Antinoo. Un ritratto in due parti, Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps, Roma – fino al 15 gennaio 2017.
Il caso di Antinoo rappresenta un unicum nella Storia dell’Arte: per la prima volta, infatti, le fattezze di un giovane di umili origini – il cui unico merito a noi noto è quello di essere stato immensamente amato dall’imperatore Adriano – vengono replicate all’infinito. Tanto da conservare intatti fino ai nostri giorni l’alone di mistero e tutti gli interrogativi che quella espressione, malinconicamente corrucciata, continua a suscitare in chi l’osserva.
Una fama consacrata nel ‘700, dopo secoli di oblio, da quel Johann Joachim Winckelmann che è ricordato da molti come il vero e proprio padre dell’archeologia moderna. È lui a indicare il suggestivo busto, oggi conservato nel Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps, come dotato di un volto “nuovo”: esibisce, infatti, un naso vagamente all’insù, occhi ridenti e un sorriso da kouros. Dettagli fisiognomici che poco si addicono alla ritrattistica tradizionale di Antinoo ma adatti a quell’ideale di efebica bellezza greca che, di certo, avrà influenzato la mano dell’ignoto restauratore.
È proprio questo busto a essere uno dei protagonisti dell’eclatante scoperta che la mostra vuol celebrare: nel 1898 Charles Lawrence Hutchinson, primo presidente dell’Art Institute di Chicago, acquista a Roma – per la sua collezione privata – un frammento di ritratto di Antinoo montato come altorilievo dal venditore, l’artista e antiquario Attilio Simonetti. Nel 1922 l’opera entra a far parte della collezione del museo, venendo donata allo stesso due anni dopo. Ma è solo nel 2005 – quasi un secolo dopo – che W. Raymond Johnson, un egittologo dell’Università di Chicago, suggerisce l’ipotesi che il busto di Roma e il frammento di Chicago possano appartenere alla medesima scultura.
Subito gli studiosi e gli specialisti del J.Paul Getty Museum, dell’Art Institute e dell’università di Chicago collaborano per rendere possibile l’identificazione e l’eventuale ricongiungimento dei due pezzi: si scopre, così, che entrambi sono composti dal medesimo tipo di marmo – il lunense – mentre una loro ricostruzione in 3D concede, finalmente, la possibilità di affiancarli. Rivelando una compatibilità incredibile, come dimostra il modello 1:1 in gesso che li riunisce, svelando come doveva apparire il busto completo in epoca romana.
La mostra Antinoo. Un ritratto in due parti, curata da Alessandra Capodiferro e promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma e dal Museo Nazionale Romano con Electa, dopo l’esposizione di Chicago riporta nella Capitale i due pezzi, ospitandoli all’interno della splendida cornice di Palazzo Altemps dal 15 settembre 2016 al 15 gennaio 2017. I visitatori troveranno anche il modello in gesso realizzato per lo studio, un interessante documentario che spiega tutte le diverse fasi della riunione e una foto firmata da Olivier Roller che esalta il busto del giovane bitinio. Un’occasione irripetibile per ammirare il frutto di intuito, passione, visionarietà, competenze e collaborazioni internazionali: doti ed eccellenze riunite sotto uno sguardo ritrovato dell’immortale Antinoo.
Informazioni utili
Antinoo. Un ritratto in due parti
Dal 15 settembre 2016 al 15 gennaio 2017
Roma, Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps
Orari: tutti i giorni 9:00 – 19:30 – chiuso il lunedì
http://archeoroma.beniculturali.it/