione e alla sperimentazione: dall’inaugurazione del Centro con l’esecuzione dell’opera Ofanim I scritta e diretta da Luciano Berio alla prima mostra nel 1990 mai dedicata agli artisti russi fuori dall’URSS, a quattro mesi dalla caduta del Muro di Berlino, dall’istituzione del primo corso per curatori in un museo italiano alla mostra dedicata al regista Federico Fellini, dalla retrospettiva di Gerhard Richter, che anticipa di due anni la celebrazione dell’artista al MoMA di New York alla retrospettiva di Yves Klein, coprodotta con il MAMAC di Nizza, che anticipa la celebrazione dell’artista al Centre Pompidou di Parigi, fino alla più estesa mostra di Robert Morris mai realizzata da un museo italiano.
In attesa della sua riapertura, sotto la direzione di Fabio Cavallucci, il Centro Pecci ha intrapreso una serie di iniziative finalizzate a mettere al centro il dibattito, il confronto sull’attualità per tornare alle radici del “fare cultura”, attraverso numerosi strumenti dialogici e di condivisione come conferenze, workshop, forum, mappatura della creatività emergente e un’articolata e innovativa attività didattica che fu avviata da Bruno Munari. La mostra di apertura occuperà tutta la superficie del Centro Pecci e sarà affiancata da una serie di eventi collaterali, spettacoli teatrali e di danza, performance, concerti, proiezioni, talk e incontri.
Il complesso ospiterà l’archivio e biblioteca specializzata CID/Arti Visive, che conta un patrimonio di circa 50.000 volumi, il teatro all’aperto, l’auditorium, il bookshop, una caffetteria / bistrot e un’area polifunzionale dedicata ai bambini.