Lot 12
EDVARD MUNCH
PIKENE PÅ BROEN (GIRLS ON THE BRIDGE)
Stima Stima su richiesta
AGGIUDICATO A: 54,487,500
USD
14.11.2016, NY – Podio “rosa” per la seconda volta in pochi mesi da Sotheby’s. Helena Newman, dopo l’asta londinese del 21 giugno scorso, è salita nuovamente sulla pedana della maison. Ha condotto la vendita newyorkese di questa sera dedicata all’arte impressionista e moderna che ha totalizzato 157,714,750 $ (8 lotti invenduti su 43 in catalogo, un Kirchner stimato 3/4 milioni ritirato prima della vendita). La Newman è la seconda donna a condurre una Evening Sale dopo Melanie Clore, sempre da Sotheby’s, nel 1990. Lavora nella casa d’aste dal 1988 e da luglio 2016 è presidente di Sotheby’s Europa insieme a Oliver Barker, Mario Tavella e Philipp Württemberg.
La vendita di oggi ha inaugurato la “maratona” delle aste newyorkesi, che secondo gli esperti farà girare (tra Sotheby’s, Christie’s e Phillips) oltre 1 miliardo di dollari (stima in calo rispetto ai risultati delle corripettive vendite del novembre 2015 che secondo Bloomberg avevano fruttato 2,3 miliardi $).
Degli oltre 157,7 milioni $ di stasera, quasi un terzo è stato realizzato dalle ragazze sul ponte di Edvard Munch. Il dipinto era stimato intorno ai 50 milioni. La gara è durata a lungo più per le lunghe attese della Newman che per i rilanci, che si sono fatti attendere. Quando l’offerta vincente di 54,487,500 USD è arrivata al telefono, Girls on the Bridge è diventata la seconda opera dell’artista norvegese più cara venduta all’asta ed è risalita di una posizione. Il top price in assoluto di Munch se l’è aggiudicato L’Urlo nel 2012 ($119.9 milioni). Fino a stasera il secondo posto era per Vampiro ($38.2 milioni, 2008) e al terzo vi erano proprio le ragazze sul ponte, già passate in asta più volte, nel 1996 per 7,7 milioni di dollari e nel 2008 per $30.8 milioni.
Con il lotto successivo a Munch, un photocollage di Marcell Duchamp stimato 1,2/1,8 milioni, è arrivato il primo invenduto. Inaspettata la mancata aggiudicazione del ritratto di Guido Sommi realizzato da Tamara de Lempicka nel 1925, che stimava 4-6 milioni $. Rimangono al palo anche il ritratto di Henriette Darricarrère di Henri Matisse (5/7 milioni) e l’acquerello di Kandinsky, Scharf, stimato 1,2/1,8 milioni.
Tra le aggiudicazioni degne di nota il record d’asta di László Moholy-Nagy, in catalogo con due opere che sono state recentemente esposte al Solomon R. Guggenheim Museum a New York. EM 1 Telephonbild è stato battuto a più del doppio della stima più bassa, 6,087,500 USD, realizzando il nuovo top price dell’artista.
La composizione cubista del messicano Diego Rivera del 1916 da 500 mila $ è arrivata a 912.500; La Forme du bleu dipinta da Kupka tra il 1919 e il 1924 con il colpo di martello a 2,172,500 ha superato le stime e ha cercato di raggiungere l’attuale record d’asta di 2.958.095 $; i rilanci per la bella egiziana ritratta da Van Dongen sono saliti da 1,8 milioni fino a 3.612.500$. Molto interesse anche per la scultura di Picasso del 1951 raffigurante Françoise Gilot, la musa e amante dell’artista in quel periodo, venduta a 8,450,000 $.
Non si discostano molto dalle stime più basse i top lot annunciati prima dell’asta, ma si classificano al secondo e terzo posto tra le opere più care: “Il pittore e la modella” di Picasso (12,906,000$) e “Le verger” di Maurice de Vlaminck (7,550,000$). Si ferma a “solo” 5,862,500 $ senza aver riscontrato particolare interesse il vaso di fiori di van Gogh.
Subito dopo le elezioni del Presidente degli Stati Uniti d’America si era parlato di un possibile “Effetto Trump”. Il risultato di questa sera è sicuramente in calo rispetto al corrispettivo dello scorso anno (totale evening sale 2015: 306,712,000$) e inferiore rispetto alle aspettive. Ma, come non si sono verificati scenari “apocalittici” post Brexit, per ora sembra che nessuna onda anomala abbia investito l’Upper East Side di Manhattan…
Come ha scherzato Simon Shaw di Sotheby’s nei giorni scorsi sul possibile “Effetto Trump”: «Alcune persone sono molto contente di questo risultato e si sentiranno più ricche e più inclini a comprare arte; alcune persone si sentiranno destabilizzate dall’incertezza e ancora più inclini a comprare arte!»
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