Fino all’8 gennaio 2017, in mostra al LAC le due anime di Paul Signac precursore della pittura moderna
Il colore, il mare, i viaggi. Le grandi passioni di Paul Signac (1863-1935), riverberano dalle pareti del Lac, a Lugano, in una grande esposizione. Con una speciale caratteristica: tutte le opere presenti provengono da un’unica collezione privata, di enorme importanza per capire il percorso creativo dell’artista data la tipologia vasta e completa dei capolavori raccolti.
La curatrice Marina Ferretti Bocquillon, direttrice scientifica del Musée des impressionismes di Giverny e corresponsabile degli Archives Signac, è anche la più grande esperta e studiosa di questo precursore della pittura moderna, maestro del Pontillisme, la tecnica pittorica caratterizzata dalla costruzione dell’immagine attraverso piccoli tocchi di colore puro. Per lei, il pittore neoimpressionista è come un vecchio amico senza segreti. Ne conosce a fondo la vita, la personalità, le preferenze e l’evoluzione artistica. Nella famiglia di collezionisti, proprietari delle opere esposte, ha trovato altrettanta curiosità ed entusiasmo.
Assoluto il riserbo su chi siano. «Il loro interesse per Signac è nato dalle serie di acquerelli dei Ports de France (Porti di Francia), che Signac realizzò dal 1929 al 1931. Un punto di partenza che li ha spinti ad approfondire la conoscenza dell’artista, costituendo in soli quindici anni una raccolta eccezionale», spiega Ferretti Bocquillon. La mostra, con oltre 140 opere tra dipinti, disegni e acquerelli, ripercorre le fasi salienti della tecnica pittorica di Signac, «pittore felice, libero da problemi economici, amico dei grandi artisti a lui contemporanei»: dai tempi di Montmartre all’incontro con Georges Seurat (1859 -1891), alle frequentazioni con gli impressionisti, alla fondazione della Société des artistes indépendants, che diede l’avvio alla corrente del Neoimpressionismo e alla sperimentazione del Pontillisme, fondato sulle ricerche scientifiche del tempo sui fenomeni ottici.
Molto evidenti le due anime di Signac, che per tutta la vita si dedicò all’osservazione della natura ritratta con tratto impressionista rapido e istintivo negli acquerelli, mentre la necessità di teorizzare veniva trasposta invece nei dipinti. «Nei viaggi, anche per mare con l’amata barca a vela, cercava la conferma delle sue convinzioni estetiche, le corrispondenze alle sue teorie del colore. Lo sfarfallare della luce sulla superficie dell’acqua, i riflessi con le loro schegge di sfumature cangianti».
Ed ecco Saint-Tropez, Venezia, Rotterdam, Costantinopoli… La sua ultima grande esplorazione sono proprio i porti francesi. “Ho individuato 40 porti della Manica, 40 porti nell’Oceano, 20 del Mediterraneo. In tutto un centinaio… Se questo progetto ha la sua approvazione, ordinerò una berlina Citroën C4, prenderò un autista e partirò in febbraio… Penso che ci vorranno 5 o 6 mesi di lavoro”, scriveva Signac a Gaston Lévy, suo mecenate e collezionista.
Un reportage in realtà protratto per tre anni, doppiamente importante perché ritrae luoghi in seguito stravolti dalla Seconda Guerra Mondiale. Oltre alle visite guidate gratuite ogni domenica alle 15, nel periodo della mostra è previsto un ricco programma di iniziative collaterali per avvicinare il pubblico a questo straordinario maestro francese.
Da non perdere, il 18 settembre, una crociera sul lago aperta a tutti, durante la quale si potranno scattare fotografie, seguiti da una fotografa professionista.
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Signac, Riflessi sull’acqua.
Museo d’Arte della Svizzera italiana,
LAC Lugano Arte e Cultura.
Fino all’8 gennaio 2017.
Catalogo Skira.
www.masilugano.ch