Print Friendly and PDF

195 Metres: raccontare Cipro oggi

195 Metres195 Metres è il progetto documentaristico di tre registi, Alessandro Di Cosmo, Marco Fortunati e Maria Tsaousi, che dopo una prima fase di ricerca, programmazione e scrittura è pronto per essere tradotto in immagini. Il film cerca di scandagliare la complessa situazione di Cipro, a più di quarant’anni di distanza dalla guerra civile del 1974, che ha comportato la spartizione dell’isola in due compagini statali, una greca e una turca, suddivise dalla famigerata Linea Verde. L’intento, come appare già dal trailer (in onda online ed in alcune sale italiane) non è quello di ricostruire da un punto di vista storico questa travagliata vicenda né di fare una mera inchiesta di attualità, bensì quello di osservare la realtà cipriota e il (suo) confine con gli occhi di chi ne vive la presenza nella propria storia personale.

>> Incuriositi da questo progetto, che squarcia tra le altre cose la cortina di indifferenza su un paese che da noi è noto soltanto come meta vacanziera, abbiamo deciso di incontrare uno dei registi, Alessandro Di Cosmo.


Innanzitutto, cos’è questa Linea Verde?
Si tratta di una vera e propria barriera (di muro e filo spinato) che taglia a metà Cipro, una zona cuscinetto ancora oggi presidiata dall’Onu, che controlla attraverso check-point il passaggio. Quella che comunemente, in Europa, si chiamerebbe linea di frontiera. Una frontiera tra due popoli che, prima del conflitto, durato poco più di due settimane, hanno sempre convissuto pacificamente ed ora, a più di quarant’anni di distanza, non sono più vicini di casa e non frequentano più gli stessi bar. La storia del suo nome è diventata, con gli anni, una specie di leggenda: un ufficiale delle forze armate americane, intervenute durante il conflitto, l’avrebbe disegnata sulla cartina con un matita di quel colore.

Come è nata la decisione di raccontare questa realtà?
Il progetto, o almeno l’idea del progetto nasce da un viaggio a Cipro in cui mi sono reso conto e per la prima volta scontrato con questa realtà. Per noi, che siamo abituati a viaggiare da un capo all’altro del mondo, sembra infatti assurdo che esista una zona presidiata che collega le parti estreme di una stessa nazione. Eppure a Cipro esiste, ed è l’unico paese in Europa ad avere questa strana conformazione. Molti ciprioti, sia dalla parte turca che da quella greca, non hanno mai passato la linea. Persino i giovani, che non hanno vissuto la guerra se non per i racconti dei padri e dei nonni, non hanno mai avuto l’interesse ma ancora di più il coraggio di vedere cosa ci fosse oltre. Non esiste solamente una linea fisica di confine ma, ancora meno sottile, una linea tracciata indelebilmente nel ricordo, nelle abitudini e nella psiche dei ciprioti.

Esistono molti modi di raccontare una storia del genere. Che approccio avete scelto?
Vogliamo innanzitutto raccontare una storia, quella di Yiannakis Tsaousis, un uomo, greco-cipriota, che ha visto con i suoi occhi il conflitto e che dopo la decisione della comunità internazionale di dividere l’isola ha dovuto trasferirsi dall’altra parte della linea, lasciare tutto e varcare quel confine che non ha mai più avuto il coraggio di attraversare. La cosa che ci ha convinto a scegliere lui, e quindi a chiedergli di partecipare al progetto, è stata che Yiannakis sia un maratoneta e che ogni mattina faccia diversi kilometri di corsa anche avvicinandosi alla linea. Alla base di questa scelta sta quindi il parallelismo, per noi interessante, tra corsa e vita, tra gli ultimi 195 metri della maratone per arrivare al traguardo che sono, più o meno, gli stessi metri che lo separano dal confine.195 MetresNon correte il rischio, così, di presentare solo uno dei punti di vista sulla vicenda?
Il progetto ha subito, nel corso dei mesi diverse modifiche: l’idea iniziale era prendere più protagonisti, sia greco-ciprioti che turco-ciprioti, per fare un confronto e riportare affinità e differenze. Successivamente però ci siamo resi conto che sarebbe stato più interessante seguire una sola storia. Questo non ha alcuna motivazione ideologica, totalmente estranea agli obiettivi di 195 Metres. Piuttosto vogliamo raccontare la storia di un uno che è la storia di tutti, le sensazioni e le paure che accomunano la maggior parte degli abitanti di Cipro, sia da una parte che dall’altra del confine. La scelta “politica”, se così si può chiamare, è piuttosto quella di portare davanti agli occhi di tutti una storia lontana, dimenticata. Quella cipriota è una di quelle guerre che studi sui libri di storia contemporanea ma di cui non si conoscono le ripercussioni sul presente e la situazione attuale. Noi non vogliamo raccontare la storia da manuale, non andiamo a rivangare la guerra nel dettaglio su cosa sia successo e chi sia intervenuto, ma vogliamo dare spazio alle vicende umane, a tutto quello che il conflitto ha comportato per chi vive a Cipro.

Si può dire, in un certo senso, che sia il confine stesso il protagonista di questo film?
Infatti: 195 Metres si propone di analizzare una condizione, quella del non volere superare la linea, che evade i confini dell’isola greca e diventa una condizione umana esistente in tutti, in quanto ognuno ha un proprio confine che per diverse ragioni non riesce a travalicare. Noi vogliamo raccontare una storia, le tante storie e la storia comune all’intera umanità prendendo in esame l’idea di confine. Ad interagire con il protagonista vi saranno altri personaggi, alcuni di essi, ad esempio, la linea verde l’hanno superata anche più di una volta. Possiamo dire che vogliamo mettere il protagonista in condizione di scegliere, attraverso anche le testimonianze degli altri, se andare oltre la linea o meno. È una sfida tanto per noi quanto per lui, perché anche noi, non essendoci un copione, non sappiamo cosa succederà. Può essere che Yannakis si fermi prima della linea o superi il traguardo e concluda la sua maratona.


195 MetresAllo stesso modo anche Alessandro e agli atri due registi stanno facendo la loro maratona, quella che li porterà a realizzare la loro pellicola. Infatti, trattandosi di un lavoro completamente autoprodotto, è in questi giorni ancora in corso la raccolta fondi sulla piattaforma crowdfounding di Ulele.
Il progetto 195 Metres vede il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica di Cipro in Italia e la collaborazione del Consolato della Repubblica di Cipro a Perugia.
C’è tempo fino al 3 giugno 2016 per sostenere il progetto a questo link: 195metres-film

Commenta con Facebook

leave a reply

*