Toni Servillo al Piccolo Teatro Grassi con Elvira, fino 18 dicembre 2016.
Elvira porta il pubblico all’interno di un teatro chiuso, quasi a spiare tra platea e proscenio, con un maestro e un’allieva nel momento della creazione del personaggio. Trent’anni dopo Strehler, con Toni Servillo le riflessioni di Jouvet sul teatro e sul personaggio ritrovano la stessa stringente attualità.
Toni Servillo al servizio di una piece nelle sue corde, perfetto per il ruolo di professore rompicoglioni alla continua ricerca della verità nelle performance. Si ha a tratti come l’impressione che sia lo spettacolo a essere al servizio di Servillo.
Per tenere testa a Servillo la Valentini, nel ruolo di Claudia, si abbandona a tratti a una recitazione fin troppo sopra le righe. A volte poco credibile.
Tra i punti di forza la scenografia minimale (sfondo nero, uno scrittoio, una prima fila di poltrone rosse), spoglia. Regala rigore.
«Elvira – spiega Servillo – porta il pubblico all’interno di un teatro chiuso, quasi a spiare tra platea e proscenio, con un maestro e un’allieva impegnati nel particolare momento di una vera e propria fenomenologia della creazione del personaggio. Trovo il complesso delle riflessioni di Jouvet particolarmente valido oggi per significare soprattutto ai giovani la nobiltà del mestiere di recitare, che rischia di essere svilito in questi tempi confusi».
Lo spettatore osserva le lezioni tra prof e attrice come potrebbe fare di fronte a un reality; aleggia un voyeurismo straniante cadenzato da ritmi spesso dilatati.
Il vero punto di forza è la vis attoriale di Servillo, che a teatro convince ancora più che al cinema. Lui perfetto. Il resto nella norma, più tendente al ‘piccolo’ che al grande teatro a cui fa riferimento.
https://www.piccoloteatro.org/it/2016-2017/elvira
