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Lo scultore britannico James Balmforth da Robilant+Voena

James Balmforth Balmforth We don't have drawings we think and we build 2009 98 x 195 x 10 cm

Fino al 18 novembre la sede milanese della galleria Robilant+Voena ospita Waypoint, la personale di James Balmforth, scultore contemporaneo britannico cresciuto in Italia. La mostra è stata realizzata in collaborazione con Hannah Barry Gallery.

James Balmforth
Balmforth We don’t have drawings we think and we build 2009 98 x 195 x 10 cm

 

La pratica artistica di James Balmforth celebra il processo e l’utilizzo di una vasta gamma di materiali, manipolati con tecniche sofisticate ed innovative, talvolta addirittura alchemiche. Il risultato è un corpo di lavoro in cui la comprensione della realtà materiale è messa in discussione, ed i limiti fisici e i componenti chimici del mezzo prescelto vengono messi alla prova. Il processo artistico può essere considerato costruttivo, ma spesso le sculture che ne derivano arrivano a smantellarne il significato, ponendo la tecnica e il medium al servizio di una applicazione fenomenologica – anziché di una puramente formale.

Come spiega Balmforth, “I materiali conducono informazioni: essi hanno costituzioni interne e tendenze incorporate; aspetti nascosti della loro struttura che ne stabiliscono comportamenti e interazioni. Strumenti e processi rivelano informazioni: la loro influenza e la loro applicazione sono in grado di rivelarne le proprietà strutturali, qualità nascoste e caratteristiche intrinseche (…) offrendoci uno scorcio nella vita interiore dei materiali”.

Le sculture di Balmforth si interpretano tramite il confronto con mondi organici e tecnologici, attraverso l’interazione di sistemi biologici e meccanici, e la considerazione delle soglie, dei margini di tolleranza, di momenti di trasformazione e di forme che ne risultano. La lama del pugnale di Gallium Dagger (2012) ad esempio è in gallio, un metallo che fonde a temperatura corporea, mentre la maniglia è in ottone e acciaio. Di conseguenza i materiali sfidano lo scopo del pugnale.

James Balmforth
James Balmforth. Inhibition point, 2015

Molti tra i recenti lavori dell’artista sono realizzati con uno strumento mai precedentemente utilizzato in scultura: la lancia termica. Si tratta di uno strumento che si diffuse in epoca postindustriale come dispositivo di demolizione per distruggere attrezzature industriali quali gru, navi e ponti. La lancia utilizza ossigeno puro per bruciare tubi di acciaio ad alte temperature. Variando calore e velocità di reazione e regolando la composizione del combustibile, è possibile ottenere una vasta gamma di effetti sul materiale. Attraverso la lancia l’artista può mettere alla prova le limitazioni e le potenzialità del processo e dei materiali.

L’opera scultorea di James Balmforth opera sulle fondamenta stabilite da movimenti artistici che vanno dal Manierismo al Barocco, e giunge alla process art e al Post-Minimalismo. Una pratica che celebra il processo, l’elaborazione e l’utilizzo una vasta gamma di materiali quali il grasso animale, l’acciaio, l’alluminio e la ghisa. La mostra comprende un gruppo di recenti sculture e due dei suoi memorabili video: Systems of Remembering and Forgetting (2007) and The Consumptivem Sublime (2009). L’installazione mira ad evidenziare le potenzialità associative del lavoro dell’artista e il gioco del linguaggio attraverso il medium e il significato dell’opera.

James Balmforth
James Balmforth. Imperfect detachment, 2014
James Balmforth
James Balmforth. Accumulation point, 2016

JAMES BALMFORTH
Waypoints
26 ottobre – 18 novembre 2016
Via Fontana 16, 20122 Milano
www.robilantvoena.com

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