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Nina’s Drag Queens. Il Giardino delle Ciliegie al Teatro Leonardo

Nina's Drag Queens. Il Giardino delle Ciliegie Etude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes

Nina's Drag Queens. Il Giardino delle Ciliegie Etude pour un vaudeville en travesti plein de paillettesLe Nina’s Drag Queens al Teatro Leonardo con Il Giardino delle Ciliegie Etude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes.

«The art of making art is putting in together»
(Putting in together, Stephen Sondheim)

La compagnia delle Nina’s Drag Queens -nata nel 2007 a Milano- è composta da attori e danzatori che hanno fatto della dimensione Drag la propria chiave espressiva per la costruzione di una poetica teatrale in sospeso tra gioco e prosa, tra Rivista e happening, Esther Willliams e Mille Luci, David Lynch e Madonna. L’ironia è la zip che tiene tutto assieme.

I loro spettacoli? Spanish Nostalgia, La filosofia del Boudoir, Tra(ns)viata, Nina’s Radio Night, per citarne qualcuno in cui l’eloquenza del titolo illustra alla perfezione la loro poetica.

Un lavoro di decontestualizzazione -una rinascita avant pop- le Nina’s Drag Queens stano sul palco come fenici risorte dalle ceneri di un substrato camp che contaminano con i grandi classici; nel loro universo di paillettes Giuseppe Verdi incontra Raffaella Carrà, Ciaikovskij incontra Patty Pravo.Nina's Drag Queens. Il Giardino delle Ciliegie Etude pour un vaudeville en travesti plein de paillettesÈ un teatro fatto di immagini e icone che si accatastano e si accostano l’una all’altra, è un teatro che colleziona modelli e ispirazioni, come un cabinet of curiosities -una wunderkammer- in cui Non è la rai incontra Čechov. Il giardino dei ciliegi sembra infatti terreno fertile per l’artifizio della parodia, per il mélange del citazionismo, già il Trio Marchesini Lopez Solenghi l’aveva usato come filo rosso per l’ormai storico Allacciate le cinture di sicurezza.

Con la loro rivisitazione del classico di Čechov (in scena dal 2013) le Nina’s Drag Queen sono passate anche dal Teatro Leonardo, ma a Milano sono di casa (Elfo e Parenti le hanno già accolte in passato).

>> «Il giardino dei ciliegi è un confine, crocevia di mondi lontani, irriducibili. È la terra dell’infanzia, del sogno ad occhi aperti, l’orizzonte dell’ancora possibile. Ad abitarlo, sei donne, in attesa della fine. Donne, piuttosto creature. Forse sono gli stessi alberi di quel giardino, tacchi a spillo per radici, braccia maschili come rami tesi? Il giardino dei ciliegi è un mondo fragile, incerto, quasi di vetro. Su di esso pesa lo sguardo di una schiera di uomini che si avvicina, lenta, nera, pronto all’assalto inevitabile, all’ammazzamento. Perse in questo vivaio di ricordi e passioni, le donne-albero annodano mille piccole vicende attorno a un’unica grande tragedia familiare. Sono viaggiatrici senza passaporto, dive senza palcoscenico, eroine tragiche senza tragedia. E ridono, ridono spesso. Ma sempre con le lacrime agli occhiı».

Sul palco le Nina’s Drag Queen si muovo come in sospeso tra il mondo dei vivi e quello dei morti, tra il mondo dell’immanente e quello del ricordo. Vestali ci comicità, a volte meditabonde. L’equilibrio è un miracolo, unire in maniera compiuta tra loro diversi registri è un’arte complessa e non sempre nel Giardino delle ciliegie tutto fila liscio ma resta integra la bontà di uno spettacolo che non mancherà di divertire e far riflettere gli spettatori che resteranno affascinati dal magico macrocosmo messo in scena dalle Nina’s. Nina's Drag Queens. Il Giardino delle Ciliegie Etude pour un vaudeville en travesti plein de paillettesLa compagnia delle Nina’s Drag Queens è attiva anche sul fronte della formazione: dal 2009 propone laboratori per chiunque – uomo o donna, professionista teatrale o amatore – voglia provare a stare su un palco nei panni di una drag queen.

>> «Le drag queen abitualmente si esibiscono come soliste con numeri in playback, o come presentatrici e animatrici in serate di cabaret e varietà. Noi abbiamo sempre lavorato invece su un’idea di gruppo, di coro, e su una specificità teatrale. Il nostro lavoro assomiglia a quello del clown: indossiamo un costume, una maschera di trucco, andiamo a toccare la comicità, spesso rischiamo il ridicolo. Ma, come accade per la vera clownerie, non si tratta solo di questo: una Drag Queen, per come la intendiamo noi, deve poter far ridere, sì, ma anche emozionare, turbare, e perché no, commuovere».


  • Étude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes
    regia di Francesco Micheli
    con Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro , Sax Nicosia, Stefano Orlandi, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò
    assistente alla regia Luisa Costi
    luci Giulia Pastore
    audio Silvia Laureti
    scene Clara Storti, Selenza Zanrosso
    costumi Giada Masi

Produzione Nina’s Drag Queens in collaborazione con Atir Teatro Ringhiera e Accademia di Belle Arti di Brera

Il sito ufficiale della compagnia

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