E’ morto Umberto Eco. Aveva appena compiuto 84 anni lo scorso 5 gennaio quando pubblicò in concomitanza dell’anniversario il suo ultimo libro: “Numero Zero” (Bompiani).
Cos’è la filosofia? Scusate il mio conservatorismo banale, ma non trovo ancora di meglio che la definizione che ne dà Aristotele nella Metafisica: è la risposta a un atto di meraviglia” (Umberto Eco)
E’ stato uno degli intellettuali italiani più importanti e influenti a livello mondiale. Scrittore, semiologo, saggista, filosofo, docente universitario, esperto di media e comunicazione. Infinito il suo curriculum. Nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932. Laureatosi in Filosofia nel 1954 all’Università di Torino con Luigi Pareyson. Nel 1956 esce la sua prima opera: Il problema estetico in San Tommaso (Edizioni di Filosofia).
“Le opere letterarie ci invitano alla libertà dell’interpretazione, perché ci propongono un discorso dai molti piani di lettura e ci pongono di fronte alle ambiguità e del linguaggio e della vita.” (Umberto Eco)
Nel 1980 scrive il romanzo “Il nome della rosa”, che lo consacrerà a a livello mondiale facendo riscoprire all’Italia e al mondo intero il meraviglioso mondo medievale. Nel 1988 fondò il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino e nello stesso anno uscì “Il Pendolo di Foucault”.
Chi controlla a Wikipedia non solo i testi ma anche le loro correzioni? O agisce una sorta di compensazione statistica, per cui una notizia falsa verrà prima o poi individuata? (Umberto Eco)
Dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna e dal 2010 era socio dell’Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche. La sua ultima avventura fu lanciare una nuova casa editrice “La Nave di Teseo“, dopo aver rifiutato di restare in quella che lui chiamò “La Mondazzoli”, la fusione Mondadori-Rcs. Bellissime e di leggere le sue riflessioni nella rubrica “La bustina di Minerva” pubblicate periodicamente su “L’Espresso”.
L’Incipit de “Il nome della Rosa”, 1980
In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Questo era in principio presso Dio e compito del monaco fedele sarebbe ripetere ogni giorno con salmodiante umiltà l’unico immodificabile evento di cui si possa asserire l’incontrovertibile verità. Ma videmus nunc per speculum et in aenigmate e la verità, prima che faccia a faccia, si manifesta a tratti (ahi, quanto illeggibili) nell’errore del mondo, così che dobbiamo compitarne i fedeli segnacoli, anche là dove ci appaiono oscuri e quasi intessuti di una volontà del tutto intesa al male.
Giunto al finire della mia vita di peccatore, mentre canuto senesco come il mondo, nell’attesa di perdermi nell’abisso senza fondo della divinità silenziosa e deserta, partecipando della luce inconversevole delle intelligenze angeliche, trattenuto ormai col mio corpo greve e malato in questa cella del caro monastero di Melk, mi accingo a lasciare su questo vello testimonianza degli eventi mirabili e tremendi a cui in gioventù mi accadde di assistere, ripetendo verbatim quanto vidi e udii, senza azzardarmi a trarne un disegno, come a lasciare a coloro che verranno (se l’Anticristo non li precederà) segni di segni, perché su di essi si eserciti la preghiera della decifrazione.
Altre perle del grande scrittore appena scomparso:
“Quand’anche Gesù fosse – per assurdo – un personaggio inventato dagli uomini, il fatto che abbia potuto essere immaginato da noi bipedi implumi, di per sé sarebbe altrettanto miracoloso (miracolosamente misterioso) del fatto che il figlio di un Dio si sia veramente incarnato. Questo mistero naturale e terreno non cesserebbe di turbare e ingentilire il cuore di chi non crede”
“Ma poi mi rendo conto che il problema della Stupidità ha la stessa valenza metafisica del problema del Male, anzi di più: perché si può persino pensare (gnosticamente) che il male si annidi come possibilità rimossa del seno stesso della Divinità; ma la Divinità non può ospitare e concepire la Stupidità, e pertanto la sola presenza degli stupidi nel Cosmo potrebbe testimoniare della Morte di Dio.”
“Posso leggere la Bibbia, Omero o Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi.”
“La filosofia è sempre una forma di alto dilettantismo, in cui qualcuno, per tanto che abbia letto, parla sempre di cose su cui non si è preparato abbastanza.”
Nel 1997 aveva scritto un pezzo formidabile per una delle sue “La bustina di Minerva” intitolato: “Come prepararsi serenamente alla morte. Sommesse istruzioni a un eventuale discepolo”. Da leggere, clicca qui!
Segnalo che l’ultimo libro si intitola “Numero zero” e non “Anno zero”, se non mi sono persa qualcosa..