La mostra “Il Museo Universale. Dal sogno di Napoleone a Canova“- allestita dal 16 dicembre 2016 al 12 marzo 2017 alle Scuderie del Quirinale – racconta tutte le fasi di un importante pezzo di storia del nostro paese attraverso autentici capolavori provenienti dalle migliori collezioni italiane : da Raffaello a Tiziano, da Carracci a Guido Reni, da Tintoretto a Canova.
Una grande esposizione che rievoca l’anniversario di un passaggio cruciale della storia civile e culturale del nostro paese: il bicentenario della restituzione della maggior parte dei capolavori artistici dello Stato Pontificio requisiti dai napoleonici . Una spedizione partita nel novembre del 1815 -in seguito al Congresso di Vienna – per terminare con il rientro trionfante a Roma nel giugno dello stesso anno, preceduta dal recupero da parte di altre amministrazioni della penisola di molti degli oltre 500 dipinti sottratti durante le campagne militari francesi, per essere esposti al nascente Museo del Louvre.
Il progetto della mostra, nato due anni fa, non vuole dunque rappresentare solo una passerella della magnificenza dell’arte italiana ma offrire alcuni spunti di riflessione e magari risvegliare quel senso di profondo orgoglio nazionale suscitato nel 1816 in seguito all’avventuroso recupero dei capolavori italiani dalla Francia dopo Napoleone. Non un orgoglio fine a se stesso ma inserito in un contesto più ampio, di respiro europeo. La consapevolezza che l’immenso patrimonio artistico del nostro paese rappresenta non solo un perno del nostro senso di appartenenza , ma della stessa comune identità europea. Proprio per questo motivo i capolavori italiani vennero posti al centro del progetto culturale della Francia rivoluzionaria e nell’idea di un museo universale concepito come “museo della libertà”.
In particolare i capolavori dei maestri del Rinascimento, considerati dalla tradizione accademica come la fonte primaria della cultura figurativa occidentale. Questo era il sogno di Napoleone come evoca il titolo della mostra, che sottolinea anche il fondamentale apporto di Antonio Canova nelle trattative per la restituzione delle opere , in particolare dei beni pontifici. Lo scultore, infatti , tenuto in grande considerazione per il suo immenso talento presso tutte le nazioni, fu nominato da Pio VII commissario straordinario e portò a termine la sua missione con grande successo.
Tuttavia, e questo è un altro spunto di riflessione dell’esposizione, il ritorno delle opere in Italia poneva il problema della ricollocazione di quelle sottratte da chiese e conventi dopo la soppressione degli ordini religiosi anche perchè il Canova, durante le trattative, aveva assicurato che sarebbero state musealizzate e quindi messe a disposizione della collettività. Un problema che suscitò un fervido dibattito e che fu alla base della nascita di importanti musei come la Pinacoteca di Brera, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Pinacoteca di Bologna e di quella che oggi è la Galleria Nazionale dell’Umbria. Al rientro delle opere quasi tutte le città italiane organizzarono delle mostre. Per la prima volta la gente comune entrava nei musei e per la prima volta, attraverso quell’immenso patrimonio artistico che solo l’Italia poteva vantare, provava un senso di appartenenza collettivo.
La mostra -curata da Valter Curzi, Carolina Brook e Claudio Parisi Presicce – è organizzata in due percorsi e un’aula didattica con tutte le date dei rientri delle opere. Un primo percorso nel quale, come spiega il curatore della mostra Valter Curzi ” si raccontano le scelte dei commissari napoleonici dentro quella tradizione codificata nel corso del settecento che racconta l’arte italiana come erede del classicismo. Nel secondo percorso invece, abbiamo recuperato l’importanza delle opere del Tecento e del Quattrocento che cresce proprio in questi anni“.
In un primo momento infatti, l’attenzione dei commissari napoleonici si diresse verso i maestri del Rinascimento. Tra i capolavori presenti in questo primo percorso segnaliamo : Il Ritratto di Papa Leone X con i cardinali Giulio de Medici e Luigi de Rossi di Raffaello, la Strage degli innocenti e la Fortuna con una corona ( immagine simbolo della mostra) di Guido Reni, la monumentale Assunzione della Vergine considerata nei cataloghi francesi la più bella composizione mai eseguita da Tiziano, il Compianto su Cristo morto di Correggio , la Deposizione di Annibale Carracci, la Cattedra di San Pietro di Guercino e Il Battista tra quattro Santi di Perugino . Saranno presenti modelli assoluti della statutaria classica come la Venere capitolina o il Giove di Otricoli dai Musei Vaticani. Degno di nota anche il gesso di Marte e Venere, modello preparatorio al gruppo scultoreo commissionato dal futuro re d’Inghilterra Giorgio IV a Canova.
Il secondo percorso invece, è un passaggio a ritroso e si sofferma sulla consacrazione dei cosiddetti pittori primitivi ovvero dei pittori precedenti a Raffaello – ritenuto il simbolo del Rinascimento – fino a quel momento considerati artisti di ” secondo ordine”, fatta eccezione per il Perugino e pochi altri . Nel 1811 infatti, Vivant Denon, direttore generale del Musée Napoleon ( come si chiamava allora il Louvre ) decise di intraprendere un viaggio in Italia per cercare personalmente le opere del Trecento e Quattrocento con lo scopo di ricostruire le origini , la cosiddetta “infanzia” dell’Arte italiana. Da quel momento si capisce invece il valore di quell’Arte nell’armonia delle opere di artisti come Taddeo Gaddi, Benozzo Gozzoli, Zanobi Macchiavelli, Giovanni Mazone e Luca Baudo. In questo spazio espositivo sarà eccezionalmente esposto il Monumento funebre a Guidarello Guidarelli di Tullio Lombardo concesso per la prima volta in prestito dal Museo d’Arte di Ravenna. Segnaliamo inoltre due opere che l’allestimento della mostra pone in un significativo dialogo tra loro. Un contrasto che non sfuggirà ai visitatori più attenti. Al centro della sala del secondo piano troneggia infatti la Venere Italica di Canova che nell’intento dello scultore doveva onorare il genio dell’Italia. Vicino la splendida scultura invece, alla chiusura della mostra, troviamo un’opera particolare , il dipinto di Hayez dove l’Italia non ha le sembianze di una divinità, ma quelle di una fanciulla del popolo. Bella e con lo sguardo fiero, ma oltraggiata. Un’allegoria della nazione dolente dopo i fatti del 1848 e che invita ad una profonda riflessione ancora oggi.
INFORMAZIONI UTILI
Il Museo Universale. Dal sogno di Napoleone a Canova dal 16 dicembre 2016 al 12 marzo 2017 presso le Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio 2016 , Roma .
ORARI :
Domenica – giovedi dalle 10 :00 alle 20:00 ; venerdì e sabato dalle 10:00 alle 22:30. Non si effettua chiusura settimanale. La biglietteria chiude un’ora prima. Date particolari :
24 e 31 dicembre 2016 – dalle 10:00 alle 15:00
25 dicembre 2016 e 1 gennaio 2017 dalle 16:00 alle 20:00
6 gennaio 2017 dalle 10:00 alle 22:30
INGRESSO :
Intero 12 euro – Ridotto 9,50 euro – Gratuito per ragazzi fino ai 18 anni.
Audioguide in italiano ed inglese
Infoline, prenotazioni e visite guidate (individuali e per gruppi) : Tel 0639967500 – www.scuderiequirinale.it
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