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Goshka Macuga alla Fondazione Prada. Un viaggio nella storia dell’umanità

Goshka Macuga To the Son of Man Who Ate the Scroll, 2016 Androide, trench di plastica, scarpe fatte a mano (scarpa 1: schiuma espansa; scarpa 2: cartone, lino) Foto Delfino Sisto Legnani Studio Courtesy Fondazione Prada Goshka Macuga To the Son of Man Who Ate the Scroll, 2016 Androide, trench di plastica, scarpe fatte a mano (scarpa 1: schiuma espansa; scarpa 2: cartone, lino) Foto Delfino Sisto Legnani Studio Courtesy Fondazione Prada
Goshka Macuga To the Son of Man Who Ate the Scroll, 2016 Androide, trench di plastica, scarpe fatte a mano (scarpa 1: schiuma espansa; scarpa 2: cartone, lino) Foto Delfino Sisto Legnani Studio Courtesy Fondazione Prada
Goshka Macuga
To the Son of Man Who Ate the Scroll, 2016
Androide, trench di plastica, scarpe fatte a mano (scarpa 1: schiuma espansa; scarpa 2: cartone, lino)
Foto Delfino Sisto Legnani Studio
Courtesy Fondazione Prada

La Fondazione Prada dedica la prima personale italiana all’artista-curatrice Goshka Macuga. Nell’edificio di Rem Koolhaas va in scena un viaggio a tinte forte nella storia dell’umanità: fra suggestioni primordiali e scenari apocalittici, tributi ai grandi pensatori del passato e profezie su robot post-futuristici.

L’arte totalizzante di Goshka Macuga

Polacca di nascita ma inglese d’adozione, Goshka Macuga ha fatto della arte una missione esistenziale: autrice, curatrice e collezionista. Dopo la nomina al Turner Prize e rassegne presso prestigiosi musei internazionali, Ms Macuga sbarca in Italia e firma l’ultima fatica della Fondazione Prada: “To the Son of Man Who Ate the Scroll”.

Il titolo della mostra si ispira a un passo dell’Antico Testamento (“Al figlio dell’uomo che ha mangiato la pergamena”, Ezechiele 2,1-3,9) e anticipa un percorso intriso di allusioni letterarie e riferimenti culturali, volto a certificare l’arte come memoria collettiva.

John De Andrea Arden Anderson and Norma Murphy, 1972 Olio su poliestere e fibra di vetro Foto Delfino Sisto Legnani Studio Courtesy Fondazione Prada
John De Andrea
Arden Anderson and Norma Murphy, 1972
Olio su poliestere e fibra di vetro
Foto Delfino Sisto Legnani Studio
Courtesy Fondazione Prada

Flusso di coscienza di un androide solitario

Echi cosmici e suggestioni oniriche trasformano il Podium in un universo proiettato in un futuro primordiale. I capolavori di Alberto Giacometti e Lucio Fontana dialogano con le opere di Robert Breer e Lee Byars, facendosi pianeti di un sistema solare con al centro un androide post-umano. Nel silenzio dell’introspezione una voce robotica si fa interprete di un collage di discorsi elaborati dai maggiori pensatori della storia, per un decalogo della conoscenza umana.

Goshka Macuga International Institute of Intellectual Co-operation, Configuration 6, Humanity’s Survival: Jared Diamond, Jean-François Lyotard, Francis Bacon, Friedrich Nietzsche, Paul Crutzen, Nick Bostrum, HP Lovecraft, Michel Foucault, 2015 Bronzo Foto Delfino Sisto Legnani Studio Courtesy Fondazione Prada
Goshka Macuga
International Institute of Intellectual Co-operation, Configuration 6, Humanity’s Survival: Jared
Diamond, Jean-François Lyotard, Francis Bacon, Friedrich Nietzsche, Paul Crutzen, Nick Bostrum, HP
Lovecraft, Michel Foucault, 2015
Bronzo
Foto Delfino Sisto Legnani Studio
Courtesy Fondazione Prada

Il genoma della conoscenza

Il viaggio nei meandri del sapere attraversa diverse sfere sensoriali, dando vita a inattesi cortocircuiti. Così quegli stessi intellettuali che nel Podium avevano prestato le loro idee all’androide parlante, nella Cisterna si fanno protagonisti di un’istallazione di grande impatto visivo.

73 volti interconnessi da barre metalliche tracciano una mappatura della conoscenza: da Albert Einstein a Sigmund Freud, da Martin Luther King a Karl Marx, da Giordano Bruno a Mary Shelley.

Goshka Macuga Al la filo de la homo kiu manĝis la skribrulaĵon, 2016 Lettura di libri in Esperanto ogni sabato e domenica alle ore 17 Performer: Valeria Sara Constantin Foto Delfino Sisto Legnani Studio Courtesy Fondazione Prada
Goshka Macuga
Al la filo de la homo kiu manĝis la skribrulaĵon, 2016
Lettura di libri in Esperanto ogni sabato e domenica alle ore 17
Performer: Valeria Sara Constantin
Foto Delfino Sisto Legnani Studio
Courtesy Fondazione Prada

L’arte come memoria del futuro

Al piano superiore a sorprendere è un istallazione robotica, frutto del sodalizio creativo fra la stessa Maguga e l’artista francese Patrock Tresset. Cinque tavoli ricoperti da oltre nove metri di carta documentano l’evoluzione umana, attraverso sculture, raffigurazioni e schizzi, ma anche reperti archeologici e formule matematiche.

Lasciate alle spalle le opere del passato, nell’ultima scrivania i robot continueranno a disegnare per tutta la durata della mostra. Insomma, l’arte è già memoria del futuro che verrà.

Goshka Macuga International Institute of Intellectual Co-operation, Configuration 12, Time’s Arrow: Alain Badiou, Ibn Khaldun, Kanak Man, Albert Einstein, 2015 Bronzo
Goshka Macuga
International Institute of Intellectual Co-operation, Configuration 12, Time’s Arrow: Alain Badiou, Ibn
Khaldun, Kanak Man, Albert Einstein, 2015
Bronzo

INFORMAZIONI UTILI

GOSHKA MACUGA: TO THE SON OF MAN WHO ATE THE SCROLL
4 Feb – 19 Giu 2016
Fondazione Prada
MILANO
LARGO ISARCO, 2
20139 MILANO
T. +39 02 5666 2611
INFO@FONDAZIONEPRADA.ORG

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