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Lo stile unico dell’Annunciazione di El Greco in mostra a Roma

El Greco, Annunciazione, 1597-1600, Madrid, Museo Nacional del Prado © Museo Nacional del Prado, Madrid El Greco, Annunciazione, 1597-1600, Madrid, Museo Nacional del Prado © Museo Nacional del Prado, Madrid
El Greco, Annunciazione, 1597-1600, Madrid, Museo Nacional del Prado © Museo Nacional del Prado, Madrid
El Greco, Annunciazione, 1597-1600, Madrid, Museo Nacional del Prado © Museo Nacional del Prado, Madrid

Una mostra particolare, con una sola opera d’arte. L’Annunciazione di El Greco infatti, sarà esposta nelle sale terrene del Palazzo dei Conservatori dei Musei Capitolini dal 24 gennaio al 17 aprile. Un evento importante, frutto del progetto di scambio con il Museo Thissen Bornemisza di Madrid che ha avuto in prestito a sua volta la Buona Ventura di Caravaggio. “Quest’opera è molto importante,  molto significativa , è un prestito eccezionale. Teniamo conto che in Italia El Greco è presente con pochissime opere” ha precisato, durante la presentazione alla stampa, il Sovrintendente ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce.

Perché è così importante quest’opera? Risponde il curatore dell’esposizione Sergio Guarino : “Questo quadro è fondamentale non solo perché rappresenta una svolta nella sua carriera ma perché ci aiuta a capire che la pittura europea  della fine del ‘500 non è solo quella italiana. Lo stile di El Greco ci fa capire che proprio nello stesso periodo che vede protagonista il classicismo di  Annibale Carracci e il naturalismo di Caravaggio, sta nascendo in Spagna, ad opera di un pittore di origine greca,  una terza via della pittura. Una pittura religiosa molto astratta, molto intensa e molto drammatica.” L’Annunciazione rappresenta l’origine di questo stile particolare, risultato di una profonda assimilazione di tre diverse culture figurative: la tradizione bizantina, l’arte italiana e infine, la pittura spagnola. E’ quindi necessario fare un salto a ritroso nella biografia dell’artista . I suoi soggiorni a Venezia, Roma e infine a Toledo infatti, hanno influito in modo determinante sull’evoluzione della sua tecnica pittorica, così come il suo carattere spigoloso, unito a una forte consapevolezza di se stesso. “La luce del sole disturba la mia luce interiore” – una delle poche frasi di El Greco di cui abbiamo certezza – ne è un chiaro esempio.

El Greco - Maddalena penitente, 1576 -1577. Museum of Fine Arts, Budapest 2015
El Greco – Maddalena penitente, 1576 -1577. Museum of Fine Arts, Budapest 2015

Domínikos Theotokópoulos – questo il suo vero nome –  nasce nel 1541 nell’Isola di Creta, all’epoca sotto il dominio della Repubblica di Venezia, ma legata artisticamente alla tradizione bizantina. Il giovanissimo pittore pur essendo ben inserito in questo contesto, decide di trasferirsi a Venezia perché sente l’esigenza di confrontarsi con le nuove correnti artistiche legate ai grandi pittori veneziani  : Tiziano (di cui diventa uno degli ultimi discepoli), Veronese, Tintoretto e Jacopo Bassano. Anche a Venezia, tuttavia, non riesce evidentemente a trovare la sua via e si trasferisce a Roma fino al 1567. Il soggiorno romano sarà molto importante nella sua formazione . Inizialmente ospitato a Palazzo Farnese, dopo due anni , a causa di un litigio , deve aprirsi una propria bottega con un buon successo presso gli amatori d’arte ma senza ottenere commissioni prestigiose. Non solo per la sua forte personalità che lo porterà a scontrarsi con varie personalità del tempo. Quella era la Roma delle pale d’altare , dei grandi affreschi e non risulta che El Greco ne abbia mai realizzato uno. Decide quindi di trasferirsi a Toledo, in Spagna, che allora era il centro artistico del paese. Ha 37 anni e  ormai una certa esperienza artistica alle spalle  Tuttavia anche in Spagna non riesce ad ottenere il successo sperato. Il suo stile così particolare e il suo carattere litigioso gli impediscono di diventare pittore alla corte di Filippo II. Non mancano però i committenti, anche facoltosi, che gli permettono di raggiungere una certa fama e un alto tenore di vita. Muore il 7 Aprile 1614 dopo aver lasciato tutti i suoi beni al figlio Jorge Manuel che in vita gli aveva fatto in un certo senso da “agente” e gli era rimasto vicino fino agli ultimi giorni.

La commissione più pagata in assoluto, ricevuta nel 1596, è proprio quella che si riferisce all’Annunciazione, il modello definitivo presentato ai committenti per la realizzazione di un quadro destinato a una grande pala d’altare (in spagnolo retablo) per il Colegio de Nuestra Señora de la Encarnación di Madrid. Ci sono varie tesi sulla composizione di questo retablo che viene smembrato all’inizio dell’Ottocento. Secondo la tesi più accreditata, riportata nel piccolo catalogo che accompagna la mostra, era costituito da 6 grandi tele, alte mediamente 3 metri.

Domenios Theotokopoulos, called El Greco, Christ on the Cross, oil on canvas, est. £3-5m
El Greco, Christ on the Cross

L’Annunciazione è un’opera di svolta per El Greco. L’origine di uno stile pittorico unico in quel periodo, così visionario e astratto da essere compreso solo molto tempo dopo la morte dell’artista . Osserviamo il dipinto. Le figure sono sproporzionate, allungate in verticale e non ci sono punti di riferimento. L’astrazione è tale che, senza la presenza del leggio in basso, non avremmo alcun punto di riferimento. La stesura del colore è veloce, quasi parossistica, ereditata dall’esperienza veneziana. Non c’è uno spazio libero nella composizione, una tendenza anticlassica chiamata nell’arte horror vacui (paura del vuoto inteso in senso metaforico come vuoto interiore). Perfino l’interpretazione del significato del dipinto è stato svelato molto tempo dopo la sua composizione. Al centro di questa nuova lettura dell’opera, il roveto ardente che è il simbolo della verginità di Maria : “Il momento che illustra questo quadro non è quello dell’annunciazione ma è quello in cui Maria turbata indica il roveto ardente e l’angelo le risponde che su di lei cadrà lo Spirito Santo. Ed ecco l’arrivo improvviso della Colomba che rappresenta lo spirito santo a cui  Maria rivolge lo sguardo. Quindi questo è il momento dell’incarnazione, il momento in cui il Divino si incarna nell’umano” precisa il curatore Guarino indicando il dipinto. Questo spiega dunque la presenza dei angeli musicanti, tradizionalmente legati al tema della natività.

Le figure sproporzionate, i colori accesi, l’horror vacui e la difficile interpretazione teologica di quest’opera e di quelle che seguiranno, spiegano il motivo per il quale El Greco viene dimenticato per secoli dopo la sua morte. Saranno le  moderne avanguardie ad ispirarsi alle sue ultime opere e portarle al centro dell’attenzione della storia dell’arte.  Lo stesso Picasso confesserà  alla stampa che se non avesse conosciuto lo stile di El Greco, non avrebbe mai dipinto il suo celebre quadro Les demoiselles d’Avignon. Ecco dunque svelato il motivo della grande importanza di quest’opera. Una svolta che senza l’esperienza maturata a Roma e a Venezia , non sarebbe di certo avvenuta. Ecco perché, nonostante l’orgoglio del suo vero nome, il pittore porterà con fierezza il soprannome “El Greco” che lo accompagnerà per sempre. Un soprannome che, a differenza di quanto si crede, non è spagnolo ma deriva dal dialetto veneto.

La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione e servizi museali sono di Zétema Progetto Cultura. Catalogo Gangemi Editore.


Informazioni utili

L’Annunciazione di El Greco  –Musei Capitolini, Piano terra – Palazzo dei Conservatori – Piazza del Campidoglio, Roma.

Orario

24 gennaio – 17 aprile 2017
Tutti i giorni 9.30-19.30
La biglietteria chiude un’ora prima

Biglietto d’ingresso

Intero : € 15 biglietto integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma)

Ridotto: : € 13 biglietto integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma)

Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente

Info Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9:00 -21:00)

www.museicapitolini.org    www.museiincomune.it

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