E’ morto il 2 maggio a Milano, all’età di 88 anni, il pittore, disegnatore, e scultore triestino Ugo Guarino. L’anno scorso il Museo Revoltella gli aveva dedicato una grande mostra antologica. Nato a Trieste il 27 febbraio 1927, Guarino iniziò a collaborare con La Domenica del Corriere nel 1952 grazie all’amicizia con Dino Buzzati. Nei primi anni Sessanta visse negli Stati Uniti collaborando con l’agenzia Ansa nelle sezioni di cronaca d’arte e cronaca nera. A partire dal 1972 iniziò a collaborare con il gruppo di Psichiatria Democratica di Franco Basaglia, con il quale si impegnerà per la chiusura dei manicomi, lasciando numerose opere d’arte ispirate a quella fondamentale esperienza. Per molti anni ha collaborato con il Corriere della Sera, illustrando la rubrica “La stanza” di Indro Montanelli. Quest’ultimo, spesso suo compagno di pagina e di Stanza al Corriere della Sera, lo definì “oscuro redattore di una sorta di pagina sottotitolata per non… leggenti”, forse per sottolineare la levità di mano di Ugo Guarino. A questo poliedrico artista capace non soltanto di firmare disegni e vignette, bensì anche di dipingere e scolpire,il Museo Revoltella di Trieste, sua città natale, dedica un’esposizione personale. C’è tenerezza nei suoi lavori, ma non per questo sono meno forti i messaggi che, a cominciare dalla battaglia per l’abolizione dei manicomi, Guarino seppe trasmettere con la matita. Anche Dino Buzzati non gli lesinò complimenti, affermando ad esempio che i suoi disegni “erano sospesi fra il surrealismo, la satira e la favola”. In particolare l’autore de Il Deserto dei tartari era colpito dalle sculture-robot create da Guarino.