Il 2016 ha incoronato Meeting Art regina delle aste in Italia. Con un fatturato di 30.501.980 euro per 155 vendite e un venduto del 91,5%. Un ottimo risultato, in leggera crescita sul 2015. La maison, che ha sede a Vercelli, è nata nel 1979 e opera attraverso sei dipartimenti che spaziano dall’arte moderna e contemporanea ai dipinti del XIX e XX secolo, dai gioielli agli orologi, dai tappeti all’antiquariato. L’anno appena concluso ha visto un deciso calo del settore dei dipinti dell’Ottocento e Novecento (-17,99% sul 2015) e dell’antiquariato (-3,04%). Direzione decisamente opposta per il dipartimento dei tappeti orientali che è cresciuto di ben il 56,90%. Ma veniamo a parlare dell’arte moderna e contemporanea, da sempre punta di diamante di Meeting Art e settore che da solo costituisce oltre la metà del giro d’affari: nel 2016 ha totalizzato 18.697.586 euro.
L’amministratore delegato Pablo Carrara ha sottolineato che «…Si sono registrati record di aggiudicazione un po’ in tutti i settori, ma in particolare nell’arte moderna e contemporanea. Molto richiesto il periodo della Pittura Analitica, l’Arte Povera, l’Arte Programmata. Notiamo però un forte interesse sul ritorno alla Pittura Informale e Figurativa del XX secolo. Consigliamo sempre di investire sugli autori storici – a prescindere dal movimento a cui sono appartenuti – che il mercato al momento non prende in considerazione».
Non a caso infatti i top price dell’anno sono stati realizzati in questo dipartimento (prezzo più alto per una tela di Hans Hartung venduta nell’asta di novembre-dicembre 2016 a 159,900 euro) e il nuovo anno riparte proprio all’insegna di questo settore.
Fino a domenica 22 gennaio 2017 continuano le giornate di aste per un incanto totale di 720 lotti. Tra le opere in arrivo si segnala un lavoro di Alighiero Boetti del 1983. “Aerei”, una piccola carta a biro blu montata su tela (cm 23×48,5) andrà all’incanto sabato 14 con una base d’asta di 60 mila euro e una stima di 110/120 mila.
La sessione del 21 gennaio vedrà una scultura in marmo di Carrara (cm 61,5x16x13,5) realizzata nel 2007 dallo scultore uruguayano Pablo Atchugarry che quota 54/60 mila euro (base d’asta 30 mila) e, uno dei top lot del catalogo, “Indio” del 1974 di Robert Rauschenberg. Il lotto (tessuto, carta e decalcomanie, cm 200×98) fa parte della serie degli “Hoarfrosts” prodotta dall’artista americano tra il 1974 e il 1976 in cui le immagini dei giornali sono trasferite su tessuti trasparenti o semi-trasparenti (seta, cotone e chiffon) per cui appaiono sfocate come se fossero osservate attraverso un vetro coperto di brina (“Hoarfrosts” significa proprio brina) e presentano le immagini (nelle parole dello stesso Rauschenberg) «…nell’ambiguità dell’improvviso immobilizzarsi nella messa a fuoco o del disciogliersi alla vista». L’opera è presentata a una stima di 220/230 mila euro (base d’asta: 150 mila).