Quando si parla di Umbria si pensa alle dolci colline, ai campi di girasoli, ai luoghi di Francesco di Assisi e Benedetto da Norcia, ai piccoli borghi medievali e alla buona cucina. Eppure l’Umbria è stata (ed è) teatro di importanti sperimentazioni dell’arte contemporanea. in un dialogo stimolante tra uomo e natura, tra presente e passato.
Sulle rive verdeggianti del Lago Trasimeno, nel comune di Tuoro (PG), alcuni tra i più noti scultori attivi nel panorama italiano negli anni ’80 hanno dato vita a una “architettura di sculture” (fig. 1), come definita dal direttore artistico dell’impresa, il critico Enrico Crispolti. Ribattezzato Campo del Sole, il parco di arte contemporanea sorge a poca distanza dalle acque lacustri e dal lido di Tuoro, in zona Punta Navaccia (riqualificata proprio in occasione del progetto), sito di pertinenza etrusca, palcoscenico nel 217 a.C. della grande battaglia che vide Annibale trionfare sull’esercito romano. Proprio l’appropinquarsi del XXII centenario della battaglia ha suggerito l’idea all’Amministrazione Comunale di concedere quello spazio naturale a sito museale a cielo aperto legato al passato, ma vivo nel presente, non un memoriale congelato nel tempo, bensì un luogo di dialogo integrato nel contesto locale.
Ideato dall’artista di origini marchigiane Pietro Cascella, in collaborazione con Mauro Berrettini e con la moglie Cordelia Von Steinen e realizzato in più lotti tra le estati del 1985 e il 1989nel laboratorio di Giulio e Mauro Borgia di Tuoro, il parco è frutto del lavoro di 28 artisti di provenienza e indirizzo di ricerca diversi, ma che hanno meditato tutti su un unico tema, quello della colonna. Luogo di grande suggestione e impatto visivo, gli elementi che lo compongono paiono emergere direttamente dalle acque (fig. 2).
Vi si arriva gradatamente, attraverso pioppeti e canneti, percorrendo un sentiero lastricato affiancato da grandi pietre triangolari che indicano il percorso da seguire, ma che in realtà origina una serie infinita di possibili diramazioni quasi a condurre entro un labirinto (fig. 3).
Le 27 colonne in pietra grigia locale (la pietra serena delle cave del Trasimeno) si dispongono circolarmente in una spirale caudata, una diversa dall’altra, e conducono in un moto centripeto verso il cuore dell’opera, una moderna tavola rotonda circondata da blocchi di pietra, vere e proprie sedute, e sulla quale poggia al centro, l’opera di Cascella, un elemento plastico di chiara simbologia solare che allude al cosmo (fig. 4).
Si è dunque invitati a entrare in questa “Stonehenge 2.0”, per usare una terminologia estremamente contemporanea, sedersi al desco del cosmo e ammirare e riflettere sull’essenzialità della colonna di Mauro Staccioli (fig. 5), sul volto di Dioniso e la sua celebrazione nell’inno iscritto sulle pietre di Joe Tilson (fig. 6), il respiro meditativo della realizzazione di Kengiro Azuma (fig. 7), l’articolato gruppo scolpito da Giò Pomodoro (fig. 8).
Le colonne della maestosa spirale si ergono quali megaliti moderni, piccoli Moai dell’isola di Pasqua traslati sulle rive del Trasimeno, che ancora affascinano l’uomo contemporaneo e lo trasportano in una dimensione altra, tra cielo e terra.Un monumento al dialogofra le diversità, un luogo senza muri o barriere, un elemento del paesaggio fatto per mano dell’uomo ma perfettamente connaturato all’ambiente. Un chiaro esempio di arte ambientale e museo a cielo aperto che permette anche ai profani di immergersi nell’arte contemporanea sentendosi essi stessi opere d’arte.