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Nino Migliori. Lumen. Leoni e metope del Duomo di Modena

Nino Migliori, Essere a tre braccia © Nino Migliori 2015
Nino Migliori, Gli Antipodi © Nino Migliori 2015
Nino Migliori, Gli Antipodi © Nino Migliori 2015

Si è aperta a Modena sabato 5 marzo la nuova mostra di Nino Migliori “Lumen. Leoni e metope del Duomo di Modena”

Una nuova mostra di fotografie di Nino Migliori,  vuol dire entrare in un nuovo mondo, in una  “stravagante” ma delicatissima visione dentro la sua immaginazione, sempre prolifica e diversificata, curiosa oltre l’immaginario comune. Un viaggio dentro un’inedita osservazione in un universo tutto suo.

Questa volta il giovane Migliori (classe ’26) entra in contatto con le architetture e le decorazioni romaniche del Medioevo, le metope e i leoni del Duomo di Modena, patrimonio dell’Unesco dal 1997. Il Tempio è detto Libro di pietra perché le sculture, come pagine, raccontano la vita quotidiana, le paure e le credenze, di una civiltà passata.

L’idea, fin dal titolo, è interessante e ci proietta con occhi contemporanei in un mondo antico aprendoci quesiti assopiti e lontani quanto forse inesplorati. “Lumen” infatti è la terminologia per descrivere il flusso luminoso visibile emesso da una sorgente con intensità luminosa di una candela: il lumen è l’unità di misura del flusso luminoso, misura della “quantità di luce”.

E’ facile comprendere che il soggetto prescelto, irradiato dalla candela, cambi i lineamenti e viene reso visibile, a seconda dell’inclinazione, dalla profondità, dall’intensità e dalla distanza dalla fonte di luce. Migliori gioca con questa occasionale e manuale fluorescenza luminosa per coglierne gli aspetti più intimi e intensi, come una tecnica di altri tempi.

La candela era infatti l’unico strumento visivo (oltre la luce naturale) utilizzato quando venne costruita la cattedrale: l’utilizzo di oggi attraverso gli occhi di Migliori, ci restituisce la visione di quella che fu la visione di allora.

 Nino Migliori, Essere a tre braccia © Nino Migliori 2015

Nino Migliori, Essere a tre braccia © Nino Migliori 2015

Le pietre antiche di leoni e metope raffiguranti mostri, bestiari e tutto il “popolo favoloso” sono rivisitate come in un caldo abbraccio riconciliativo tra epoche diverse. La fioca luce dell’oscurità violata dal caldo barlume della candela, stimola la riflessione a un confronto intimista, un dialogo interiore per un incontro inaspettato, al buio.

Gli Antipodi, Lo Psillo (o fanciulla con drago), l’essere a tre braccia (o fanciulla e il gigante), la grande fanciulla, l’Ittiofago, la Sirena, l’Uomo dai lunghi capelli e dai piedi rovesciati, l’Ermafrodito, i Leoni stilofori del Pontile sono i soggetti ritratti con i quali Migliori ci pone in dialogo. Sembrano colti inaspettatamente nel silenzio della storia, con le loro forme irreali, le loro storie ed il nostro immaginario.

Stampate in bianco e nero, allestite in un percorso tematico molto fruibile, con indicazioni di ciò che rappresentano, le immagini di Migliori analizzano ciascuna metopa con una foto completa, centrale e frontale, posizionata sopra una sequenza di foto che ne indagano invece i dettagli e ne approfondiscono i particolari della scultura, un “close up” nelle pietre della storia.

Nino Migliori, Ermafrodito © Nino Migliori 2015
Nino Migliori, Ermafrodito © Nino Migliori 2015

Nino Migliori non si smentisce nemmeno questa volta, all’alba dei 90 anni: la sua nuova mostra è un altro viaggio ricco di emozioni e suggestioni che fanno di lui uno sperimentatore unico e prezioso, un uomo generoso di rara eleganza e curiosità oltre che magnifico artista.

All’interno del percorso espositivo sono proiettati due filmati: una videointervista di Michele Smargiassi, realizzata all’interno dei Musei del Duomo, e il documentario “Nino Migliori” di Alessia De Montis.

Attivo dagli anni ’40, il persorso di Migliori è basato sulla sperimentazione e sulla ricerca di confini inesplorati della macchina fotografica. La sua produzione è così diversificata, ma allo stesso tempo così lineare ed omogenea, che un’intera enciclopedia non basterebbe a contenere e a descrivere i frutti della sua curiosità e la sua energica passione.

Dalle prime foto del periodo cosiddetto “neorealista”, tra le quali la famosissima  foto de “Il Tuffatore” colta occasionalmente sul molo di Rimini nel 1951, Migliori ha il coraggio e l’istinto di testare nuove frontiere: le ossidazioni, i ritratti dei  “Muri”, i pirogrammi, le polaroid, le solarizzazioni, le “off camera”, i “cliché-verre”… Questi sono alcuni dei nuovi linguaggi visivi che caratterizzano il suo percorso di continua trasformazione della resa fotografica.

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NINO MIGLIORI. LUMEN
Leoni e metope del Duomo di Modena

GALLERIA CIVICA DI MODENA
DAL 5 MARZO AL 5 GIUGNO 2016

Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena

Ingresso gratuito

Tel.  +39 059 2032911 / 2032940
www.galleriacivicadimodena.it

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