Giuseppe Stampone, The show must go on, 2015, 5 disegni, penna Bic su carta
Courtesy: Galleria Marie-Laure Fleisch, Roma e Prometeo Gallery di Ida Pisani, Milano/Lucca
Foto: Giorgio Benni
Giuseppe Stampone, The show must go on, 2015, 5 disegni, penna Bic su carta Courtesy: Galleria Marie-Laure Fleisch, Roma e Prometeo Gallery di Ida Pisani, Milano/Lucca Foto: Giorgio Benni
Terza edizione di SKIN TASTE, progetto curato da Adriana Rispoli, che ogni anno affida a un artista internazionale l’interpretazione della “pelle” del PortoFluviale, noto locale in zona Ostiense, a Roma, che ha sede in una delle più affascinanti architetture industriali della capitale.
Dopo Mariangela Levita (2013) e Flavio Favelli (2014), sarà Giuseppe Stampone a realizzare l’opera che campeggerà sui grandi manifesti che andranno a ricoprire, come di rito, la facciata dello storico edificio.
Giuseppe Stampone, The show must go on, 2015, 5 disegni, penna Bic su carta Courtesy: Galleria Marie-Laure Fleisch, Roma e Prometeo Gallery di Ida Pisani, Milano/Lucca Foto: Giorgio Benni
Stampone è un artista internazionalmente noto per l’uso del tratto distintivo della penna Bic, con cui traduce immagini rubate dalla rete in disegni manuali dal forte carattere artigianale. The Show Must Go On è il titolo dell’opera che l’artista realizzerà per SKIN TASTE, dove il lettering in nuance blu della celebre penna si sovrappone alle icone più note del mondo del cinema: Dream Works, 20thCenturyFox, Paramount, Metro Goldwyn Mayer, Warner Bros e Columbia, immagini immediatamente riconoscibili delle case di produzione che detengono il monopolio mondiale della settima arte, almeno dal punto di vista commerciale.
The Show Must Go On cita uno statement usato e abusato nella società dello spettacolo (e non solo) per indicare metaforicamente il flusso del tempo, ma è anche un messaggio preciso che l’artista vuole trasmettere. Le immagini rappresentate sembrano lanciare un laconico monito alla capitale, sede della gloriosa Cinecittà fondata ai tempi del fascismo. Senza mai abbandonare il ruolo politico dell’arte, Stampone intende far riflettere sulle derive grottescamente spettacolari della città, sul suo essere sempre più mera scenografia, in definitiva sulla sua traballante situazione politica.
Giuseppe Stampone, The show must go on, 2015, 5 disegni, penna Bic su carta Courtesy: Galleria Marie-Laure Fleisch, Roma e Prometeo Gallery di Ida Pisani, Milano/Lucca Foto: Giorgio Benni
Grazie ad un’immediata capacità comunicativa, che contempla un linguaggio insieme aulico e popolare capace di colpire il pubblico a più livelli, le opere di Stampone aprono nuovi ambiti di riflessione facendo uso di associazioni – spesso sarcasticamente intese – tra significante e significato. L’artista affonda la sua ricerca nel linguaggio virtuale per indagare la dimensione reale, sovrapponendo l’immobilismo della realtà quotidiana alla velocità della rete.
Giuseppe Stampone (Cluses, Francia, 1974) vive a Roma. Con il suo tratto pungente individua e sottolinea attraverso una creatività trasversale le urgenze del presente. Nel 2011 con Saluti dall’Aquila, a due anni dal terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo, l’artista ha iniziato un ciclo di lavori che fa proprio lo strumento della cartolina, veicolo romantico della memoria. La natura intrinsecamente estetizzante della cartolina diventa così uno strumento di denuncia dell’immobilismo politico, concettuale e ideologico. Dopo Saluti da La Habana, Saluti da New Orleans, Saluti da Istanbul, Saluti da Castel Romano, sede del più grande campo rom della Capitale, e recentemente Saluti da New Delhi, il progetto The show must go on presenta Saluti da Roma. Unitamente alla mostra, con un’operazione mimetica di arte pubblica, i disegni di Giuseppe Stampone per la III edizione di Skin Taste saranno inoltre disseminati in tutto il territorio della capitale, diffondendo camaleonticamente per la città di Roma il messaggio di The show must go on lanciato dalla facciata del Porto Fluviale.
Giuseppe Stampone, The show must go on, 2015, 5 disegni, penna Bic su carta Courtesy: Galleria Marie-Laure Fleisch, Roma e Prometeo Gallery di Ida Pisani, Milano/Lucca Foto: Giorgio Benni
Il lavoro di Stampone è stato esposto ampiamente in Italia e all’estero, in biennali d’arte internazionali, musei e gallerie d’arte, come: 56. Biennale di Venezia, 2015; Kochi-Muziris Biennale, 2012; 11. Bienal de la Habana, 2012; 6. Liverpool Biennial, 2010; 14. e 15. Quadriennale di Roma, 2004-2008. Rob Pruitt’s Flea Market, 2015; MIT Museum, Boston, 2015; Prometeogallery di Ida Pisani, Milano-Lucca, 2010-2012-2015; Kunsthalle City Museum, Gwangiu 2010; MAXXI – Museo Nazionale d’Arte del XXI secolo, Roma 2014; Palazzo Reale, Milano, 2014; La Triennale, Milano 2008-2009; Museo Gamec, Bergamo, 2010-2011-2014; Museo Macro, Roma 2010-2011. Ha vinto la prestigiosa residenza presso l’Accademia Americana di Roma nel 2013 dove ha anche esposto in diverse mostre dal 2013 al 2015.
La posizione strategica, in zona Ostiense a Roma, e l’affascinante conformazione architettonica di PortoFluviale, sono alla base del progetto SKIN TASTE ideato da Adriana Rispoli, che invita ogni anno un artista a reinterpretare la facciata, la pelle, dell’ex deposito degli anni ’50 con un’opera site-specific realizzata in carta da manifesto. SKIN TASTE mira a coinvolgere gli abitanti del quartiere così come i frequentatori temporanei invitandoli a confrontarsi con un messaggio artistico e non pubblicitario, sebbene della pubblicità ne mutui la strategia. La riqualificazione estetica dell’area metropolitana e la volontà di fondare un nuovo incubatore di creatività con la missione specifica di generare una sinergia tra mondi non poi così distanti come l’arte e il cibo sono alla base del progetto. La convivialità, la trasmissione di vissuti, la percezione dei dettagli e delle differenze sono tra gli aspetti che gli artisti, attraverso il loro lavoro, analizzano attraverso l’occhio dell’arte.
Giuseppe Stampone, The show must go on, 2015, 5 disegni, penna Bic su carta Courtesy: Galleria Marie-Laure Fleisch, Roma e Prometeo Gallery di Ida Pisani, Milano/Lucca Foto: Giorgio Benni
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