«Sin dalle età di sei anni ho amato dipingere qualsiasi forma di cosa. All’età di cinquanta ho disegnato qualcosa di buono, ma fino a quel che ho raffigurato a settant’anni non c’è nulla degno di considerazione. A settantatré ho un po’ intuito l’essenza della struttura della natura, uccelli, pesci, animali, insetti, alberi, erbe. A ottant’anni avrò sviluppato questa capacità ancora oltre mentre a novanta riuscirò a raggiungere il segreto della pittura. A cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Prego quelli tra loro signori che godranno di lunga vita di controllare se quanto sostengo si rivelerà infondato. Scrivo questo in tarda età. Usavo chiamarmi Hokusai, ma oggi mi firmo “Manji il vecchio pazzo per la pittura”»
Manji il vecchio pazzo per la pittura, 1834, prefazione alle “Cento vedute del monte Fuji”

La grande onda presso la costa di Kanagawa, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji (1830-1832 circa)
Silografia policroma, 25,9 x 38,5 cm – Honolulu Museum of Art

Fuji Rosso (Giornata limpida col vento del sud), dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji (1830-1832 circa)
Silografia policroma, 25,5 x 36,8 cm – Honolulu Museum of Art

Il fiume Tama nella provincia di Musashi, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji (1830-1832 circa)
Silografia policroma, 24,4 x 37,5 cm – Honolulu Museum of Art

Il pino a cuscino nel parco ad Aoyama, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji (1830-1832 circa)
Silografia policroma, 26,2 x 38,8 cm – Honolulu Museum of Art

Il santuario Honganji di Asakusa a Edo, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji (1830-1832 circa)
Silografia policroma, 24,7 x 36,5 cm – Honolulu Museum of Art