Alla galleria Hauser & Wirth di New York – fino al 29 luglio 2016 – la mostra Philip Guston: Painter, 1957 – 1967 illumina non solo una fase poco nota dell’artista, ma rimodella la comprensione sulla sua intera carriera.
La ricerca artistica del pittore statunitense Philip Guston (1913 – 1980) ora si avvicina ora si allontana dalle strade degli espressionisti astratti abbracciando il realismo e l’astrazione, per poi tornare di nuovo al potere delle immagini. In una carriera in costante evoluzione, Guston emerse nel 1930 come pittore realista di murales sotto le influenze dei muralisti messicani José Clemente Orozco e David Alfaro Siqueiros, il surrealista Giorgio de Chirico e il maestro rinascimentale Piero della Francesca in un soave e raffinato realismo sociale.
Il suo interesse per la pittura murale e i fumetti ha fortemente influenzato la sua produzione con la creazione di scene fantastiche popolate spesso da monumentali figure in lotta, forme goffe e situazioni assurde.
Quando si recò a New York negli anni Quaranta, fu quasi naturale approcciarsi al movimento in vigore in quel tempo, l’Espressionismo astratto, per il quale viene ricordato, essendone stato uno dei primi esponenti accanto a nomi come Rothko, Pollock e Congdon.
In realtà Philip Guston da subito ha optato per un tocco più leggero rispetto ai suoi artisti coetanei e a colori radianti come il rosso, rosa, nero, arancione pur mantenendo la predilezione per l’uso di ampie tele e superfici piatte. Anche se il suo primo stile è stato influenzato in parte dal Rinascimento italiano pur essendosi avvicinato all’astrattismo, le sue radici affondano inevitabilmente nella città contemporanea e nei conflitti del mondo.
Per un certo tempo il suo lavoro è stato descritto come “impressionismo americano”. Tuttavia gli sconvolgimenti del 1960 resero Guston sempre più a disagio con la pittura astratta e la sua opera si è così sviluppata – o meglio ri-sviluppata – in un realismo altamente originale, simile al cartone animato per il quale ora è meglio conosciuto.
Le sue pennellate cominciarono così a raggrupparsi in forme di irrequietezza, suggerimenti comici di persone, luoghi, cose, relazioni e sentimenti. Iniziano ad abbondare grandi teste umane da sole, in gruppi o coppie, in un dialogo amorevole o conflittuale. Guston si rivolse al disegno sempre come un rifugio, a partire dalle linee ancora muscolari e semplici ai segni incisivi a carboncino e inchiostro.
Le sue domande fondamentali sono state: Quali pennellate creano una forma? Come fa una forma a trasmettere un significato, e quanto di quel significato è nella pittura stessa? A queste domande ha risposto con la sua pennellata che nel tempo è mutata in forma e colore, in scala, ritmo e ordine.
Accessibile e misterioso, irrazionale e allo stesso tempo reale. Così si mostra nel tempo lo stile di Guston, che ha saputo rilevare la gioia e l’angoscia di una tormentata ricerca – personale e artistica – da collocare nel tempo e nello spazio.
“Painting and sculpture are very archaic forms. It’s the only thing left in our industrial society where an individual alone can make something with not just his own hands, but brains, imagination, heart maybe.”
Philip Guston
I top price di Philip Guston
1) “To Fellini”
19.938.252 €
2) “Beggar’s Joys”
7.914.555 €
3) «The Street»
5.050.500 €
INFORMAZIONI UTILI
‘Philip Guston: Painter, 1957 – 1967’ – Hauser & Wirth di New York
Per altre informazioni: http://www.hauserwirth.com/