I fumetti sono un pezzo di nostalgia. Forse sarà solo perché ricordano l’infanzia e un periodo della vita. Però c’è dell’altro dentro a quei disegni, basta sfogliare le sue storie esotiche, quelle avventure senza limiti, racchiuse in fantasie gotiche e tavolozze di colori, a nero di china e bianchi abbaglianti.
Umberto Eco ci aveva scritto persino un saggio per glorificarne il valore e una volta aveva detto che lui poteva leggere «la Bibbia, Omero e Dylan Dog per giorni interi senza annoiarmi». Ma qual è il suo segreto? Forse sta in quello che è diventato, un romanzo vero fatto di disegni raffinati, qualcosa di molto diverso dalle strisce abbastanza semplici dei suoi inizi.
>> C’è una mostra al Castello Pasquini di Castiglioncello, promossa dal Comune di Rosignano Marittimo e dall’assessore alla Cultura Licia Montagnani, che cerca di spiegarcelo. Racconta la storia del «Fumetto italiano. Cinquant’anni di romanzi disegnati».
Ed è una storia importante, piena di artisti veri e di grandi artigiani, cominciata forse con Hugo Pratt e la sua «Ballata del mare salato», perché da allora il fumetto è uscito dal mondo certificato dell’infanzia per entrare nei piaceri dei più grandi. E’ migliorato tantissimo il disegno e sono diventate affascinanti le sceneggiature, magari sperdute in paesaggi avventurosi e dentro la guerra civile spagnola del ‘36, mirabilmente descritta e disegnata dal bolognese Vittorio Giardino, oppure nei complicati labirinti della Valentina di Crepax.
Paolo Barcucci, che assieme a Silvana Mezzavilla, è il curatore della mostra, sottolinea come il fumetto ormai sia riconosciuto da tutti come un’arte – «l’arte sequenziale», come l’ha definita Will Eisner, o la nona arte – e dice che «con questa rassegna vogliamo dimostrare come il romanzo disegnato in Italia abbia una storia consolidata, realizzata da artisti che da mezzo secolo sanno coniugare immagini straordinarie con testi degni della più alta letteratura».
>>In questo viaggio pieno di nostalgie e di incanti, ci sono i graffiati di Dino Battaglia e Sergio Toppi, assieme alle atmosfere morbose di Guido Crepax e della sua Valentina, e ai piccoli capolavori di Andrea Pazienza, il Paz, colui che con i suoi Pentothal detiene il primato della miglior opera sperimentale.
E da Hugo Pratt in avanti, si troveranno i Fuochi di Lorenzo Mattotti, o «Max Fridan» di Vittorio Giardino, in mezzo ad autori molto diversi fra loro, da Altan a Dino Battaglia, Gipì, Magnus, Milo Manara, Sergio Ponchione, Pia Valentinis, o Carlo Ambrosini. Se in Italia, come dice Barcucci, l’antesignano del romanzo disegnato forse è Hugo Pratt con la sua Ballata del Mare Salato, uscita nel 1967, in realtà il fumetto ha nobili origini nel mondo che lo avvicinano all’arte sin dalla sua nascita. Così c’è chi sostiene che in fondo i primi fumetti potrebbero essere addirittura le pitture rupestri che mescolavano immagini, resoconti di caccia, vita quotidiana, idee e desideri.
Nell’Impero Romano anche le decorazioni dei bottegai per descrivere la merce, aggiungendovi frasi d’invito, possono essere assimilate ai fumetti, o forse, meglio ancora, la Colonna Traiana (113 dC) che narra con un ritmo a spirale le fasi della conquista della Tracia. Nel periodo medioevale, vengono in mente le scene sequenziali della vita di Gesù e del Calvario, o le bibbie dei poveri, che erano libretti di poche pagine dove le immagini della storia sacra erano abbinate a versetti biblici o didascalie in latino, e tutte quelle vetrate istoriate delle cattedrali gotiche o le varie rappresentazioni di santi e angeli.
In realtà, è più corretto avvicinare il fumetto alla storia della stampa. Nel 1682 Francis Barlow usò sistematicamente baloons a forma di bandiera per i suoi fogli propagandistici sullo «Spaventoso complotto infernale papista». E nel 1732, William Hogarth realizzò una satira delle follie e dei vizi della società in «La carriera di una cortigiana», narrata in elaborate incisioni da studiare e leggere. Alla fine però il personaggio che diede il via all’industria del fumetto come fenomeno di massa fu Yellow Kid, il bimbo nato dalla fantasia di Richard Felton Outcault, sul New Yoprk Times nel 1895. Da allora tante cose sono cambiate, non solo nel mondo ma anche da noi. Dalle strisce del Signor Bonaventura pubblicate sul Corriere della Sera all’inizio del 900 e dai convegni presieduti da Marinetti all’alba del fascismo, l’arte sequenziale è cresciuta a tal punto da entrare a pieno titolo nella categoria delle più moderne arti visuali, in un’era che privilegiando soprattutto l’immagine è in grado di accostare la visionarietà pop di Andy Warhol alla grazia e alla poesia dell’art deco e dell’art nouveau.
Così, sfogliando gli anni della contestazione bolognese legata al Movimento del 77 che fa da sfondo alle Straordinarie avventure di Pentothal disegnate da Andrea Pazienza o inseguendo Vittorio Giardino nelle pieghe sanguinanti e premonitrici della guerra civile spagnola, ti sembra davvero di leggere e guardare qualcosa di più di una nuvoletta appesa sopra un piccolo ritratto. E’ un viaggio nella nostra vita, come lo è un romanzo, un film. E’ un pezzo di noi che ci lascia il suo incanto.
Fumetto italiano. Cinquant’anni di romanzi disegnati
CASTELLO PASQUINI
Piazza della Vittoria, 1
57012 CASTIGLIONCELLO, Rosignano Marittimo (LI)
BIGLIETTO DI INGRESSO
intero: € 7,00
ridotto: € 5,00
16.07.2016 / 04.09.2016
Dal martedì alla domenica 18.00 / 23.00
Lunedi chiuso
Lunedì 15 agosto 18.00 / 23.00
www.romanzidisegnati.it