La Fondazione Credito Bergamasco celebra i suoi dieci anni di attività espositiva con una mostra dedicata al pittore seicentesco Evaristo Baschenis (1617-1677), presentato nel 2006 dalla Fondazione per inaugurare la stagione delle mostre negli spazi di Palazzo Creberg.
In occasione della mostra Baschenis. Ritorno a Palazzo, sono state raccolte 18 opere dell’autore bergamasco provenienti da numerose collezioni private.
Tra queste testimonianze spicca il celebre Trittico Agliardi, forse l’opera di Baschenis più monumentale, costituita da tre tele affiancate una all’altra, in cui il pittore si è autoritratto mentre suona la spinetta. L’opera è stata eseguita intorno al 1665 ed è costituita da due ali laterali in cui sono raffigurati Baschenis e tre membri della famiglia Agliardi intenti a suonare. Nell’elemento centrale appaiono solo strumenti musicali, realizzati con un virtuosismo fuori dal comune. È per questo genere di dipinti che il pittore bergamasco era conosciuto, ricercato da un collezionismo sofisticato che spaziava da Roma a Venezia, da Torino a Milano.
“Il Trittico è un’opera eccezionale per la complessità dell’immagine e per la sua articolazione interna – spiega Simone Facchinetti, curatore della mostra insieme ad Angelo Piazzoli – Il fuoco centrale è una composizione dove tornano tutti gli ingredienti delle migliori nature morte di Baschenis. Lo scopo principale è quello di meravigliare l’osservatore, stupirlo, impressionarlo, fargli credere che ciò che ha di fronte è veramente reale, non pura e semplice illusione”.
Il percorso espositivo segue i generi praticati dal pittore: le nature morte di cucina, gli strumenti musicali e il ritratto. In mezzo a un gruppo selezionato di dipinti figura anche un’opera inedita, mai riprodotta e mai esposta al pubblico prima d’ora: è il Cesto di mele, carciofo, asparagi, un piatto di ciliegie e un garofano bianco, appesa a fianco della celeberrima Cesta di mele della Collezione Poletti, forse la più straordinaria natura morta di cucina di Baschenis. Non a caso gli storici dell’arte la mettono generalmente in relazione alla Fiscella di Caravaggio, per spiegare a quale straordinario modello si sarebbe ispirato il pittore bergamasco.
Non mancano i soggetti più amati di Baschenis, ovvero gli strumenti musicali, rappresentati da due vertici del genere: l’incredibile Flauto a becco, chitarra, mandora, violino con arco, liuto attiorbato, viola da arco bassa, due fogli con spartito musicale, libri e mela e il silenzioso Liuto, mandora, fogli con notazioni musicali, spinetta, violino con arco, chitarra e pesca.
Le opere di Evaristo Baschenis volevano stupire, impressionare, meravigliare l’uomo dell’età barocca e ancora oggi il pittore – in mostra a Palazzo Creberg fino al 27 maggio – continua a far breccia nell’interesse contemporaneo, grazie all’abilità virtuosistica trasferita ogni volta sulla tela, in un crescendo performativo che lo conduce, dalle prime opere più semplici e spoglie, fino alle folgoranti composizioni barocche dell’età avanzata.
INFORMAZIONI UTILI
Evaristo Baschenis. Ritorno a Palazzo
Palazzo Creberg, Bergamo
Fino al 27 maggio