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Edward Hopper a Bologna. Orizzonti di malinconia e di luce chiara

Edward Hopper (1882 1967) Second Story Sunlight 1960 Oil on canvas, 102,1x127,3 cm Whitney Museum of American Art, New York; purchase,with funds from the Friends of the Whitney Museum of American Art © Whitney Museum of American Art, N.Y. Edward Hopper (1882 1967) Second Story Sunlight 1960 Oil on canvas, 102,1x127,3 cm Whitney Museum of American Art, New York; purchase,with funds from the Friends of the Whitney Museum of American Art © Whitney Museum of American Art, N.Y.
Edward Hopper (1882 1967) Second Story Sunlight 1960 Oil on canvas, 102,1x127,3 cm Whitney Museum of American Art, New York; purchase,with funds from the Friends of the  Whitney Museum of American Art © Whitney Museum of American Art, N.Y.
Edward Hopper (1882 1967) Second Story Sunlight 1960 Oil on canvas, 102,1×127,3 cm Whitney Museum of American Art, New York; purchase,with funds from the Friends of the Whitney Museum of American Art © Whitney Museum of American Art, N.Y.

Il Palazzo delle Esposizioni di Bologna dedica una mostra elegante e raffinata a Edward Hopper, colui che viene oggi considerato uno dei pittori americani più significativi del XX secolo, capace di immortalare nelle sue opere quegli stereotipi così veritieri della vita americana dei primi decenni del Novecento, che affascinano ancora e soprattutto oggi per quell’aria di mistero e di sconcertante modernità, che li rende unici nel panorama della pittura americana di ogni tempo.

Attraverso circa 60 opere, tutte provenienti dal Whitney Museum of American Art di New York, la mostra ripercorre in modo conciso ed efficace la vicenda pittorica di Edward Hopper, dagli esordi sospesi tra l’Aschan School e la fascinazione per la pittura europea, passando attraverso l’approdo a quel suo linguaggio pittorico così distintivo e peculiare, fino al raggiungimento della piena maturità dello stile, che negli anni Cinquanta e Sessanta ci regalò alcune delle sue opere più celebri, quali South Carolina Morning (1955) e Second Story Sunlight (1960).

Edward Hopper (1882 1967) New York Interior c. 1921 Oil on canvas, 61,8x74,6 cm Whitney Museum of American Art, New York; Josephine N. Hopper Bequest © Heirs of Josephine N. Hopper, Licensed by Whitney Museum of American Art
Edward Hopper (1882 1967) New York Interior c. 1921 Oil on canvas, 61,8×74,6 cm Whitney Museum of American Art, New York; Josephine N. Hopper Bequest © Heirs of Josephine N. Hopper, Licensed by Whitney Museum of American Art
Edward Hopper (1882 1967) Light at Two Lights 1927 Watercolor and graphite pencil on paper, Sheet:. 35,4x50,8 cm Whitney Museum of American Art, New York; JosephineN. Hopper Bequest © Heirs of Josephine N. Hopper, Licensed by WhitneyMuseum of American Art
Edward Hopper (1882 1967) Light at Two Lights 1927 Watercolor and graphite pencil on paper, Sheet:. 35,4×50,8 cm Whitney Museum of American Art, New York; JosephineN. Hopper Bequest © Heirs of Josephine N. Hopper, Licensed by WhitneyMuseum of American Art

La prima parte del percorso indaga il rapporto tra il pittore americano e l’arte europea, il cui confronto fu di estrema importanza per Hopper. I suoi tre soggiorni a Parigi (1906-07, 1909 e 1910) rappresentarono per lui l’incontro non tanto con le Avanguardie (Hopper stesso dichiarò di non ricordare di aver mai sentito nominare il nome di Picasso nella capitale francese), quanto con l’Impressionismo, di cui egli fu grandissimo ammiratore. Nel 1962, ormai quasi al termine della sua vita, in un’intervista Hopper affermò di sentirsi dopo tutto “ancora impressionista”.

La lezione pittorica dell’arte francese rimase nel cuore dell’artista a lungo, anche dopo il ritorno a New York. Magistrale in questo senso è Soir Bleu (1914), un dipinto in cui riaffiorano i ricordi della Parigianni Dieci. Il dipinto è un riassunto di tutto ciò che Hopper aveva assimilato in Europa: i personaggi-tipo (la prostituta dal trucco caricato, il pagliaccio-Pierrot, l’artista bohemien), che affondano le radici nella tradizione della pittura Europea, la fascinazione per l’Oriente, gli accorgimenti spaziali, che sembrano citare direttamente le opere degli artisti impressionisti, Degas in primis.

Edward Hopper (1882 1967) Soir Bleu 1914 Oil on canvas, 91,8x182,7 cm Whitney Museum of American Art, New York;Josephine N. Hopper Bequest  70.1208 © Heirs of Josephine N. Hopper, licensed by Whitney Museum, N.Y. Digital Image © Whitney Museum, N.Y.
Edward Hopper (1882 1967) Soir Bleu 1914 Oil on canvas, 91,8×182,7 cm Whitney Museum of American Art, New York;Josephine N. Hopper Bequest 70.1208 © Heirs of Josephine N. Hopper, licensed by Whitney Museum, N.Y. Digital Image © Whitney Museum, N.Y.
Edward Hopper (1882 1967) Cape Cod Sunset 1934 Oil on canvas, 74x 92,1 cm Whitney Museum of American Art, New York; Josephine N. Hopper Bequest © Heirs of Josephine N. Hopper, Licensed by Whitney Museum of American Art
Edward Hopper (1882 1967) Cape Cod Sunset 1934 Oil on canvas, 74x 92,1 cm Whitney Museum of American Art, New York; Josephine N. Hopper Bequest © Heirs of Josephine N. Hopper, Licensed by Whitney Museum of American Art

Ci sarebbe voluto molto tempo prima che Hopper mettesse da parte la pittura francese, per approdare a quel suo stile così inconfondibile, che lo avrebbe consacrato come uno degli artisti americani più celebri e immediatamente riconoscibili. Solo negli anni Venti, Hopper iniziò a creare dipinti come New York Interior (1921 circa) e Railroad Crossing (1922-23), che esemplificano due dei temi topici della sua pittura: immagini di donne solitarie inserite in interni chiusi e malinconici, e immagini di case anch’esse solitarie, dove la presenza umana è ridotta al minimo o scompare del tutto. E’ in questi dipinti che Hopper crea improvvisi effetti di luce, imprimendo alle sue creazioni atmosfere rarefatte e quasi metafisiche, a cui si deve gran parte di quel tono malinconico che la critica e il pubblico ancora oggi gli attribuiscono.

Uno degli aspetti forse più interessanti della mostra è la presenza di alcuni meravigliosi disegni dell’artista, dai quali emerge la sua abilità di esperto ed acuto disegnatore. Hopper generalmente considerava i suoi disegni come studi preparatori ma spesso essi raccolgono in sè quella spontaneità che negli oli è forse più difficile percepire. Study for Girlie Show (1930 circa), in cui Hopper fece posare la moglie, la sua modella favorita, insieme a Study for Office at Night (1940) sono due dei disegni che dimostrano non solo le sue grandi doti di disegnatore, ma sono utili strumenti per comprendere le sue modalità di creazione di un dipinto.

La mostra è dunque un’occasione preziosa per conoscere la grande arte di Edward Hopper, che, forse proprio in virtù della malinconia e del senso di mistero emanati dai suoi dipinti, affascina e appassiona così tanto anche il pubblico italiano.

Edward Hopper (1882 1967) South Carolina Morning 1955 Oil on canvas, 77,2x102,2 cm Whitney Museum of American Art, New York; given in memory of Otto L. Spaeth by his Family © Whitney Museum of American Art, N.Y
Edward Hopper (1882 1967) South Carolina Morning 1955 Oil on canvas, 77,2×102,2 cm Whitney Museum of American Art, New York; given in memory of Otto L. Spaeth by his Family © Whitney Museum of American Art, N.Y

INFORMAZIONI UTILI

Edward Hopper

Palazzo delle Esposizioni di Bologna

T +39 051 0301089
( attiva dal lunedi al venerdi dalle 10.00 alle 17.00 )
ORARI
Lun – dom 10.00 – 20.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)

BIGLIETTI
Intero € 13,00
Ridotto € 11,00
Ridotto Gruppi € 11,00 (prenotazione obbligatoria, min 15 max 25 persone, microfonaggio obbligatorio)
Scuole € 5,00 (prenotazione obbligatoria, min 15 max 25 persone, microfonaggio obbligatorio)

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