Se di Como è celebre il lago, reso eterno dall’incipit dei Promessi Sposi e accattivante dalle ville esclusive di divi hollywoodiani, da qualche anno a questa parte Como è sempre più nota anche per essere centro nevralgico per l’arte contemporanea. Non solo ospita l’Accademia di Belle Arti Aldo Galli, sede dello IED, quest’anno più dinamica che mai con l’inaugurazione di un nuovo corso di laurea, ma è anche promotrice dello StreetScape (a cura di Chiara Canali e Ivan Quaroni) che giunge alla quinta edizione.
La città fino al 6 novembre si veste ad arte con le installazioni di numerosi artisti, affermati o emergenti, che invadono le strade e le piazze, valorizzando i punti centrali: in Piazza Cavour Forever di Mr.Savethewall, in Piazza Volta Sweet Lamp di Felipe Cardeña, in Piazzetta Pinchetti Foto di un giorno di Emanuele Scilleri, e ancora opere presso la Pinacoteca Civica, il Portico del Broletto, Villa Sucota e così via.
L’arte contemporanea dunque va incontro agli abitanti di Como, ai turisti, ai passanti, ai curiosi; esce dal museo, dalle pinacoteche, dalle collezioni private, dalla tela stessa e si trasforma in installazioni e performance capaci di dialogare con gli edifici storici della città, così come dichiara il Presidente del Comitato Artistico, Michele Viganò: “In un momento di veloci cambiamenti non è la gente che incontra l’arte ma l’arte che incontra la gente. StreetScape: a Como l’arte è visibile a tutti”.
Il desiderio di diffondere un nuovo concetto di arte contemporanea, che esuli da quello che sottostà alle frequenti espressioni d’arte brutte o incomprensibili, battute all’asta per milioni di dollari e conservate a casa di qualche magnate, è certamente realizzato. A Como scende in campo l’Urban Art, che incontra il cittadino, che valorizza il patrimonio, che si trasforma in un nuovo strumento sociale per rivitalizzare il territorio e la sua economia. Una mostra diffusa e policentrica che vuole dialogare con i visitatori e non allontanarli.
In parallelo, per completare il quadro, la mostra BEAUTIFUL DREAMERS. Il sogno americano tra Lowbrow Art e Pop Surrealism, all’interno dello Spazio Parini: attraverso le opere di pittori, scultori, illustratori, grafici e designer ci si immerge nella cultura underground di Los Angeles degli anni Novanta.
Allora in California, come oggi allo StreetScape di Como, fa da padrona la Pop Art: un’arte Pop, popolare, per tutti.