Milan Modern and Contemporary, Christie’s, Milano, 5 aprile 2016
Solo quattro lotti – una combustione di Burri, un Trovatore di de Chirico, un volume della Dadamaino e un Concetto Spaziale di Fontana – hanno fatto perdere a Christie’s Milan la sfida con se stessa.
L’intento della sede italiana della maison era di raggiungere, questa sera, il risultato record dell’omologa vendita 2015, un White Gloves Sale, un’asta con il 100% di venduto.
Invece la sessione di oggi – che inaugura le due settimane calde meneghine tra miart e design week – si è conclusa con oltre il 9o% di venduto e un totale di 13.592.760 euro per 49 lotti offerti, di cui uno ritirato (Balla) e -come detto- tre invenduti. Contro i 18.283.650 euro dei 47 lotti del catalogo di aprile 2015.
La serata è stata leggermente agitata. Un mormorio di fondo ha fatto da colonna sonora ai colpi di martello dell’auctioneer Renato Pennisi, Direttore e Senior specialist di Christie’s Italia, che a conclusione dell’asta ha dichiarato: «Siamo particolarmente contenti per i nuovi record che sono stati stabiliti per artisti come Tano Festa. Si continua a riscontrare un nuovo interesse per l’arte italiana di qualità. Su tutti i livelli, sia localmente e internazionalmente»
La notizia della serata è proprio il nuovo record mondiale realizzato da Tano Festa con Via Veneto 2 del 1961, anno in cui l’artista comincia a sostituire le strisce di carta che scandiscono verticalmente i suoi quadri con strisce di legno.
L’opera, di grandi dimensioni, era presentata a 60/90 mila euro. Ma dopo una lunga serie di rilanci si è fermata a 410 mila euro di hammer price. Che sono diventati €517,800 con i diritti.
Prezzo che ha letteramente spazzato via il recentissimo record di novembre 2015 di 177 mila euro, realizzato sempre da un martelletto italiano (da Sotheby’s) per “Al livello del mare” del 1965. A riprova dell’interesse degli ultimi tempi dei collezionisti per la scuola pop romana, non più solo a livello internazionale (Tano Festa e Mario Schifano sono presenti sulle piazze straniere).
Ma andiamo con ordine. Già il primo lotto ha visto diversi rilanci fino all’aggiudicazione a €45,300: “Tensione fluttuante n. 18” di Franco Grignani del 1965, partiva da “solo” 15 mila euro.
Diversi lotti a seguire hanno sorpassato le stime. Anche gli habitué delle piazze internazionali come Castellani, Bonalumi, Scheggi o Manzoni hanno superato le aspettitave.
Da notare come il pubblico meneghino di Palazzo Clerici ami sempre Fausto Melotti e Lucio Fontana.
Già la prima opera del maestro dello Spazialismo in catalogo, un Teatrino del 1965, ha fatto €328,800 ma stimava €120,000 – €180,000. Il concetto spaziale (4 tagli su blu) del 1966 con l’iscrizione sul retro “Dove arriveremo con l’arte?” è stato aggiudicato a €1,135,200 (st. 600/900 mila), una cifra non molto lontana dal top price della serata di € 1,387,200 della Mappa di Alighiero Boetti.
E ancora, il Crocifisso in ceramica policroma è arrivato a 593.400 euro e, quasi a richiamo della design week in arrivo, si è combattuto molto tra sala e telefoni per due applique – sempre in ceramica policroma: presentate come due lotti separati ma provenienti dalla stessa collezione privata milanese (un dono di nozze di Fontana nel 1949 alla famiglia del venditore) stasera hanno preso strade diverse. Stimate entrambe 30/40 mila euro, sono state vendute per 61.680 e 76.800 euro.
La piccola scultura in oro di Fausto Melotti “Le scale di Giacobbe” firmata e numerata Melotti 1/3 realizzata nel 1973 in una edizione di 3 esemplari + 1 prova d’artista, nella stessa collezione dal 1976, era presentata in catalogo a una stima di 60/80 mila euro. Bid dopo bid, è stata venduta a un compratore al telefono per 152.400 euro. Anche il grande gesso del 1978, una scultura di un gruppo di sette noto come I Sette Savi, da 80 mila euro è arrivata a 350 mila.
Anche nel 2015 in questa sala di Palazzo Clerici, una scultura dell’artista aveva raggiunto un prezzo molto superiore alla stima: “Il viaggio della luna” del 1973, partita da 150 mila euro, si era fermata a 606 mila, realizzando il nuovo record d’asta per Melotti.
Molte altre le aggiudicazioni al di sopra delle aspettative come quella del collage di Jannis Kounellis del 1961 partito da 30 mila euro e fermatosi a €240,600, o ancora Pier Paolo Calzolari (lotto 17, 354.000 €, st. 100/150mila), l’altra opera di Tano Festa in catalogo (lotto 35, “Cielo newyorchese” n. 4, 102.000 €, st. 60/80mila), Piero Dorazio (Allaccio A, lotto 36, 328.800€, st. 60/80mila) e, per i classici moderni, Gino Severini con Danseuse dans la lumiere (lotto 38, 732.000 €, st. 150/200mila) e Felice Casorati con “Ragazza Nuda” (proveniente da una collezione privata realizzata con la consulenza della Gian Ferrari) che da 50mila, vola a 139.800.
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