Prince, sui social l’addio dei colleghi e il ricordo di un fan molto speciale: Franck Ocean.
«Il marchio del genio ti corteggia solo per il gusto di farsi sentire avvicinabile»
Prince ci ha lasciato da poco e già fioccano le parole di cordoglio di fan e colleghi. Da Obama a Biagio Antonacci, da Cyndi Lauper a Patti Labelle, da Laura Pausini a Katy Perry, da Mariah Carey a Barbra Streisand. Tramite Twitter, Facebook, in concerto… Tutti piangono la perdita di un’icona e una musa che li ha ispirati e incoraggiati nelle loro carriere (qualcuno meglio e qualcuno meno).
Frank Ocean, giovane ma già amatissimo idolo della scena post Nu Suol americana, ha lasciato una toccante nota sul suo Tumblr in cui ricorda la star di Purple Rain e Kiss.
>> Non dirò nemmeno “riposa in pace” perché (Prince) è più grande della morte stessa. Non l’ho mai incontrato (l’unica volta che l’ho visto ero troppo nervoso) e non l’ho mai visto esibirsi live, purtroppo.
Conosco solo le leggende che ho sentito in giro e quello che ho ascoltato e visto dall’immenso catalogo del suo lavoro: coraggioso, virtuosistico.
Credo che (Prince) abbia imparato presto quanto poco conti l’opinione che qualcun altro ha di noi, un sentimento contagioso che sembrava aver impregnato i suoi vestiti, i suoi capelli, il suo cammino, la sua chitarra e il suo urlo primordiale.
Prince ha scritto quella che è la mia canzone preferita di tutti i tempi ‘When you were mine‘. È una canzone semplice, con una melodia semplice, che ti fa pensare “avrei potuto pensarci prima io”, anche non avresti mai potuto – il marchio del genio ti corteggia solo per il gusto di farsi sentire avvicinabile.
(Prince) era un uomo di colore, etero, che nella sua prima apparizione televisiva ha indossato slip di un bikini e stivali al ginocchio con tacco alto: epico.
Mi ha fatto sentire più a mio agio col modo in cui sento la sessualità semplicemente attraverso il suo sfoggio di libertà e irriverenza verso quei concetti, ovviamente arcaici, come genere e conformità.
Mi ha spinto a essere più più audace e intuitivo con il mio lavoro con il suo esempio – il suo negare un modello prevalente… la sua battaglia per sua proprietà intellettuale – .. ‘Slave’ scritto sulla fronte, il nome che diventa un simbolo… Una continua ribellione contro lo sfruttamento.
Sono orgoglioso di essere un fan di Prince per la vita.