L’estate del 2017 del Grimaldi Forum Monaco celebrerà nuovamente la Cina con una mostra dedicata alla dinastia Qing (1644 – 1911), l’ultima dell’età imperiale.
L’esposizione La Città Proibita a Monaco. La vita alla corte degli imperatori e delle imperatrici della Cina è frutto della collaborazione tra due curatori: Jean-Paul DESROCHES, Conservatore generale onorario del Musée Guimet di Parigi dove è responsabile della collezione d’arte cinese, e WANG Yuegong, Direttore della sezione museale della Città Proibita dedicata alla vita imperiale.
In mostra sarà possibile vedere una ricca selezione di circa 200 oggetti straordinari che provengono dall’antico palazzo degli imperatori cinesi, insieme ad altri prestati da collezioni europee e statunitensi (Musée Cernuschi, Louvre, Victoria & Albert Museum di Londra, Musées royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles, Arthur M. Sackler Gallery di Washington).
La Città Proibita è uno dei complessi palatini più prestigiosi esistenti e il sito più visitato al mondo con circa 10 milioni di visitatori all’anno. E’ un palazzo e un museo insieme, e costituisce il fulcro attorno al quale fu edificata la nuova capitale di Pechino. La Città Proibita, eretta tutta in una volta dal nulla tra il 1406 e il 1420 per volontà del 3° imperatore della dinastia Ming, divenne la culla del potere degli imperatori Manciù che si successero lungo un arco di circa tre secoli.
Il progetto espositivo è incentrato sulla personalità degli imperatori Qing con particolare enfasi sui sovrani Kangxi (1662-1722), Yongzheng (1723-1735) e Qianlong (1736-1795), che si ersero ad archetipi della cultura cinese. In quanto rappresentante del Cielo in terra, l’imperatore che si definisce “Figlio del Cielo”, è onnipotente e ricopre le funzioni di capo militare, religioso e capo degli eruditi. Il pubblico potrà ammirare i pregevoli oggetti esposti che attestano i vari ruoli dell’imperatore: ritratti, costumi di apparato, arredi, oggetti preziosi, strumenti scientifici e altri ancora, alcuni dei quali annoverati tra i “tesori nazionali”. Secondo la tradizione del popolo Manciù, il cui potente esercito delle “Otto Bandiere” conquistò la Cina a partire dal 1644, saranno evocate anche le imprese militari degli imperatori Qing attraverso diversi oggetti e incisioni che documentano le loro campagne vittoriose.
La dinastia Qing si distinse in particolar modo in ambito culturale. A illustrare il gusto ufficiale di una delle epoche in cui la civiltà cinese era al suo apogeo, verranno messe in risalto le diverse forme di espressione dell’arte cinese che come è noto ebbe grande influenza a quei tempi sull’Occidente: l’arte del pennello, attraverso la calligrafia e la pittura, l’universo delle arti decorative con una vetrina di porcellane e una di oggetti in lacca, la musica e la lirica. Queste espressioni artistiche eccelse e raffinate hanno lasciato un’eredità viva ancor oggi come dimostra l’impressionante schermo con il paesaggio di Zhang Daqian (1899-1983), uno dei pittori più leggendari del XX secolo.