La grande scommessa, tradotto dall’originale The big short, è un film diretto da Adam McKay (Anchorman e Anchorman 2), scritto con Charles Randolph da un riadattamento del best-seller di Michael Lewis. Mentre il libro ha un taglio documentaristico, la versione da grande schermo ai fatti mischia l’isteria e l’ossessione dell’alta finanza.La grande scommessa non vuole semplicemente riportare gli avvenimenti e gli antefatti che hanno portato alla crisi finanziaria del 2008, ma vuole soprattutto trasmettere l’aridità, l’eccitamento e le manie del mondo di Wallstreet e dei suoi fedeli discepoli. Ovviamente ci sono anche la bolla dei subprime, la disfatta di Lehman Brothers, i milioni di sfrattati e i CDO sintetici.
In passato c’e già stato chi si è voluto cimentare nell’impresa di raccontare in modo chiaro o quantomeno comprensibile il biennio 2007/08, ma come a voler complicare l’impresa gli economisti hanno addirittura inventato un gergo così criptico da confonderci per non permettere ai più di comprendere quel gioco di scatole cinesi.
“Eh ma e troppo complicato”, ci hanno sempre detto, perché oggi c’è ancora qualcuno, come ci ricorda Ryan Gosling nei primi minuti di film, che di questo crollo non ha ancora capito nulla.
E allora a spiegare quei fatti e retroscena ci prova, e ci riesce con intelligenza, Adam McKay. Proprio lui che da sempre si occupa di commedie e che fa -per onor di completezza- anche di The Big Short una commedia, ma nera s’intede.
La grande scommessa si apre e si svincola dalle febbrili conference room di Manhattan alle strade desolate delle Florida, ripercorrendo i fatti che anticiparono il tracollo, a partire dal 2005.
L’anno in cui qualcuno comincia a capire il trucco che si nasconde dietro all’imponente e determinante mercato edilizio americano.Praticamente impossibile, ma neanche voluto da regista, è allontanarsi troppo dagli aspetti più tecnici per addentrarsi nella vita dei personaggi; ma è proprio sulla bellezza e la bravura degli personaggi/attori che si basa questo film.
C’è il tipo antisociale: il Dottor Micheal Burry, un impeccabile Christian Bale dall’occhio di vetro che indossa maglietta ed infradito e che a colpi di death metal scommette sulla catastrofe finanziaria. C’è l’isterico e collerico: Mark Baum, ovvero Steve Carrel, responsabile di un fondo speculativo che con questa scommessa intraprende la sua personale crociata contro le grandi banche per dare sfogo al suo più profondo disprezzo. Ci sono poi i giovanissimi, i compagni di scuola che fanno di conto e che da dentro un garage puntano a Wall Street, ma non lo fanno da soli. Ricorrono ad il prezioso aiuto di un ex mago della finanza, interpretato da Brad Pitt, ritiratosi per una vita pacifica e ossessivamente ecologica.
A collegare questi strani e autentici personaggi, quasi a guidarli verso l’apocalisse c’è un cinico e lampadato Ryan Gosling, Jared Vennet impiegato della Deutsche Bank. Di tanto in tanto Ryan sarà guida anche per il pubblico, e per fare chiarezza si servirà di una Margot Robbie tra la bollicine o del padre della finanza Richard Thaler ad un tavolo da gioco di Las Vegas insieme a Selena Gomez.
Adam McKay svolge bene un compito difficile: La grande scommessa offre a chi di economia poco si intende, una vaga idea di ciò che colpì il mercato nel 2008. Lo fa attraverso stratagemmi e “spiegoni” ben piazzati per ovviare a quello slang finanziario che impedisce solitamente di capire un buon 90% di quello che viene detto.
Vi ritroverete comunque per tutto il film a grattarvi la testa, con lo sguardo vitreo e la mente piena di domande, ma insieme a questi momenti ce ne saranno tanti altri in cui potrete dire con soddisfazione “Ok, ho capito”.
Poi alla fine, concedendosi un pizzo di cinismo, Adam Mckay vi lascerà andare con un tremendo avvertimento, che renderà cio che fino a quel momento vi aveva divertito, una quantomeno spaventosa verità.Perchè come sappiamo bene tutti non ci sarà un happing ending a questa storia, non ci sarà un giustizia per i crimini commessi. La grande scommessa non cambierà le carte in tavola, ma farà ciò che di più onesto possa fare: metterà questi fatti sul grande schermo, per marcarli con un evidenziatore giallo e ricordare a tutti che forse se non stiamo attenti, una risata ci seppellirà.