Print Friendly and PDF

Il caso Spotlight: l’indagine sui preti pedofili in corsa per gli Oscar 2016

spotlight

Spotlight, film co-scritto e diretto da Tom McCarthy, in corsa per gli Oscar 2016; in sala dal 18 febbraio.

Presentato fuori concorso alla 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia Spotlight è ora candidato a 6 premi Oscar: miglior film, miglior regia (Tom McCarthy), miglior attore non protagonista (Mark Ruffalo), miglior attrice non protagonista (Rachel McAdams), miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio.spotlightIl film ruota attorno al gruppo investigativo Spotlight, squadra di giornalisti del Boston Globe.
Nel 2001, con l’arrivo del nuovo direttore, al gruppo viene affidata un’indagine sugli abusi di minori da parte dei sacerdoti cattolici nell’arcidiocesi cattolica di Boston. L’indagine valse il Premio Pulitzer di pubblico servizio al quotidiano nel 2003.

Il caso Spotlight mette in luce come nella città di Boston nessuno avesse un grande interesse a rompere il silenzio attorno a questo orrore. Il giornale stesso aveva ricevuto prove di abusi 10 anni prima che la l’indagine del 2001 iniziasse, ma in qualche modo la storia venne minimizzata e fatta  cadere nel dimenticatoio. Le indagini prendono ufficialmente il via con l’arrivo del nuovo direttore: Marty Baron, ebreo e non bostoniano.spotlightSpotlight ha alcuni cliché forse inevitabili: i giornalisti maschi sono rappresentati come cani sciolti, scapigliati e senza orari, sempre di corsa e pronti a battere il pugno sulla scrivania per salvare il mondo. Insomma, c’è -qui e là- del machismo.

Il film di McCarthy ha però il grande pregio di evitare sensazionalismi e non cade mai nel cattivo gusto, mette al centro della storia i giornalisti e si muove cauto tra le testimonianze dei sopravvissuti agli abusi senza mai perdere in ritmo o tensione.

Mark Ruffalo è il giornalista Michael Rezendes, in un’interpretazione appassionata e a tratti commovente; Rachel McAdams la sua collega Sacha Pfeiffer. Michael Keaton interpreta l’editor Robby Robinson.

Liev Schreiber è il nuovo direttore, Marty Baron, che insiste -con decisione ma senza mai scomporsi- sulle indagini sin dal primo giorno.

Vediamo così come l’indagine su un prete pedofilo a Boston diventa un’indagine su 13 preti pedofili a Boston. E come l’indagine su 13 preti pedofili a Boston diventa un’indagine su 87 preti pedofili a Boston. Il gruppo Spotlight, quasi senza rendersene conto, si trova così in mano un vaso di Pandora.

I giornalisti rimbalzano tra l’avvocato Eric MacLeish (Billy Crudup) che aiuta l’arcidiocesi a mantenere tutto nel silenzio e l’avvocato Mitch Garabedian -uno Stanley Tucci sempre in grandissima forma- che lavora invece dalla parte delle vittime.spotlightL’indagine del gruppo Spotlight si divide tra il raccogliere le testimonianze dei sopravvissuti agli abusi e il cercare di portare alla luce alcuni documenti che comprovano come la chiesa sapesse tutto di queste violenze. Documenti legalmente sigillati, i giornalisti della squadra Spotlight devono trovare il modo di renderli pubblici.

11 settembre 2001. Il mondo si ferma. L’indagine, entrata nel vivo, subisce uno stop; ma è solo una pausa, pochi mesi dopo il gruppo di Spotlight è pronto a ripartire. Una parola, un drink, un cipiglio e uno sguardo sul campo da golf o al ballo di beneficenza, questo tutto ciò che era necessario per far rispettare il silenzio. Ma il vaso di Pandora è ormai aperto…

Al termine dell’indagine Bernard Francis Law, allora arcivescovo metropolita di Boston, è stato costretto a dimettersi per non aver denunciato pubblicamente i sacerdoti coinvolti nonostante fosse a conoscenza da anni di questi abusi. Bernard Francis Law Nel 2004 diventa arciprete della Papale Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore. È stato promosso.

Spotlight è un film sobrio, asciutto, ha poche scene madri -ma molto buone- e racconta con lo stile adatto una storia importante. Una storia che non riguarda solo Boston. Una storia che, come ci ricordano il Cardinal Bagnasco e le linee guide della CEI, non è ancora chiusa: «Il vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale, non ha l’obbligo giuridico, salvo il dovere morale, di denunciare all’autorità notizie riguardanti casi di abusi su minori da parte dei sacerdoti». Italia, 2014.

Commenta con Facebook

leave a reply