Giovanni e Umberto sono morti a poche ore di distanza di tumore.
Umberto ha ricevuto titoli e articoli su giornali, televisioni e media digitali nazionali e internazionali, elogi funebri da ministri, sindaci, rettori universitari, artisti e l’ultimo saluto da migliaia di persone in un cortile del Castello Sforzesco.
Umberto ha vissuto in un appartamento con tanti libri in centro a Milano.
Umberto è stato un grande studioso, semiologo, scrittore, editore e soprattutto professore. I suoi scritti e insegnamenti hanno contribuito alla conoscenza e alla crescita dell’uomo.
Umberto è stato un maestro, amato dai suoi numerosi allievi e amici e sarà amato da chi leggerà i suoi scritti, fino a diventare un classico.
Giovanni è stato un onesto lavoratore e cittadino italiano, un artista a modo suo.
Giovanni era un operaio e per oltre vent’anni ha lavorato in una grande azienda che produce materiale per le grandi macchine da stampa.
Giovanni, insomma, ha permesso che i libri scritti da Umberto potessero essere stampati e poi letti da tutti noi.
Inoltre anche Giovanni ha scritto un libro. Amava fotografare e siccome tutti gli anni tornava in agosto nel suo paesino della Basilicata, aveva realizzato e fatto stampare a suo spese una raccolta fotografica che raccontava la storia di Latronico “Gente e Cose di Latronico” lo aveva intitolato.
Giovanni stava per andare in pensione, ma si è ammalato.
Giovanni ha vissuto i suoi ultimi mesi di vita con la moglie in una casa portineria della villa del mio amico in un piccolo paese piemontese.
Giovanni me lo ricordo in giardino sdraiato sull’amaca a leggere un libro in attesa della morte.
Giovanni sarà ricordato da familiari, parenti e amici.
Il nostro direttore li ha conosciuti entrambi, Giovanni e Umberto.
E così mi ha parlato di loro due: “il professore l’ho incontrato l’anno scorso nella meravigliosa casa Munari in piazza Castello in una festa dedicata al cinema. Inaspettatamente mi ha fermato salutandomi. Io credo m’abbia confuso con qualcun’altro. Anche se lo avevo incontrato in altre occasioni era impossibile si ricordasse di me! Comunque mi sono beccato la sua inaspettata stretta di mano. Giovanni invece lo conoscevo bene. Ho passato molte ore con lui. Era una persona colta ma umilissima. Non dico che ho imparato da lui quanto abbia imparato leggendo i libri di Eco ma poco ci manca! Giovanni era sempre disponibile, gentilissimo e di una onestà e umiltà sconcertanti per il mondo in cui viviamo. Mi mancherà tanto”.
Ecco, dunque, Giovanni e Umberto hanno partecipato al gioco della vita, uno scrivendo e studiando libri, l’altro impegnato a leggerli e a permettere con il suo umile lavoro che potessero essere stampati.
Umberto e Giovanni, in maniera diversa, hanno contribuito alla crescita all’Umanità.
Per finire ho scelto una poesia che sarebbe piaciuta a Giovanni e Umberto.
Accomunati non solo dalla passione per i libri, ma ora anche dalla sorella Morte.