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Le Figure luminose di Aldo Damioli

Le carte, 2015 Le carte, 2015
Le carte, 2015
Le carte, 2015

La sposa che dialoga con l’amica del cuore, la donna che legge il biglietto che accompagna un mazzo di rose rosse, la medium, il croupier, la ballerina del circo, la profumiera…
Questi sono alcuni dei personaggi che animano il fantastico teatro di Aldo Damioli. Un mondo di luce e colori abbaglianti, un universo di gioia e di allegria, in antitesi a tanta arte contemporanea cupa e drammatica. Le nuove opere si intitolano Figure luminose, proprio per le tinte brillanti, ottenute tramite un particolare espediente tecnico. Sono ospitate nel Sala dell’Incompiuta del Castello di Belgioioso in provincia di Pavia dal 14 maggio al 14 giugno.

Le amiche, 2012
Le amiche, 2012

 

Non a caso una sede storica per questi lavori, eco della pittura del gotico gentile del Trecento e del Quattrocento. Pensiamo ai dipinti di Gentile Da Fabriano e Lorenzo Monaco: tinte splendenti, linee sinuose, personaggi descritti in modo raffinatissimo, tra panneggi di sete e vesti preziose, accenni di architettura ben delineata. Ai principi e ai cortigiani si sostituiscono nelle tele di Damioli le persone comuni, ma ricche di ornamenti che ricordano le pietre preziose e i gioielli dei nobili di altri tempi. E ancora affinità con i gradevoli passatempi della vita di corte: negli affreschi del Ciclo dei Mesi del Castello del Buonconsiglio di Trento, i nobili giocano a palle di neve, raccolgono frutta e fiori.., a queste attività si alternano nelle Figure Luminose impegni piacevoli che sottintendono spesso un lavoro mentale e creativo; agli stemmi e ai simboli araldici corrispondono la decorazione degli sfondi e la profusione delle rose.

Sulla destrezza, 2015
Sulla destrezza, 2015

Nel gotico le figure sono bidimensionali, allo stesso modo quelle di Damioli, con tinte chiuse nei contorni delle figure, campiture distinte e precise. Compaiono riferimenti all’iconografia del passato, come la fanciulla che legge il biglietto, presente in Vermeer e Picasso o il tema della ballerina e del circo. Queste immagini sottintendono anche una lettura più profonda, contengono, infatti, un’allegoria, per esempio la danzatrice vuole ricordare l’utilità della destrezza e dell’agilità, come a richiamare i valori antichi di un tempo.
La nuova serie di Aldo Damioli si contraddistingue per il rigore geometrico, non lontano dai precedenti lavori, le Venezie-New York, iniziate negli anni Novanta e le Pizze, degli anni Ottanta. La pittura appare impeccabile e studiata. Nulla è lasciato al caso. L’artista crede nell’immagine e nel suo potere di attrazione e fascinazione sullo spettatore, al di là dei contenuti etici o filosofici che si vogliano eventualmente comunicare. Per questo la difende e la esalta, andando anche controcorrente alle volte. Un omaggio sentito e coraggioso alla bellezza. Le Figure Luminose sono in un certo senso vedute, come le Venezie-NewYork, perché i soggetti emergono dallo sfondo in modo cristallino. Le opere si leggono sempre chiaramente, niente è nascosto. La luminosità contraddistingue tutti i cicli, come pure l’allontanamento dal realismo, per sconfinare in un mondo ideale, di cui si riconoscono le componenti. Le scene hanno un taglio cinematografico che deriva dalla formazione dell’artista alla Scuola di Cinematografia. Le serie della produzione di Damioli non sono che diversi capitoli del suo romanzo pittorico, in cui, per rappresentare un’idea di base, il pittore cerca il linguaggio e lo stile più consoni.

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