Desiderio e conquista in Heart of the Sea. Le origini di Moby Dick.
È dal nulla che è nata la sfida, destinata a trasformarsi in ossessione. Così è nata la leggenda di Moby Dick, la balena bianca che ha ammaliato i marinai. Una storia, quella di Herman Melville, che ha visto la sua trasposizione nel film Heart of the Sea. Le origini di Moby Dick. Ma in che cosa consiste? È un’epopea marinara diretta da Ron Howard, regista di A Beautiful Mind e Rush.
Il romanzo scritto da Herman Melville appartiene all’American Renaissance, quel movimento letterario e culturale nato intorno alla seconda rivoluzione industriale. L’immigrazione e la modernizzazione sono solo alcuni dei temi affrontati dagli autori del tempo. Melville ha attinto da una storia vera per scrivere il suo capolavoro. Nell’inverno del 1820, in un’epoca in cui l’olio di balena valeva quanto il petrolio, la baleniera del New England Essex s’inoltrò al largo dell’Oceano Pacifico seguendo le rotte inesplorate. Fin qua tutto nella norma.
Il viaggio, però, si trasforma in sfida quando è la preda a diventare il cacciatore. Una balena dalle grandi dimensioni attacca la nave. Il disastro marittimo che ne consegue ha ispirato Melville a scrivere un’epopea paragonabile alla Divina Commedia di Dante e all’Odissea di Omero. Il viaggio, infatti, si trasforma in un’allegoria.
Non è un caso che Herman Melville sia stato definito dallo scrittore Nathaniel Hawthorne come il «novello Omero». In effetti, anche in Moby Dick ricorrono i temi classici: la lotta epica fra il bene e il male rappresentata da Achab, il capitano della baleniera Pequod, e dalla balena Moby Dick. Il male, però, riesce a insinuarsi nello stesso Achab, poiché l’ossessione di catturare quella gigantesca balena diventa lesiva per lui. «La Balena Bianca gli nuotava davanti come la monomaniaca incarnazione di tutte quelle forze malvagie da cui certi uomini profondi si sentono rodere nell’intimo», così racconta il romanzo nella traduzione di Cesare Pavese. Il film di Ron Howard Heart of the Sea. Le origini di Moby Dick è tratto, invece, dal libro Nel cuore dell’oceano – Il naufragio della baleniera Essex di Nathaniel Philbrick, vincitore del National Book Award per la Saggistica nel 2000. Non fantasia, dunque, ma realtà. Nathaniel Philbrick racconta il viaggio della baleniera Essex che è stata assaltata e risucchiata in mare da un capodoglio.
Nella sostanza, però, quasi o nulla cambia nel film. In Heart of the Sea. Le origini di Moby Dick c’è tutto il fascino dell’Assoluto, dell’uomo che insegue, e che rischia tutto per ottenere ciò che desidera. La balena, come ha scritto Melville, è: «L’insieme la causa intensificante nelle cose più atterriscono l’uomo». Come un mare in tempesta che tutto travolge, ma che è anche l’espressione più forte di una natura allo stesso tempo affascinante e crudele, così anche il film sembra ricalcare quelle atmosfere a metà fra la liricità e il dramma interiore.
Vince in questo caso l’impatto visivo, che è convincente e il vero punto di forza del film. Prevale, infatti, sulle relazioni umane.La natura è un’entità tremenda. Il mare e gli abissi ne sono un esempio. Più forte della natura è l’impossibilità dell’uomo di accettare i propri limiti e fare di tutto per ottenere ciò che desidera. «L’uomo contro l’uomo, l’uomo contro la natura, l’uomo contro se stesso» ha spiegato Benjamin Walker che nel film interpreta la parte dell’inesperto capitano George Pollard. Tant’è che le relazioni fra i vari personaggi diventano quasi secondarie. Colpisce Chris Hemsworth, che interpreta il veterano primo ufficiale della nave Owen Chase. È lui a incarnare lo spirito del romanzo di Melville. Ed è sempre lui che rappresenta l’uomo disposto a tutto pur di conquistare. Alla fine, però, emerge lo spirito di sopravvivenza. Perché come ha scritto Herman Melville: «Ma è vana impresa volgarizzare gli abissi, e ogni verità è un abisso». Nella vita è importante avere certezze. Senza perdere mai l’ambizione.