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Da Christie’s a New York l’asta dei fallimenti con l’Hitler di Cattelan

Maurizio Cattelan, Him - ArtsLife Maurizio Cattelan, "Him", stima 10-15 milioni di dollari, asta Christie's New York 8 maggio 2016

per gentile concessione del Corriere.it sezione Economia & Finanza (18.04.2016)

Maurizio Cattelan, Him - ArtsLife
Maurizio Cattelan (B. 1960) Him wax, human hair, suit, polyester resin Executed in 2001. This work is the artist’s proof from an edition of three plus one artist’s proof. $10,000,000-15,000,000 asta Christie’s New York 8 maggio 2016
© Maurizio Cattelan

Avete mai visto un ristorante glamour pieno di gente con in vetrina un cartello che dice «qui si mangia male perciò non entrate»? E’ più o meno la stessa idea che ha avuto Loic Gouzer, un grande capo dell’arte contemporanea da Christie’s. La sua asta newyorchese dell’8 maggio ha un titolo che suona come il marketing capovolto: «Bound to Fail», «Destinato a fallire». Eppure qualcuno dice che le trenta opere d’arte che verranno offerte in questa vendita «all’incontrario» riempiranno i cassetti di Christie’s con milioni di dollari. Quelli veri. Il gioco è lo stesso da sempre. Stuzzicare la curiosità e l’attenzione con gesti controcorrente. Un tempo erano gli artisti a farlo. Ora ci si mettono pure i mercanti… A Gouzer l’idea è venuta osservando una scultura di Bruce Nauman intitolata «Henry Moore destinato a fallire». Una simpatica cattiveria tra artisti scultori, come il rapporto di odio e amore esistito tra Pablo Picasso ed Henri Matisse. Ora questa scultura di Nauman ha una quotazione di 6 milioni di dollari. Sul marketing rovesciato quelli di Christie’s ci hanno costruito una somma di ragionamenti altisonanti. Tipo che «questa vendita esplorerà il concetto di fallimento, con l’idea che il fallimento di ogni artista è il rischio che si prende quando spinge la sua ricerca ai confini del gusto corrente mettendo in discussione il concetto di arte e il suo successo commerciale». La maison di Pinault sembra voler giocare con la tecnica della psicologia inversa. Ti dico che qualcosa sarà un fallimento e ti persuado a credere che il risultato sarà l’opposto.Avete mai visto un ristorante glamour pieno di gente con in vetrina un cartello che dice «qui si mangia male perciò non entrate»? E’ più o meno la stessa idea che ha avuto Loic Gouzer, un grande capo dell’arte contemporanea da Christie’s. La sua asta newyorchese dell’8 maggio ha un titolo che suona come il marketing capovolto: «Bound to Fail», «Destinato a fallire». Eppure qualcuno dice che le trenta opere d’arte che verranno offerte in questa vendita «all’incontrario» riempiranno i cassetti di Christie’s con milioni di dollari. Quelli veri. Il gioco è lo stesso da sempre. Stuzzicare la curiosità e l’attenzione con gesti controcorrente. Un tempo erano gli artisti a farlo. Ora ci si mettono pure i mercanti… A Gouzer l’idea è venuta osservando una scultura di Bruce Nauman intitolata «Henry Moore destinato a fallire». Una simpatica cattiveria tra artisti scultori, come il rapporto di odio e amore esistito tra Pablo Picasso ed Henri Matisse. Ora questa scultura di Nauman ha una quotazione di 6 milioni di dollari. Sul marketing rovesciato quelli di Christie’s ci hanno costruito una somma di ragionamenti altisonanti. Tipo che «questa vendita esplorerà il concetto di fallimento, con l’idea che il fallimento di ogni artista è il rischio che si prende quando spinge la sua ricerca ai confini del gusto corrente mettendo in discussione il concetto di arte e il suo successo commerciale». La maison di Pinault sembra voler giocare con la tecnica della psicologia inversa. Ti dico che qualcosa sarà un fallimento e ti persuado a credere che il risultato sarà l’opposto.

Lui, «Him»
Il lavoro del nostro Maurizio Cattelan che andrà in asta a una stima è di 10-15 milioni di dollari sembra confezionato per il catalogo come un abito cucito su misura. «Him«, «Lui» è una provocazione, nonostante l’artista abbia sempre negato questo intento «…Nessuna provocazione, la mia è un’opera spirituale». Così rispondeva alle polemiche sull’esposizione del piccolo Hitler nell’ex ghetto di Varsavia per una mostra nel 2012. Ma nonostante la sua opposizione, era un’opera provocatoria, come lo sono molte altre. Tutti ricordano il clamore suscitato da «La Nona Ora» del 1999, i bimbi impiccati a Milano nel 2004 o il famigerato dito medio alzato pensato ad hoc per Piazza Affari nel 2010 sempre nel capoluogo meneghino. «Him» gioca sull’apparenza e sul rovescio della medaglia. Un bambino inginocchiato in preghiera di un dio o un santo impalpabile, suscita una grande tenerezza. Come primo impatto, sembra di trovarsi di fronte a un piccolo ometto, ben pettinato, ben vestito forse con gli abiti della domenica. Non può che suscitare sentimenti positivi. Ma girando attorno all’opera, ben presto si scopre l’inganno e il sentimento si trasforma. È «Lui». Non c’è bisogno di spiegazioni o di nomi. L’intento della scultura è ricordare che il male non è sempre evidente e si nasconde dappertutto. Con questo lavoro, Cattelan ha chiaramente spinto i confini di ciò che è considerato bello e desiderabile nell’arte. Con la sua dimensioni ridotte e la posizione indifesa e vulnerabile, Cattelan rappresenta Hitler come un esempio di fallimento.

Jeff Koons - ArtsLife
Jeff Koons (B. 1955)
One Ball Total Equilibrium Tank (Spalding Dr. J Silver Series)
glass, steel, sodium chloride reagent, distilled water and basketball
64 3/4 x 32 3/4 x 15 1/2 in. (164.6 x 83.1 x 39.3 cm.)
Executed in 1985. This work is number one from an edition of two.
Estimate on Request
asta Christie’s New York 8 maggio 2016
© Jeff Koons

La storia
L’opera che andrà in vendita in quest’asta è uno degli ultimi esempi ancora in mani private. Un’edizione di «Him» è stata esposta nella grande retrospettiva dell’artista al Guggenheim di New York di un paio di anni fa. Chissà se un giorno i mercanti prenderanno ad esempio il nostro artista, studiando le sue tecniche di grande comunicatore. Forse si può osare e scherzare anche con i collezionisti milionari? Perché no? Magari progettando un’asta fittizia, come la Sesta Biennale dei Caraibi che Maurizio organizzò alla fine degli anni Novanta con tanto di budget, catalogo e lista di artisti. La manifestazione ovviamente era inesistente, ma tutti ne parlarono. Una splendida e spregiudicata operazione di marketing. Un altro importante lotto di quest’asta sul principio del fallimento è di Jeff Koons. Una sfera in totale equilibrio dentro una teca. Questo lavoro è diventato una delle opere che hanno definito la fine del ventesimo secolo. Creata nel 1985, quando il mondo dell’arte contemporanea era dominato dalla pittura neo-espressionista e dall’arte di strada, questa straordinariamente semplice, quasi minimale, opera ready-made andava direttamente in contrasto con la tendenza prevalente del suo tempo. Ma, così come la «Fountain» di Marcel Duchamp, anche questo lavoro può essere visto, oggi nel 2016, come il visionario annuncio di una direzione completamente nuova per l’arte. La stima ora è su richiesta. Un messaggio sibillino per dire che costerà tanti ma tanti milioni di dollari. E’ se nel frattempo la moneta americana andasse fuori corso? Chi può dirlo?

Per gentile concessione del Corriere.it sezione Economia & Finanza (18.04.2016)

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