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La Peggy Guggenheim restaura “Lo Studio (L’Atelier)” di Picasso

Dopo Jackson Pollock, il dipartimento di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim si prenderà cura di  Pablo Picasso. Nel 2015 si è dedicato al restauro di “Alchimia” (1947) di  Pollock (con relativa mostra scientifica), oggi intraprende un altro importante progetto su uno dei suoi capolavori, Lo Studio (L’Atelier) realizzato da Picasso nel 1928.

Picasso_Studio

Robert Motherwell, tra i maggiori esponenti dell’arte americana del dopoguerra, dopo aver visto il dipinto di Picasso nella galleria newyorkese di Peggy Guggenheim Art of This Century, scriveva: “Quel quadro ha influito in maniera forse determinante sulla mia vita in quei primi dieci anni a New York. Quel bianco incredibile […] certamente una delle opere più austere e forti a partire dall’affermarsi del cubismo […] Senza dubbio uno dei capolavori del XX secolo”.

Oggi quel bianco ha perso la sua brillantezza, a causa della cera affiorata negli anni sulla superficie, affioramenti questi causati da un precedente restauro risalente alla fine degli anni Sessanta, quando l’opera venne rintelata utilizzando cera e resina per fissare i numerosi sollevamenti di colore. Inoltre i depositi di particolato atmosferico hanno spento gli altri colori impedendo la corretta lettura cromatica del dipinto.

Ad aprile il dipartimento di conservazione del museo veneziano ha iniziato uno studio approfondito sulle problematiche conservative e ha dato il via al restauro. Peggy Guggenheim lo acquistò nel 1942. Nel 1983 al Metropolitan Museum di New York, e poi nel 1996 a Venezia, il quadro viene sottoposto ad una serie di indagini volte a scoprire la sua prima versione, quella del 1928. Le radiografie, la riflettografia in infrarosso, la fluorescenza in UV, l’analisi ad occhio nudo hanno permesso allora solo un’ipotesi di ricostruzione.  Il quadro sarà quindi nei prossimi mesi al centro di una vera e propria indagine investigativa eseguita dai tecnici del laboratorio mobile MOLAB del CNR-ISTM di Perugia che permetterà di conoscere il processo creativo che sottende una delle opere d’arte più importanti del XX secolo.

Il progetto di ricerca si avvarrà, tra gli altri, della collaborazione con il Consorzio universitario CSGI-Università di Firenze, nell’ambito del progetto europeo NANORESTART (NANOmaterials for the REStoration of works of ART) finanziato dalla Commissione Europea. Uno degli obiettivi del progetto, cui partecipa la Collezione Peggy Guggenheim, è sviluppare nuovi nanomateriali per la pulitura selettiva delle opere moderne e contemporanee. Questi sistemi non rilasciano alcun residuo sull’opera d’arte, sono completamente atossici e rispettosi dell’ambiente costituendo oggi la classe di materiali più avanzati per la conservazione delle opere d’arte.

Il progetto è reso possibile grazie al generoso supporto della banca BSI, Institutional Patron del museo dal 2001.

www.guggenheim-venice.it

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