Lo scultore Alik Cavaliere torna protagonista a Milano con una mostra curata da Angela Vettese e organizzata negli spazi meneghini della casa d’aste Sotheby’s. Aprirà al pubblico il prossimo 4 aprile, proponendo un breve ma significativo viaggio nella carriera dell’importante sculture del Novecento, con opere che spaziano dagli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta.
Abbiamo chiesto a Raphaelle Blanga (capo dipartimento di arte contemporanea a Milano) di raccontarci cosa troveremo nelle sale di Palazzo Serbelloni, la nuova sede delle casa d’aste inaugurata nel 2015.
Come e quando è nata l’idea di realizzare esposizioni che non abbiamo carattere commerciale negli spazi di Sotheby’s a Milano? E in particolare come siete arrivati a scegliere di dedicare una mostra ad Alik Cavaliere?
L’idea di realizzare esposizioni nei nostri spazi è nata già da un po’ di anni. Nel 2012 abbiamo organizzato la mostra, nelle sale di Palazzo Broggi, di Ada Ardessi con Paolo Scheggi. Si trattava di fotografie realizzate dalla Ardessi affiancate da opere di Scheggi. E’ stata una mostra di totale anteprima, anche a livello di mercato. E anche se era stata organizzata da un punto di vista culturale, successivamente sono arrivati anche degli exploit di mercato. Per noi di Sotheby’s è importante affiancare alla attività commerciale anche degli spunti culturali, valorizzare artisti che sono meno noti anche a livello internazionale. Non ci metteremmo a organizzare una mostra di Lucio Fontana, che sarà protagonista al Metropolitan Museum di New York nel 2017 (negli spazi del Breuer Building, inaugurato il 18 marzo scorso, ndr) o ad Alberto Burri già consacrato al Guggenheim (sempre a New York lo scorso anno con la grande retrospettiva The Trauma of Painting, ndr). Noi desideriamo fare un’attività di promozione degli artisti italiani a livello globale. Perché globale è il nostro mercato. Ben il 50% dei nostri clienti non è italiano e questi spunti culturali sono molto apprezzati anche dalla clientela estera.
Dopo Ardessi e Scheggi, abbiamo realizzato una mostra su Giorgio Ciam, in collaborazione con l’Archivio Ciam e a cura di Elena Re. Più recentemente, già a Palazzo Serbelloni, in collaborazione con l’Archivio, la casa d’aste Sotheby’s ha dedicato una mostra a Vincenzo Agnetti a cura di Bruno Corà, un progetto mirato ad accrescere la conoscenza sull’opera di Agnetti, mettendo in luce gli aspetti essenziali della sua ricerca artistica.
Per Cavaliere abbiamo scelto poche opere ma significative di ogni periodo, dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta in modo da fare un piccolo percorso per poter mostrare il suo lavoro al pubblico. Per questo abbiamo scelto la settimana del miart (8-10 aprile 2016) dove ci sarà un grande passaggio di collezionisti internazionali a cui mostreremo e faremo conoscere Alik Cavaliere. Lo spunto parte anche dal fatto che sue opere sono presenti in musei pubblici, come al Museo del Novecento e alle Gallerie d’Italia. E’ un artista di nicchia e per noi è importante provare a sensibilizzare i nostri collezionisti anche su altri artisti che si trovano raramente all’asta rispetto a i nomi più noti.
C’è anche una volontà di promuovere il loro mercato?
Sono artisti che per ora non hanno avuto mercato internazionale e quindi è più difficile per i collezionisti stranieri che ci seguono conoscerli. Quindi questi approfondimenti sono legati al boom di mercato solo relativamente. L’intento è più quello di proporre un appuntamento culturale parallelo, rispetto all’attività di battitura delle aste. E’ bello realizzare anche eventi di promozione culturale che esistano a fianco dell’attività commerciale. Poi magari il mercato li seguirà. Anche se le opere di Cavaliere non si trovano facilmente. Chi le ha spesso le conserva gelosamente. Alik è un artista, come Agnetti, che ultimamente non ha avuto tanto riscontro internazionale a livello espositivo per cui la nostra mostra è da leggere come uno spunto: magari seguiranno altre mostre all’estero…
Un commento sul mercato della scultura in generale?
Abbiamo visto risultati davvero ottimi per la scultura in generale. Verso quella impressionista e moderna si è riscontrato un grande interesse.
Sì, nei cataloghi di Londra e New York spesso le sculture sono state aggiudicate molto al di sopra delle stime
Sì, in alcuni casi c’è stato anche il 100% di venduto per le sezione dedicata alla scultura. È un segmento in grande crescita. Noi in Italia abbiamo fatto degli ottimi risultati soprattutto sulla ceramica. È un mercato molto sano e in crescita.
Un’anteprima sulle aste di fine maggio a Milano?
Avremo un bellissimo Lucio Fontana bianco stimato 1,2- 1,8 milioni di euro. Un taglio solo, quindi il Concetto Spaziale per eccellenza. E accanto a questo avremo, anche in seguito ai record di novembre, una selezione di opere degli anni Settanta di gran qualità.
Tornando ad Alik Cavaliere, si ricorda che l’attuale record d’asta risale al novembre del 2012 ed è stato realizzato proprio da Sotheby’s. Partita da 18/25 mila €, la scultura in bronzo “Senza titolo” era stata aggiudicata a 75.150 €, triplicando il top price precedente realizzato da “Racconto” del 1964, che era stato venduto per 26.000 € nel maggio del 2009 a Palazzo Clerici da Christie’s.
Figlio del poeta Alberto Cavaliere e della scultrice ucraina Fanny Kaufmann, Alik Cavaliere (1926-1998) ha studiato a Milano. All’Accademia di Brera è stato allievo di Marino Marini. Dopo di lui ha preso la cattedra di scultura. Ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia. Negli anni Cinquanta ha iniziato a trattare il tema della Metamorfosi, che rimane centrale in tutta la sua ricerca. Dal 1964 esplora il tema delle vegetazioni, ispirato al De Rerum Natura di Lucrezio.
Cavaliere è stato una personalità importante nella Milano della seconda metà del Novecento. Come ha scritto Arturo Schwarz: “Ha saputo restituire nuova esistenza alla “lingua morta” della scultura liberandola da una tridimensionalità restrittiva, allargandone la presenza al palcoscenico della vita e moltiplicandone le tecniche e gli elementi compositivi. Con Cavaliere, natura e cultura non sono più antagonisti: l’una diventa la ragione d’essere dell’altra. Mi pare che in poche opere dell’arte contemporanea si possa ritrovare un riflesso altrettanto fedele delle leggi che strutturano il nostro universo sia cosmologico sia umano. Con Cavaliere, l’etica e l’estetica sono parti di un tutto”
La mostra da Sotheby’s proporrà due precoci sculture, Studio per giochi proibiti (1958/1959) e Fine di un amore (1962) accompagnate dai dipinti che ne hanno accompagnato la creazione. Qualche altro titolo: E ne ha così assoluta certezza, quanta se n’abbia l’istessa natura (1966-1967), il Cortile (1965-67), …e venne la pioggia (1968), Albero-cambio (1987) e l’opera più recente, Dafne, del 1991.
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ALIK CAVALIERE
Sotheby’s Milano Palazzo Serbelloni, Corso Venezia 16
4 – 8 aprile 2016
Lunedì 4 aprile ,ore 18.00
Conversazione con Angela Vettese e Fania Cavaliere (su invito)
Esposizione
Martedì 5 – Giovedì 7 Aprile ore 10-18
Venerdì 8 Aprile ore 10-13