la Lettura – il supplemento domenicale del Corriere della Sera – ha celebrato il suo quinto compleanno il 18 novembre scorso alla Triennale di Milano. Per questa occasione studiosi, giornalisti e fotografi hanno raccontato la loro esperienza nel mondo del giornalismo.
La Lettura è nata agli inizi del Novecento grazie all’intuizione di Luigi Albertini. Il rilancio dell’attuale direttore Luciano Fontana porta avanti l’obiettivo di raccontare la storia del giornalismo e de la Lettura attraverso i maggiori esponenti del panorama culturale. Fin dalla sua nascita ha accolto importanti firme e artisti italiani ed internazionali. In occasione del giorno di festa dell’inserto culturale, si è tenuto un convegno dedicato a Fotografia e giornalismo.
Ad aprire l’incontro in Triennale: Andrea Cancellato, direttore generale della Triennale e Piergaetano Marchetti presidente della Fondazione Corriere della Sera. Sono intervenuti anche Antonio Troiano, responsabile redazione Cultura del Corriere della Sera e il giornalista, art director della stessa testata, Gianluigi Colin. Entrambi si sono occupati non solo del rilancio de La Lettura, ma anche della mostra dedicatale che si terrà in Triennale fino all’11 dicembre e che sarà poi trasferita negli spazi espositivi dell’Univeristà IULM di Milano.
Lo storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle ha raccontato quella che è stata l’evoluzione della grafica nel Corriere della Sera. Dall’immagine come semplice mezzo di rimando visivo al testo giornalistico, alla fotografia come nuovo percorso visivo. Alla sensibilità artistica del fotografo, si affianca la capacità del redattore di selezionare quelle immagini che assecondino il ritmo e la fruibilità del testo. Secondo Quintavalle, ciò che conta è l’educazione all’immagine. La fruibilità della fotografia è direttamente condizionata dalla comprensione del pubblico a cui si rivolge. Se ben “educato all’immagine”, il lettore potrà godere dell’accrescimento di valore e di significato dell’informazione. Se il messaggio è efficace, oltre al concetto di ‘bella immagine’ si dà centralità ad un soggetto ‘problematico’ che, inserito nel contesto giusto, racconta una storia.
Il fotoreporter Uliano Lucas che ha fatto della fotografia un ‘impegno politico’, racconta i suoi scatti che hanno testimoniato la realtà sociale italiana. Attraverso la sua esperienza in note testate giornalistiche, Lucas ha spiegato come il fotogiornalismo italiano sia arrivato piuttosto tardi rispetto ad altre realtà europee. La dittatura fascista ha dato un freno alla libertà di stampa e fino al suo tramonto negli anni Quaranta, il mondo dell’informazione ha assecondato i valori politici del Duce. Ma anche oggi, continua Lucas, siamo di fronte a un’altra forma di ‘regime’ nel mondo della fotografia: le agenzie fotografiche hanno una sorta di monopolio e quindi “indirizzano” verso uno specifico taglio politico.
La fotoreporter Isabella Balena ha raccontato la sua esperienza lavorativa e come può essere duro lavorare come freelance. La fotografia deve avere un forte impatto informativo, al di là delle didascalie. L’immagine ha perso il suo carattere di rappresentanza nazionalistica per divenire una fotografia internazionalizzata.
Diverse fotografie realizzate dalla Balena, comparse su diversi giornali, sono nate prima di tutto da un suo interesse personale e non sempre da una commissione diretta fatta da una particolare testata giornalistica. Monika Bulaj ha dedicato la sua ricerca di fotografa e di reporter alle minoranze etniche e religiose addentrandosi in numerose realtà nel mondo. Durante il convegno in Triennale ha raccontato della sua toccante esperienza in Afganistan, mondi così lontani e dei quali è necessario studiare la cultura e la lingua prima di partire per poi «consegnarsi alla strada».
Il fotoreporter e scrittore Ferdinando Scianna considera il fotografo come un narratore. Quello che nasce dentro di lui è prima di tutto la necessità di raccontare una storia. Scianna agisce spesso come freelance per quanto il lavoro indipendente sia faticoso. Il fotorafo ha sottolineto come spesso un servizio fotografico nato sotto commissione possa condizionare il risultato finale.
Il professore dell’università IULM di Milano Vincenzo Trione rievocando il fotografo napoletano Mimmo Jodice, racconta quelli che possono essere considerati i luoghi in cui è possibile incontrare la fotografia. Nel giornale la Lettura vi è una realtà che si relaziona con la poesia e la narrazione. L’impianto del giornale è composto dalla fotografia di copertina – che è il componimento poetico – e dalle pagine che scrivono gli autori e che realizzano così la narrazione.
La Lettura reagisce a quella che venne definita da Italo Calvino ‘la pestilenza delle immagini’ affinché se ne recuperi il ruolo pedagogico.
Trione ha aggiunto “la fotografia per il giornalismo è sempre informativa. Con la Lettura diventa opera d’arte. Nelle fotografie di Balena e Bulaj ho colto proprio la compresenza delle capacità di documentazione e lirismo”.
Informazioni utili
La mostra FotoStorie (ingresso libero):
› Impluvium – Triennale di Milano – viale Alemagna 6, Milano – inaugurazione 18 novembre ore 18,30 – apertura al pubblico dal 19 novembre all’11 dicembre 2016 (mar-dom ore 10,30-20,30)
› Contemporary Exhibition Hall, Università IULM via Carlo Bo 7, Milano – dal 20 dicembre 2016 al 27 gennaio 2017 (lun-ven ore 9-19)