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Robert Mapplethorpe: look at the pictures. 24 ottobre evento speciale

MAPPLETHORPE. LOOK AT THE PICTURES

MAPPLETHORPE. LOOK AT THE PICTURES

Robert Mapplethorpe – look at the pictures: arriva al cinema come evento nelle sale The Space il 24 ottobre con Wanted e Feltrinelli Real Cinema. 

Primo lungometraggio sulla vita di Robert Mapplethorpe dalla sua morte, il film diretto da Fenton Bailey e Randy Barbato è il ritratto di uno degli artisti più controversi del XX secolo, colui che è riuscito a trasformare la fotografia in arte contemporanea.

Robert Mapplethorpe ha ritratto il sesso maschile, la nudità, il sadomaso, portando il suo lavoro a essere spesso etichettato da alcuni come “pornografia mascherata da arte”.

Il documentario prende il via in occasione della doppia esposizione dedicata a Robert Mapplethorpe negli spazi del Getty Museum e del LACMA di Los Angeles, mostra conclusasi lo scorso 31 luglio. La doppia mostra, che ben ha espresso il dualismo della sua poetica, ha avuto il pregio di restituire al pubblico l’aspetto umano di un artista che nel corso della sua carriera è stato demonizzato da politici e da critici conservatoti. Presentato al Sundance Festival 2014 e trasmesso dalla HBO lo scorso aprile il film arriva ora anche in Italia, una proiezione evento il 24 ottobre, distribuito da Wanted e Feltrinelli Real Cinema sull’onda del successo delle proiezioni evento Nexo Digital sulla Grande Arte al Cinema.

Robert Mapplethorpe – look at the pictures ricostruisce la biografia e il divenire della poetica di Mapplethorpe attraverso le testimonianze di amici, modelle, famigliari e dei suoi più stretti collaboratori. Fotografie d’archivio, documenti e scatti celeberrimi si i intrecciano a interviste inedite dello stesso fotografo nelle quali racconta la sua vita, gli amori e il lavoro.
Direttamente dall’archivio della Mapplethorpe Foundation i registi mescolano alla narrazione filmati e un repertorio fotografico mai visto, che permettono allo spettatore di scoprire l’uomo che ha vissuto la propria vita nello stesso modo in cui scattava le fotografie: in bianco e nero. Si parte con l’intervista alla sorella maggiore -primissimo soggetto delle foto di Mapplethorpe– che racconta dell’infanzia nell’America suburbana e cattolica, il padre era appassionato di fotografia, ma Robert non sembrava affatto attratto dal quel mezzo artistico.MAPPLETHORPE. LOOK AT THE PICTURES

Robert Mapplethorpe nasce nel Queens nel 1946, terzo di sei fratelli. Nel 1963 si iscrive alla Pratt Institute di New York dove studia disegno, pittura e scultura e presto incontra la sua prima fidanzata, Patti Smith. Insieme si trasferiranno a vivere nel leggendario Chelsea Hotel diManhattan (con lui hanno soggiornato, per periodi più o meno  lunghi, Bob Dylan, Janis Joplin, Leonard Cohen, Arthur C. Clarke, Dylan Thomas, Sid Vicious e una serie di artisti legati ad Andy Warhol e alla sua Factory). In quegli anni ancora il suo interesso per la fotografia era scarso – se non nullo (alla Pratt seguì un corso, ma solo perché obbligatorio).

>> Per Mapplethorpe il primo approccio alle immagini stampate avviene tramite le riviste porno gay, con queste iniziò la realizzazione di collage. Da lì l’interesse per la pornografia non lo abbandonerà mai, diventando parte centrale della sua poetica.

Dai collage alla fotografia il passaggio avviene tramite le polaroid, con le quali Robert inizia a costruirsi un repertorio catalografico estemporaneo; la sua prima personale, presso la Light Gallery di New York, sarà composta di sole polaroid. Titolo della mostra: Polaroids. Nessun altro artista prima di lui aveva usato questo mezzo per lavori da esporre. L’invito della mostra un pene in primo piano coperto da un bollino adesivo (non molto coprente).Robert Mapplethorpe

Negli anni ’70, in pieno periodo Warhol, è determinato ad affermare il proprio nome: la notorietà arriverà nel 1976 con la sua prima mostra di fiori, ritratti e nudi. Andy Warhol lo guardava con distacco, lo trovava volgare e inquietante, non gradiva inoltre che altri usassero le polaroid. Contemporaneamente a fiori e ritratti continua il lavoro sulla sessualità. Si presenta nella redazione della rivista porno gay Drummer e si propone come fotografo. Da lì ha inizio una storia col direttore dalla rivista, Jack Fritscher – ex seminarista e esorcista ordinato dalla Chiesa Cattolica. Sarà lui, nel corso di un’intervista, a porre l’accento sull’influenza dell’educazione cattolica impartita a Mapplethorpe, in un’agile parabola che va dal repertorio del martirologio al sadomasochismo del Mineshaft, lo storico gay club BDSM di Manhattan (chiuso nel 1985) che Mapplethorpe era solito frequentare, in cui spesso trovava modelli per i suoi scatti.

La sua vita era un continuo dualismo, anche nelle frequentazioni: dai locali malfamati alle amicizie altolocate di Mustique, da Carolina Herrera a Peter Belin (attore porno gay, modello, fotografo).

>> L’interesse per il sesso e la pornografia porta alla nascita di una serie composta da 13 scatti chiamata X Portfolio.
A questo seguono il Portfolio Y, dedicato ai fiori, e il Portfolio Z, dedicato alla serie Black Males.

Nel 1986 gli viene diagnosticato l’AIDS; da allora le quotazioni dei suoi lavori subiscono un’impennata. Mapplethorpe continua a lavorare freneticamente, finalmente il successo (anche monetario) tanto desiderato sta arrivando e non ha intenzione di fermarsi.Robert MapplethorpeOrmai debilitato dalla malattia nel 1988 presenzia all’inaugurazione di una grande retrospettiva allestita dal Whitney Museum. Il 9 dicembre dello stesso anno inaugura la sua ultima personale, The Perfect Moment. Organizzata da Janet Kardon dell’Institute of Contemporary Arts di Philadelphia, la retrospettiva è un grandissimo successo e dopo Philadelphia sarà in tour in altre città. A Cincinnati però scoppia la protesta e Dennis Barrie, direttore del  Contemporary Arts Center, viene portato in tribunale con l’accusa di favoreggiamento all’oscenità. Era il 1990, Mapplethorpe era morto da un anno, a 42 anni, e la sua opera continuava a dare scandalo, consacrandolo come artista di fama mondiale.

Robert Mapplethorpe – look at the pictures ripercorre tutta la storia di un artista che ha portato la fotografia, prima di altri, al pari della scultura e della pittura nella percezione della critica e del pubblico. Insiste sull’aspetto sessuale della sua poetica e approfondisce in modo interessante il rapporto tra l’artista, i committenti, i curatori, i critici e i suoi modelli, restituendo la complessità della ragnatela di rapporti e circostanze che hanno portato Mapplethorpe a essere Mapplethorpe.


NOTE DI REGIA
Quando abbiamo deciso di fare il film sapevamo di realizzare un ritratto d’artista: ma artista di cosa, in che ambito?
Essendo un fotografo ha naturalmente lavorato con la luce, ma il suo amore per le droghe, il sadomaso e la promiscuità hanno evocato il lato oscuro. Era un angelo o un diavolo?
Spesso il titolo viene da solo, altre volte ci vuole più tempo. Abbiamo sempre voluto iniziare il film con il discorso di Jesse Helms al Senato: “just look at the pictures – se le persone guardano solo le sue immagini si inorridiranno di come è”.

La controversia, dalla protesta a Washington al processo a Cincinnati, ha portato notorietà a Mapplethorpe e, al tempo stesso, steso un’ombra sul suo lavoro, ombra che ci ha impedito di guardare le sue foto fino ad ora.
Dopo 25 anni, grazie alla Mapplethorpe Foundation abbiamo potuto accedere all’archivio fotografico e di filmati e realizzare il primo film sull’artista dalla sua morte.
Non era bravo a parlare dei suoi lavori: abbiamo però scoperto lettere, interviste e registrazioni e stiamo entrati in contatto con l’Uomo, riservato, onesto e candido. Così, se volete capire Robert Mapplethorpe, just look at the pictures, guardate le sue foto e ascoltate le sue parole. Così abbiamo cercato di proporlo nel film.
Abbiamo conosciuto bene il fratello Edward, artista anche lui, che si è allenato alla fotografia facendo da assistente a Robert, apportando migliorie tecniche al lavoro di Mapplethorpe. Robert aveva bisogno di lui, ma faticava ad ammetterlo, tanto da costringere il fratello a cambiare cognome per fare in modo che esistesse un solo Mapplethorpe. Ed è stato proprio Edward a darci la risposta alla nostra domanda: il film è un ritratto dell’artista come essere umano, se fosse angelo o diavolo è il pubblico a deciderlo.

SCHEDA TECNICA
Titolo originale MAPPLETHORPE. LOOK AT THE PICTURES
Titolo italiano MAPPLETHORPE
Regia Fenton Bailey, Randy Barbato
Produzione World of Wonder, Film Manufacturers Inc in associazione con HBO Documentary
Produttori Fenton Bailey, Randy Barbato, Katharina Otto-Bernstein, Mona Card; Per Manifacturers Inc: Kathrin Lohmann (prod associato), ricerche Oleb Dubson, Joe Riuscitto; Per HBO: Sara Bernstein (senior), Sheila Nevins (esecutivo)
Produttori associati Jordan Papadopoulos
Montaggio Langdon F.Page, Francy Kachler Musiche originali David Benjamin Steinberg Fotografia Mario Panagiotopoulos,Huy Truong Durata 108 minuti
Lingua inglese sub.ITA Distribuzione Wanted Cinema

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