Villa Necchi Campiglio a Milano spalanca le sue porte e i suoi giardini a dodici installazioni site-specific di Davide Pizzigoni: “Il corpo del vuoto”. Una mostra che racconta la sua ricerca artistica, iniziata nel 1995, sul corpo dello spazio vuoto, su ciò che sta tra le cose. Da giovedì 12 maggio a domenica 12 giugno 2016
Nelle opere di Pizzigoni – architetto, designer, pittore, fotografo e scenografo – la realtà, fatta di cose, viene rovesciata ed è vista come in un negativo fotografico: il vuoto diventa pieno, il pieno semplicemente sparisce, è interessante solo come mezzo rivelatore del vuoto. Il vuoto viene quindi rappresentato attraverso un lavoro sul “limite” che lo definisce.
Le installazioni esposte sono state ideate da Davide Pizzigoni per dialogare con lo spazio e con la vocazione dei luoghi in cui sono collocate. Le opere in giardino hanno come riferimento la natura e l’architettura esterna dell’edificio. L’elemento unificante è lo specchio, materiale in grado di mostrare un’ulteriore realtà in cui le parti – ovvero le cose e il loro riflesso – si scambiano, per poi unirsi e quindi nuovamente scambiarsi, come in una danza. Ha un valore programmatico la prima opera che si incontra: un tappeto costituito da frammenti di specchio che riflettono la chioma degli alberi e tra i quali affiora il prato.
Le installazioni pensate per l’interno si confrontano invece con gli interventi dell’uomo – ovvero le fratture costituite dalle cose, che interrompono la continuità dello spazio, e dalle aperture, porte e finestre che negano la conclusione dello spazio – e mirano a rendere evidente la presenza fisica del vuoto e come la sua descrizione abbia bisogno di una quarta dimensione, quella del tempo necessario a percorrerlo, attraversarlo, viverlo e condividerlo. A partire dalla struttura senza peso e quasi invisibile appesa nella hall sopra la scultura L’amante morta di Arturo Martini, in grado di intercettare lo sguardo, per continuare poi con le carte ritagliate disposte senza ordine nell’office che sembrano galleggiare in aria e che, se guardate girandogli intorno, diventano disegni tridimensionali.
E ancora, nello spazio espositivo del sottotetto l’opera CHRST con la quale l’artista riproduce, attraverso l’uso di pannelli, il Cristo morto nel sepolcro di Hans Holbein il Giovane, in una sorta di piano sequenza che si sofferma sui frammenti, e infine la “stanza della memoria” con una foto della scenografia creata nel 1995 per Gesualdo allo Staatsoper di Vienna – da cui è partita l’indagine di Davide Pizzigoni sul “corpo del vuoto” – che si specchia con le ultime opere in bianco e nero, oltre a libri, video e documenti che testimoniano un ricerca artistica che dura da oltre 20 anni.
La mostra è a cura di Marco Meneguzzo ed è accompagnata da un catalogo a cura di Alberto Saibene, edito da Silvana Editoriale.
INFORMAZIONI UTILI
DAVIDE PIZZIGONI. IL CORPO DEL VUOTO
Orari: da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17.15).
Ingresso con visita alla villa: Adulti: € 10,00; Bambini 4-14 anni: € 4,00; Iscritti FAI: gratuito; Studenti universitari fino ai 26 anni: € 5,00. E’ consigliata la prenotazione.
All’ingresso verrà consegnata una mappa in cui sono indicati il titolo, la posizione e un breve commento per ogni opera che incontreranno durante il normale percorso di visita.
Per informazioni: Villa Necchi Campiglio, Via Mozart 14 – Milano: tel. 02.76340121; fainecchi@fondoambiente.it
www.villanecchicampiglio.it