In questi giorni le pagine dei giornali sono state riempite da due argomenti: l’identità Elena Ferrante e il Grande Fratello Vip.
“Sono dietro vedi dietro
E dietro voglio stare
No non è questione di mancanza di coraggio
Né in questo modo io mi sento
Particolarmente buona e saggia
È che non voglio essere
L’ostaggio di nessuno”
(La seconda da sinistra, Mina)
C’è una cosa molto triste nella storia di Elena Ferrante che colpisce particolarmente, ed è lo spirito tipicamente italiano della contraddizione: bastian contrari fino alla fine, cascasse il mondo.
Il Sole 24 Ore, pare prossimo al fallimento, ha deciso –come canto del cigno- di svelare l’identità della misteriosa Elena Ferrante. Per farlo ha indagato compensi e visure catastali di una lista di sospetti (nomi che giravano da anni), fino a notare che i conti di un nome in particolare non quadravano. Ed ecco quindi lo scoop. Svelata l’identità che si cela dietro a uno dei casi editoriali degli ultimi anni – 8 romanzi pubblicati dal 1992, traduzioni in tutto il mondo e inserita quest’anno dal Time tra le 100 persone più influenti al mondo.
Nel frattempo al Grande Fratello Vip alcuni vip (o ex tali o aspiranti tali) si sono lasciati scappare confessioni intime su amanti, corna e questioni di letto e battute infelicemente sessiste. Dentro la casa nessuno si è accorto di niente, fuori sono partite denunce e querele. Risultato: reprimenda in diretta durante la prima serata del programma, un concorrente eliminato e altre polemiche a seguire. L’aspetto interessante è che querele e ammonimenti hanno fatto sì che gli autori si sono trovati costretti, dopo due puntate solo abbozzate, a dover scrivere un programma (sulla question s’è mosso anche il Ministro della Giustizia – e si sa, quando si muovono Ministero o Parlamento per fatti di spettacolo è una cosa seria. O dovrebbe. Oggi fa sorridere ripensare all’interrogazione parlamentare per Paolo Poli o agli articoli di Andreotti contro Vittorio De Sica…).Nella casa, intanto, alcuni dei concorrenti non ne possono più della clausura e vorrebbero fuggire a gambe levate (Pamela Prati insofferente a livelli astrali), ma non possono: pena una penale da pagare. Quello del Grande Fratello Vip pare quindi un dazio morale da pagare per rimpinzare i propri conti corrente e per dare una rinfrescata alla propria notorietà. I limiti tra il pubblico e privato è però labile e discusso.
Dall’altra parte abbiamo Elena Ferrante rea di non voler svelare la propria identità, di non voler rilasciare interviste, di -in buona sostanza- volersi fare i cazzi propri. Al contrario i protagonisti del Grande Fratello (ora Vip, ma prima anche quegli altri) sono invece colpevoli di voler essere ri-conosciuti a tutti i costi. Tutto per la visibilità. Che cosa volgare!
Per una a cui non interessa comparire c’è una fila sterminata di gente che sgomita per.Diritto alla notizia dicono alcuni sul caso Ferrante. Quale notizia?, verrebbe da chiedersi. Fossero stati i suoi reportage d’indagine, libri dai contenuti “shock” allora lo svelamento della fonte avrebbe avuto –forse- un senso (come nel caso di J. T. Leroy, quello di Ingannevole è il cuore più di ogni cosa). Ma quale notizia è l’identità reale di un’autrice di successo, ma innocua, come la Ferrante? Zero.
Si parla degli autori quando non si ha nulla da dire (o non si è in grado di) sui libri. Ci si inventa finte interviste per far arrivare, laddove non arriva il giornalismo, la fiction.
Ma la verità su Elena Ferrante sta tutta lì, nei suoi romanzi (per chi ha voglia di aprirlo, un libro).